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![]() Il protagonista (e narratore) è Lam, membro di una squadra di poliziotti in borghese nel malfamato distretto di Mongkok, che s'innamora di una stravagante prostituta quando combina un pasticcio durante un'operazione contro le prostitute provenienti dal continente. Lei gli confida che l'amore della sua vita è un assassino a sangue freddo che una volta le ha eroicamente salvato la vita, nel corso di una sparatoria, e che lei sta aspettando il suo ritorno. Le tessere del mosaico si ricompongono ingegnosamente in una sequenza d'azione finale, dopo che il pubblico ha avuto modo di conoscere tutti i personaggi coinvolti. Lo stesso Lam è un ragazzo confuso con gran bisogno di una figura paterna (il padre poliziotto è morto ammazzato in servizio). Lu Lu è un donnaiolo divorziato il cui migliore amico è un picchiatore membro delle triadi, mentre la dura Shirley ha un padre malato terminale e un fidanzato che la tratta come uno zerbino. Classico polizziottesco "made in Hong Kong" in cui non mancano momenti action e le proverbiali sparatorie pirotecniche (che per tecnica non fanno rimpiangere quelle di John Woo) ma che ha il suo baricentro nelle vicende personali dei personaggi che vengono approfondite con sensibilità e mestiere. Leung ha talento da vendere e lo dimostra con la credibilità con cui passa da situazione leggere a drammatiche rese dei conti a suon di piombo. Voto: 26/30 |
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![]() Li, un poliziotto pieno di senso pratico vicino alla pensione, e il suo collega Zhang Lei, un novellino un po' sognatore, hanno una missione da compiere: scortare il truffatore Yu Tai fino a Pechino per il processo. Yu, ormai stanco della vita da fuggitivo, si è costituito alla polizia per risparmiare il prezzo del biglietto del treno per la capitale. Attraverso i paesaggi spogli e desolati dello Shaanxi, si snoda un anomalo "road movie" dal ritmo dilatato e dimesso che si concentra sull'introspezione psicologica dei personaggi e concede pochissimo all'azione. Una sceneggiatura deboluccia e il tono complessivo un po' troppo buonista sono comunque risollevati da un discreto gruppo di caratteristi. Voto: 20/30 |
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![]() FAILAN del Sud Coreano è la storia commovente di tante solitudini che si scontrano. Si scontano senza mai incontrarsi, perchè il destino è quello di rimanere soli, anche nella morte. Un tema forte per una storia ricca di sentimenti e girata con abilità e poesia da un connazionale del ben più celebre regista Kim Ki Duk, da cui a volte Song HAE-SUNG sembra "rubare" qualcosa. FAILAN è il nome di una ragazza cinese che, rimasta orfana, va in Corea in cerca della zia. Ma qui non troverà nessuno e sarà costretta ad organizzare un matrimonio fasullo per prendere la cittadinanza coreana e trovare un lavoro che le permetta di sopravvivere. Il marito "prescelto" è un gangster da quattro soldi che sta per andare in galera. I due non si conosceranno mai di persona, ma tra loro si instaurerà fin dal subito uno strano e forte sentimento che lì unirà per tutta la vita. Voto: 27/30 |
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![]() Tide è il fratello gemello di Tan. I due sono sempre stati molto uniti, anche se i loro caratteri sono opposti: il primo è un tipo tranquillo e pacato che vive ancora a casa con il padre per non lasciarlo solo, dopo la morte della madre; Tan, invece, è un ribelle, che dall'età di 18 anni ha lasciato la sua casa, senza più dare notizie di sé. Almeno fino a quando una mattina due poliziotti non arrivano a casa di Tide per dirgli che suo fratello è stato ritrovato ucciso. Da qui inizia il percorso di ricerca di Tide che, per riuscire a scoprire come sia morto Tan, decide di ripercorrere le tappe fondamentali della vita del fratello, anche grazie all'aiuto della sua fidanzata e del migliore amico. Con BORN WILD Patrick LEUNG si immerge nel mondo della boxe clandestina per raccontare i sentimenti contraddittori della natura umana. I due fratelli gemelli, infatti, non sono altro che simboliche raffigurazioni dell'umanità e la loro lotta rappresenta l'eterno conflitto del genere umano con se stesso. Una regia ricercata ed abile incorona questa storia di violenza interiore, più che fisica, dando la possibilità a Leung di dimostrare la sua capacità di spostarsi tra i generi e di rinnovarsi continuamente. Voto: 26/30 |
