
Il film di Tavarelli non mi è
piaciuto. Non dico questo perché penso che non si debba parlare dei
problemi dei disoccupati e delle loro intense e sofferte storie d’amore,
ma lo dico convinto del fatto che dopo un film come Il
posto dell’anima di Riccardo Milani, il quale, tra l’altro si
avvale di documenti di tutto rispetto, è perlomeno riduttivo mettere in
scena un’altra storia di tutti i giorni, un altro gonfiaggio in 35mm di
un servizio televisivo da tg. Il padre perde il lavoro ed il figlio, che
vuole studiare, va a lavorare. La madre lascia il padre per un amico di
famiglia, mentre il figlio, facendo l’aiuto cuoco, si innamora e si
fidanza con una bellezza uscita letteralmente dalla televisione. Tavarelli
non eccede e quindi non stupisce. I suoi personaggi, nonostante la bravura
di tutti gli attori, sono più piatti di quelli proposti dalla tv e non
sono credibili proprio per questo. E’ soprattutto il finale positivo
palesemente posticcio e buonista da far schifo, che fa odiare un film
inutile come questo.
Voto:
15/30
03.09.2003
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