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Girato nel bianco delle sigarette e nel nero del caffè , il film di Jarmusch
è un susseguirsi di scenette che ricordano il surreale comico di “Aspettando
Godot”, in cui i protagonisti interpretano sé stessi seduti al tavolo di un
bar mentre sorseggiano caffeina (caffè, tè) ed assumono nicotina in grandi
quantità. Lo scenario, un tavolino coperto dal bianco e nero di una
scacchiera, in cui le tazze da caffè ed i posaceneri pieni di mozziconi di
sigarette sono disposti come i pezzi di una dama, ed il contenuto, la
società, i modi di dire, gli stereotipi, le stranezze e le manie dei
protagonisti, sono disposti in modo tale che si prendono e riprendono i
discorsi precedentemente affrontati da altri personaggi, formando la
scacchiera su cui il regista ci sfida a giocare. Da film cult i primi due
episodi, con un Benigni in forma strepitosa e con Tom Waits e Iggy Pop che
si incontrano in una bettola a parlare, in cui Tom Waits fa la parte del
grand’uomo e Iggy Pop cerca di fare l’amico, senza riuscirci molto. I
fratelli White (quelli degli “White Stripes”) ci intrattengono parlando di
Tesla e delle sue invenzioni, mentre Alfred Molina ci delizia con i
meccanismi legati allo star sistem holliwoodiano. La chiusura è affidata ai
rapper Gza e Rza che incontrano il cameriere Bill Murray, che candidamente
ammette di essere affetto da pazzia che lo fa lavorare di nascosto in quel
locale. Un gioco di coppie e conseguentemente di dama in cui le partite
finiscono a favore o contro dell’uno e dell’altro: un bel passatempo in cui
il regista si diverte a compiere movimenti di macchina sul tavolo,
panoramiche di volti in campo/controcampo, con battute a raffica e comicità
onirica, che faranno di questo film un cult generazionale. Voto: 29/30 05.09.2003
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