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![]() Wang Junsheng è il vicedirettore di uno stabilimento per la lavorazione della soia. La sua prepotente moglie ha appena perso il lavoro e suo figlio, un saputello, sta lottando per potersi iscrivere a una buona scuola superiore. Sul posto di lavoro, dove Wang è molto rispettato, il suo senso di onestà personale ha sempre la meglio, anche nelle rare occasioni in cui lui pensa di dover addomesticare un po' la verità. Le cose peggiorano quando i suoi avidi vicini si approfittano della sua natura generosa coinvolgendolo nella loro lotta contro una compagnia economica. Poi la sua salute comincia a declinare. Dopo che un vicedirettore della sua azienda è stato arrestato per corruzione, anche su Wang si appuntano temporaneamente i sospetti. Uno squarcio sulla Cina contemporanea attraverso la quotidianità di una famiglia come ce ne sono tante. Il tempo che passa, le piccole gioie e i drammi personali e collettivi sono ben dosati e calibrati ma il finale eccessivamente riconciliatore stride con il resto. Voto: 24/30 |
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![]() Sulla scia di TRUMAN SHOW, il regista giapponese Motohiro KATSUYUKI mette in scena la storia di un ragazzo di ventisei anni che ha il grosso problema di trasmettere i suoi pensieri alle persone che lo circondano. Così tutti possono sapere quello che gli passa per la testa e questo lo fa essere un esemplare raro, che un apposito comitato, creato dal primo caso di Trasparente in Giappone anni prima, deve accudire, in modo che non realizzi mai il suo handicap. E se l'idea, per quando bizzarra, poteva essere interessante, il film si snoda in una serie infinita di luoghi comuni, che appesantiscono e ridicolizzano i 130 minuti di pellicola. Questo anche a causa di dialoghi retorici e senza spessore - ad un certo punto la psichiatra arriva a dire ai membri del comitato: "anche i Trasparenti sono esseri umani!"- e di una sceneggiatura a volte confusa e dispersiva. Lo stile di regia ricalca molto quello dei grandi drammi hollywodiani, senza però contenere un'equivalente finezza nella scelta degli attori e nello sviluppo della narrazione. L'idea di un essere che vive protetto dal mondosembra ricalcare la tradizione giapponese di tenere isolati i membri della famiglia reale ed altri illustri personaggi, tanto che la "morale" finale sembra proprioavallare questa scelta. Voto: n.c. |
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![]() La sezione speciale dei Pink Eiga, si apre con MOANS FROM NEXT DOOR, un pink definito "casalingo", perchè è totalmente ambientato all'interno di un condominio, tra gente comune. La storia è quella di una donna che da tempo non ha rapporti con il marito, completamente succube del suo mal di schiena. Un giorno scopre che, da un appartamento vuoto del piano sotto al suo, si sentono un uomo ed una donna fare l'amore nella stanza attigua. Lei si ferma ad ascoltarli ed improvvisamente entra un uomo che le dice di essere il marito della donna che in quel momento sta facendo l'amore con il suo amante nell'appartamento a fianco. I due diventano amici e poi sempre più intimi fino a decidere di scappare insieme. Ma le cose non sono così semplici perchè non sempre la fuga risolve i problemi... All'interno di questo genere così vario e particolare dei Pink Movies - in realtà non si tratta di veri e propri porno, perchè vige la regola di non inquadrare mai gli organi genitali ed inoltre la loro nascita in Giappone negli anni '60 ha alla base forti motivazioni politiche e di ribellione - questo mediometroggio di Sato TOSHIKI sceglie di raccontare i problemi delle coppie comuni, di quelli che lavorano e fanno una vita semplice e normale. Il tutto è trattato con estrema ironia e con un forte senso del ridicolo, senza mai prendere sul serio i personaggi e le loro manie, ma anche senza sminuirne i disagi e le paure. Voto: 24/30 |
