60. mostra internazionale di arte cinematografica

 

UN FILM FALADO

di Manuel de Olivira
con: Catherine Deneuve, John Malkovic,

Stefania Sandrelli, Irene Papas

In Concorso

di Livia BIDOLI

 

Sullo sfondo del Partenone una donna ed una bambina parlano cibandosi di Storia, come in un vecchio film in cui le rovine romane fanno da ambientazione a chiacchierate culturalmente elevate fra archeologi in cerca di tesori dal sapore immortale. Il clima caldo di Oliveira sommerge lo spettatore e lo stanca: in questa passeggiata archeologica alla ricerca delle radici del mondo occidentale ed orientale si incorciano strani sorrisi di donne artefatte che chiacchierano di temi universali come di cose scontatamente eleganti.Battute da annuario come "La Grecia è la culla della cultura" pronunciata da Irene Papas fanno parere questo film un demiurgo trsite del passato: una ricerca nella verosimiglianza del reale alito della vita. Un mordi e fuggi protervo della filosofia.
Non si capisce cosa voglia dire il De Oliveira, e forse non lo sa neanche lui: il suo gusto per il passato sorpassa la sua inautenticità: l'incontro fra lingue madri, inglese, francese, italiano e greco, attorno ad una tavola di un ristorante della nave da crociera cola a picco dentro un nugolo di parole insensate, artefatte ed il respiro affannoso avvolge il calore del film in un'afa insopportabile.
Senza senso. L'inizio e la fine del film non si distinguono: non hanno ragione di essere ed in questo percorso lo spettatore perde la via: la passeggiata archeologica dal Partenone fino alle moschee, e dopo a Bombay fanno trapelare un nonnulla assoluto: le lingue in cui parlano i protagonisti col capitano sono talmente individuale da non comunicare la vita delle parole e con questo la spengono, gettandola in mare.
La bomba del finale lascia un Malkovic perplesso e ilare: alla presentazione si è udito uno scroscio di risate dal pubblico pagante. Probabilmente il messaggio non è passato: le lingue in cui parlano de Oliveira ed il suo pubblico sono diverse, e devono cominciare a "tradursi" attraverso un'altra versione di realtà o di fiction ficnhè non si fondano in un unicum unilaterale.
 

Voto: 17/30

31.08.2003

 

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