
Da martedì 12 a venerdì 15 ottobre, si è tenuto a Milano presso la
fondazione Prada e l’Anteo Spazio Cinema, il Tribeca Film
Festival.
Il Festival è nato su iniziativa di Robert De Niro, Jane Rosenthal
e Craig Hatkoff per celebrare New York come capitale del cinema e per
contribuire al recupero a lungo termine di Lower Manhattan dopo gli attacchi
terroristici dell’11 settembre 2001. L’Edizione 2004 del Festival si è
svolta nell’arco di nove giorni, e dunque più a lungo rispetto alla rassegna
inaugurale del maggio 2002, durata cinque giorni, che ha anche rappresentato
il primo evento culturale su ampia scala celebrato a Lower Manhattan dopo
l’attentato al World Trade Centre. La seconda edizione del Tribeca Film
Festival si è svolta nel maggio 2003. Il Festival di quest’anno si è svolto
dal 1° al 9 maggio in diversi luoghi di Lower Manhattan. Oltre alla
presentazione degli oltre 250 film provenienti da 42 paesi, la rassegna ha
presentato un ampio programma di dibattiti oltre a eventi speciali dedicati
a registi, serate di gala con la proiezione delle grandi anteprime.
Le opere vincenti delle sezioni dei film in competizione dell’edizione 2004
del Tribeca Film Festival sono stati premiati nel corso di una cerimonia al
Tribeca Performing Arts Center che ha visto la partecipazione di una folla
di volti noti e di star. Oltre a premi offerti dai numerosi sponsor, i
vincitori hanno ricevuto 13 premi speciali, creati per l’evento da
altrettanti artisti di fama.
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Questi i lungometraggi presentati nel corso della settimana milanese:
Anteprima Italiana
Arna’s Children
di Juliano Mer Khamis e Danniel Danniel
con Arna Mer Khamis
Israele/Palestina/Paesi Bassi 2003, 84'
Anteprima europea

Lipstick and Dynamite, Piss & Vinegar: the First Ladies of Wrestling
di Ruth Leitman
con The Fabulous Moolah, The Great Mae Young, Gladys “Killem” Gillem, Ida
May Martinez, Penny Banner, Ella Waldek
U.S.A 2004, 75'
Anteprima europea

The Beauty Academy of Kabul
di Liz Mermin
U.S.A. 2004, 74'
Anteprima Italiana
The Green Hat (Lü Mao Zi)
di Liu Fendou
con Liao Fan, Li Haibin, