LA FIEBRE DEL LOCO
di Andres Wood

Un piccolo villaggio di pescatori, chiuso in una quotidianeità alienante, viene sconvolto dai poteri afrodisiaci di un gustoso, raro, intoccabile frutto di mare: il loco.
Il prezioso crostaceo, la cui pesca é considerata fuori legge tranne  che in  alcuni giorni stabiliti dalle autorità statali, si trasforma ben presto nel  pomo della discordia e al suo gusto inebriante si intrecciano passioni  amorose e torbidi traffici commerciali. Un espediente per raccontare  più  profondi legami d'amore e d'amicizia in un piccolo spaccato di vita  comunitaria dove, giornio e notte, le ore sono allietate dalle soap  operas  trasmesse dalla radio della parrocchia locale.
Con una produzione tutta internazionale tra Cile, Messico e Giappone,  LA FIEBRE DEL LOCO del regista Andres Wood, approda alla Mostra di  Venezia  con tutta la freschezza di una ventata di semplicità in una kermesse  cinematografica dove divertimento e buone proposte stentano ad arrivare.
Un cast di attori sconosciuti interpreta con sincero trasporto  ruoli,  di  certo non pensati per grandi stelle dello spettacolo, ma comunque coinvolgenti per forza recitativa ed equilibrata osmosi con l'intero impianto narrativo.
Forse un film non da premio Oscar, LA FEBBRE DEL LOCO colpisce per  compostezza tecnica e semplicità rappresentativa caratteri questi che avrebbero reso migliori molte opere in concorso al Lido.
Forse l'ebbrezza afrodisiaca del loco avrebbe risvegliato il pubblico  assonnato di questa 58° Mostra del cinema.

Voto: 27/30

Sara FRONDA
14 - 09 - 01


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