DUMMY MOMMY, WITHOUT... / hk
di Joe Ma & Mak Kai-kwong


LK lavora in una grande agenzia pubblicitaria di Hong Kong e non va molto d'accordo con quella strega del suo superiore. Quando quest'ultima decide di licenziarla, LK ha la brillante idea di fingersi incita per poter approfittare di una legge locale che impedisce il licenziamento delle donne in stato di gravidanza. Ad aiutarla nell'imbroglio si unisce anche l'amica Dina, che ha un debole per il giovane amministratore delegato Wu. Secondo lo schema classico (e un po' abusato) della commedia degli equivoci hollywoodiana, lo spunto iniziale da il via ad una serie di spassose gag, condite da brillanti dialoghi e attori simpatici ben calati nei rispettivi ruoli. Ovviamente non poteva mancare il lieto fine in cui tutti vissero più o meno felici e contenti (e con bebè, questa volta, vero).

Voto: 26/30


Loris SERAFINO

27 - 04 - 02

LOVE ON A DIET / hk
di Johnnie To & Wai Ka-fai


Con LOVE ON A DIET Johnnie To si riconferma come massimo esempio di "autore cinematografico industriale", capace sia di capolavori che di discese commerciali, per quanto non prive di dignità. Ogni anno il Far East Film ci presenta almeno tre suoi titoli, a conferma di una serialità necessaria ad ogni deviazione d'autore. Per ogni MISSION (il thriller ai suoi vertici) ci vogliono probabilmente cinque o sei successi di cassetta in grado di ripagarlo. La formula che adotta To (da un po' di tempo al lavoro in coppia con Wai Ka-fai) è sempre al riparo da ogni rischio: personaggi azzeccati, vicende lineari, meccanismi rodati. Qui si affida ad uno dei pilastri della comicità, ovvero il ciccione (che in quanto goffo rende la normalità divertente, per cui basta vederlo per ridere), ci disegna attorno una storia d'amore senza crepe e infine fa interpretare il tutto dal divo top di Hong Kong, Andy Lau. Come sbagliare? E infatti, tenuto conto delle pretese iniziali, il film può dirsi riuscito, per quanto - a differenza di quanto fanno, in America, i fratelli Farrelly - perda un po' della sua correttezza laddove non volendo ferire nessuno (men che meno gli obesi), se ne ricava invece che, sempre e comunque, grasso può essere buono, ma è necessario che cambi prima di essere anche amato.

Voto: 27/30


Andrea DE CANDIDO

26 - 04 - 02

THE MARRIAGE CERTIFICATE / china
di Huang Jianxin


Una coppia di coniugi uniti da un solido rapporto ultradecennale, perde il certificato di matrimonio ed entra in crisi.. Quello che poteva essere uno sciocco contrattempo senza significato si trasforma nella più inattesa delle catastrofi e travolge il menage quotidiano rendendolo precarietà in bilico verso il baratro. La vicenda, prima grottesca e surreale e, infine, drammatica per i risvolti psicologici sulle persone ed i rapporti umani, viene narrata dagli occhi velati di lacrime della figlia tredicenne della coppia, Xiaowen, che si sveglia dall'illusione di avere una famiglia serena quando gli eventi precipitano nella separazione dei genitori. Si tratta di una tragicommedia dal sapore agro che mette alla berlina la burocrazia che vince sulla sostanza delle cose: senza certificato i coniugi non possono reiscrivere la pratica di matrimonio nei registri dello Stato ma non possono neppure, d'altro canto, divorziare perché quel pezzo di carta ha il valore di prova di uno stato di diritto che la condivisione di fatto di affezione ed affari comuni non sembra avere. La cosa più sapida dell'intera pellicola è lo spunto critico, colto con disincanto dall'occhio di chi osserva: una matura coppia che mai aveva pensato di cambiare la dinamica di un rapporto collaudato si trova, per caso, libera da vincoli e legami di legge e, dopo lo smarrimento dato dalla dispersione delle certezze di una vita, apprezza la dolcezza di una libertà che li riporta alla gioventù, di un'esistenza fatta di esperienze ed emozioni dimenticate, della vitalità di fare giorno dopo giorno la scelta più facile. Liberi da un vincolo etero imposto, però, i due coniugi di mezza età non sanno più gestire come prima le esigenze di sacrificio ed abnegazione che il menage quotidiano impone e precipitano nel baratro di una libertà postuma che, lungi dal fortificarli, rischia solo di distruggerli. Il finale buonista e stiracchiato della famiglia che si ricompone per amore della bambina lascia sullo sfondo la sensazione che il compromesso del ricatto avrà breve vita e che, una volta rotto, l'equilibrio difficilmente potrà essere ricostruito e conclude, con poco piglio e verve, un racconto basato su un intelligente presupposto che, però, non riesce mai a spiccare il volo oltre la soglia di una sonnolenta veglia.