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![]() 1995: Kenji muore ucciso dai gas in un attentato nelle strade di Tokyo. 1997: Il tempo dopo la sua morte. L'ex fidanzata di Kenji, Haruka, viene uccisa in un motel da un uomo vestito da coniglio gigante. 1995: Il tempo in cui erano entrambi ancora vivi. Toshiro va da Machiko. Dopo un rapporto sessuale violento lui la lascia nuovamente per tornare dalla moglie. 1989: Il tempo di persone che nessuno dei due conosce. Due ragazzi con le fidanzate si ritrovano dopo il funerale di un ex componente del loro gruppo rock. Passano la notte insieme scambiandosi i partner. L'indomani mattina, uno degli uomini sparerà ad una delle donne. 2002, nel futuro prossimo. Il tempo dopo la morte di entrambi. Kenji e Haruka si incontrano di nuovo e inizia una nuova storia. Pink Eiga "metafisico" e cerebrale che alterna gli immancabili amplessi del genere con dialoghi in cui si disquisisce se sia più lungo "il tempo prima della nascita o il tempo dopo la morte". Esteticamente siamo ai confini della videoarte sperimentale, con interessanti trovate visive e una fotografia satura che accentua i toni astratti di questa piccola opera surreale. Voto: 27/30 |
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Il
regista di Hong Kong, da molti considerato l'erede spirituale di John Woo,
ha ripercorso la sua carriera e ha illustrato in dettaglio la sua tipica
metodologia di lavoro. Tutti i suoi lavori sono frutto della collaborazione con Chan Hing-ka, suo amico fin dalla scuola superiore. Preparano assieme l'idea di fondo per il film, la sviluppano, la strutturano infine in forma di sceneggiatura. I film di Leung nascono dunque da un processo minuziosamente organizzato, che fa capo in maniera esclusiva a lui e a Chan Hing-ka. Ognuno dei film di Leung muove a partire da istanze ben precise e le raffigura con corrispettivi elementi visuali. Leung spiega questo concetto proponendo una differenziazione cromatica di fondo fra i suoi film; definisce SOMEBODY UP THERE LOVES ME un "film rosso", BEYOND HYPOTHERMIA un "film blu" e così via. Leung e Hing-ka determinano fin dall'inizio quale dovrà essere il messaggio visuale del film. Anche nelle fasi successive della lavorazione i due mantengono lo stesso atteggiamento sistematico e compatto: la ricerca sui colori, la composizione delle inquadrature e l'elaborazione della coreografia sono già ampliamente circoscritti a livello di script. Nei film di Leung (eccetto LA BRASSIERE) le scene di combattimento la fanno ovviamente da padrone. A questo proposito il regista ha sottolineato la distanza fra una classica coreografia di arti marziali - solitamente fredda, meccanica e sofisticata - e il suo stile personale, alla ricerca della semplicità e della spontaneità dell'azione. Gli attori, nei suoi film, vivono sulla propria pelle anche le scene più dure, senza ricorso a controfigure o a protezioni; non è raro che gli attori rimangano feriti sul serio sul set. Questo è sicuramente uno dei caratteri distintivi di Leung, che ha veramente pochi rivali quando ottiene risultanti esaltanti come in BORN WILD. Per quanto riguarda la commedia "leggera" LA BRASSIERE, Leung ha spiegato che si è trattato di un lavoro programmato a tavolino, nel tentativo di proporre qualcosa di nuovo e inatteso, considerata la difficile situazione della cinematografia hongkonghese nel 2001. Il suo prossimo lavoro, WHAT BABY WANTS, sarà di nuovo una love story divertente, sulla scia de LA BRASSIERE. Ma Leung ha manifestato l'intenzione di approfondire ulteriormenti i confini del genere "commedia": la storia sarà narrata dal punto di vista di un bambino, in un crescendo di gag folli e demenziali. |
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