60. mostra internazionale di arte cinematografica

 

BALLO A TRE PASSI

di Salvatore Mereu
con: Caroline Ducey, Michele Carboni

Sett. Int. della Critica

di Valeria JANNETTI

Il film di Mereu è uno di quei film poetici ed originali che farebbe bene poter vedere più spesso sul grande schermo. Certo, la domanda da porsi è se avrà o meno un futuro, ma se l'atmosfera generale ricorda Crialese e Soldini, c'è da sperare che Mereu abbia la stessa fortuna loro. Il film è diviso in quattro capitoli, che corrispondono alle stagioni, ed è un ballo corale in cui quattro personaggi affrontano le loro paure in diversi modi. La scoperta del mare da parte di un gruppo di bambini è il tema del primo episodio: il rapporto con l'acqua è immediato per tutti loro, tranne che per un bambino emarginato che li osserva con aria malinconica, incapace di lasciarsi andare raggiungendoli in acqua. Capita, a volte, di veder scorrere la vita davanti ai nostri occhi senza avere il coraggio di farne  parte...forse il cinema, il senso della fruizione del cinema, è racchiuso in questa nostra incapacità di affrontare una realtà diversa, ma che se presentata sul grande schermo diventa vivibile. Nel secondo episodio un ragazzo di montagna scende al mare per portare dei formaggi. Conoscerà una francese che gli farà scoprire il sesso. L'acqua, sempre presente, questa volta è al margine, non più sconosciuta, ma come sfondo su cui proverà ad affrontare la novità di un rapporto. In questo episodio assistiamo alla prima incursione nella dimensione onirica che chiuderà il film. Forse la donna muore, forse no: il ragazzo non trova la forza per rispondere a questa domanda, e si allontana così in acqua con lei accanto. Il terzo episodio (autunno) racconta di una suora che esce dal convento per partecipare alle nozze della sorella. Durante il matrimonio, una  pioggia scrosciante  fermerà per poco la festa, subito ripresa  grazie ad un altoparlante montato su un camioncino: i partecipanti si ritroveranno chiusi a ballare il “ballo a tre passi” in uno spazio angusto e la festa sarà salva. La società mette timore alla suora, abituata alla vita di convento, e nel ballo troverà uno sfogo alla tensione che aveva accumulato trovandosi insieme a così tante persone. Il quarto episodio è dedicato ad un uomo anziano, lo stesso che avrebbe voluto sposare la suora, che esce di casa di notte per andare a cercare una prostituta. La porterà a casa, e mentre le farà suonare una fisarmonica, lui morirà... tutti i protagonisti lo accompagneranno al mare, dove troverà la ragazza francese del secondo episodio che lo aspetta per portarlo con l'areoplano verso il cielo.  Il film è completamente parlato in sardo, tanto che da dialetto diventa una vera  e propria lingua, visto che senza i sottotitoli non si potrebbe capire molto. Forse una lezione per quegli autori italiani che tanto spesso preferiscono adottare lingue internazionali come il francese e l'inglese... certamente, una limitazione per il mercato che dovrebbe distribuirlo. Ma, come dicevo all'inizio, la poesia che avvolge l'intero film dovrebbe riuscire a vincere l'indusria cinematografica. Tutto il film costruito sulle corrispondenze: il mare è l'unica frontiera di un'isola, ed in quanto isola universo a parte, con i propri costumi, che in un'epoca come la nostra riesce a mantenere personaggi fuori dal tempo come il protagonista del secondo episodio. Personaggi emarginati dalla società che all'interno di un'isola costituiscono un'altro microcosmo a sé stante, sono i protagonisti: un bimbo allontanato dagli altri, un montanaro, una suora, un vecchio. Corrispondono alle quattro stagioni: la primavera, in cui la natura rinasce, l'estate, in cui sboccia in tutto il suo splendore ed il raccolto dà i suoi frutti, l'autunno, periodo di passaggio in cui la saggezza della vita è saper mettere da parte le energie da spendere per l'inverno, la fine, la pausa in cui la natura si addormenta. Il sesso è sempre presente in tutto il film: prima solo accennato (il ragazzino che davanti al mare si masturba), poi scoperto in tutta la sua potenza (la sodomia della ragazza); evitato, dalla suora che ha raggiunto una consapevolezza piena, poi solo  guardato( il vecchio che va a prostitute guarda un uomo che lo fa in mezzo alla strada). Lo stupore misto a paura che provano i bambini di fronte alla scoperta del mare potrebbe essere simile allo stupore che si prova a vedere un film italiano così ben fatto.

Voto: 29/30

04.09.2003

 

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