Voto: 22/30


Elisa SCHIANCHI

27 - 04 - 02

FUNERAL MARCH / hg
di Joe Ma


Funeral March è un film bello e struggente, asciutto ed essenziale nonostante il dramma della malattia narrato, un film che colpisce dritto al cuore senza far male agli occhi, un film che vince il confronto con moltissimi prodotti occidentali dello stesso genere dal budget illimitato e la lacrima facile. Un impresario di pompe funebri viene incaricato da una giovane donna malata di cancro di organizzare il suo funerale. La ragazza, infatti, rifiuta ogni cura a causa di una tormentata situazione familiare e si prepara a morire anzitempo disperata e sola. Tra i due, aggrappato alla vita e solare l'uno, arresa e disillusa l'altra, nasce un legame che si trasformerà dall'amicizia al bisogno reciproco e che sarà forza e linimento al dolore anche di fronte al destino infausto di morte che li perseguita. Ogni espressione del volto, ogni parola è, in questa pellicola cantonese, giustificata ed accorta, puntuale e necessaria e lascia, nello spettatore, il gusto di aver assistito ad uno spettacolo sincero, senza indugi e mai stereotipato.

Voto: 27/30


Elisa SCHIANCHI

29 - 04 - 02

GUNS & TALKS / sk
di Jang Jin


Il film descrive le avventure di un gruppo di quattro affiatati killer professionisti, narrate dalla voce fuori campo del più giovane di loro. La loro tecnica è rigorosa, spietata ed efficace, le imprese portate a segno ne fanno uno dei team più affidabili del settore, ma dietro la scorza dei professionisti batte il cuore di quattro giovanotti un po' buontemponi. E così vediamo i quattro incantati davanti alla TV mentre guardano una famosa e bellissima conduttrice di telegiornali leggere le news, rifiutare l'incarico di eliminare una giovane donna incinta (di qui uno di loro si è invaghito), interessarsi per le sorti di una problematica ragazzina intenzionata ad ingaggiarli. Anche il determinato detective della polizia locale fortemente deciso a catturare i quattro finirà col simpatizzare per loro. "Non capisco perché tutti siano così ansiosi di ammazzarsi tra loro, ma visto che siamo così richiesti, vuol dire che il mondo ha veramente bisogno di noi" dice la voce off in una delle scene iniziali, dando il via ad un godibile action girato con brio, senso del ritmo e dialoghi spumeggianti. Non mancano certo pallottole, morti ammazzati e momenti di tensione drammatica, ma il tono prevalente è quello della commedia e alla fine tutto si stempera in una risata.

Voto: 26/30


Loris SERAFINO

28 - 04 - 02

BEYOND HYPOTHERMIA / hg-sk
di Patrick Leung


Prodotto dalla MilkyWay di Johnnie To, il film di Patrick Leung non si allontana molto dalle maglie di una certa tradizione action/melò della migliore Hong Kong cinematografica. Killer solitario, senza amore né vita, costretto a vivere con la pistola sotto al letto, coricandosi sempre ai limiti della veglia. Primo elemento di novità: l'assassino è una donna, per giunta "di ghiaccio" anche in senso letterale, dal momento che la sua temperatura corporea è notevolmente inferiore alla media. E' ovvio: di fronte ad un titolo simile è impossibile evitare il riferimento al John Woo 80/90, ma proprio in ragione di ciò si può dire che BEYOND HYPOTHERMIA si mantiene dignitosamente al'interno di un recinto di simboli e immagini, riuscendo a concludere in maniera soggettiva. Il ritmo si mantiene sostenuto, l'atmosfera - creata con i classici ferri del mestiere: musica, tracce di mélo, rallenti, accelerazioni, duelli coreografici - è densa e tutto ciò che sarebbe lecito attendersi compare puntualmente e con un aspetto ben più che dignitoso. Gli ultimi venti minuti di sarificio e battaglia urbana (peraltro anticipati in apertura, per stimolare lo spettatore a cogliere - alla luce dei fatti a venire - le ragioni profonde di quanto sa già) emergono dall'informe magma degli epigoni.

Voto: 27/30


Andrea DE CANDIDO

26 - 04 - 02