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La religione, la luce, un incidente, un bambino ed una cittadina del sud Italia. Il prete, rivolgendosi alla signora che prega in chiesa, le dice di andare dal dottore quando questa, di fronte al suo interessamento riguardante i problemi di salute da lei accennati, dice "siamo nelle mani del signore". Un film anticattolico? Assolutamente no. Una storia che vede convivere e combattere tra di loro, l'irrazionalità di matrice religiosa e la razionalità inesorabile della morte. Tonio è un bambino vittima di un incidente stradale. La ragazza alla guida dell'auto non si ferma a soccorrerlo per paura, e Tonio, dopo aver visto una gran luce, si rimette velocemente. In ospedale, prima di uscire, mette una mano su di un moribondo il quale istantaneamente guarisce. La voce gira velocemente, nel pittoresco ospedale del sud e presto Tonio è il bambino che fa miracoli. Un suo compagno di scuola lo porta a toccare il nonno gravemente malato ed anche questa volta le cose vanno bene. Il nonno riprende a mangiare e ad uscire. Il padre di Tonio, un costruttore che attraversa una difficile situazione finanziaria, non apprezza i tentativi della moglie, finalizzati a far circolare questa storia dei miracoli. Di fronte al tracollo finanziario, il padre cede ed organizza un'intervista con la televisione nazionale. Intanto Tonio ha fatto amicizia con la ragazza che lo aveva investito, la quale viene abbandonata per la seconda volta dalla madre. Il nonno dell'amico di Tonio muore e così la fiducia del bambino stesso, nelle sue capacità, viene cancellata, lasciando il posto all'amarezza di una consapevolezza dell'ineluttabile, della morte, dell'essere in balia degli eventi come sempre. Winspeare si è specializzato nell'analizzare la natura di diversi fenomeni culturali del sud. Questo è uno degli altri fenomeni e questo un altro film. Da una parte non c'è niente di nuovo ma si intuisce una maturazione registica che speriamo preluda al cambiamento delle tematiche. Il miracolo, Tonio lo compie veramente, si tratta di un miracolo possibile, di un miracolo che porta la parola speranza e che nella fattispecie si alimenta di amicizia sincera. E' stato questo fino ad oggi, in sintesi, il territorio d'analisi di questo sensibile regista. Ottima la scelta dell'interprete principale, mentre il padre ci delude in alcune battute poco meditate.
Voto: 25/30 29.08.2003
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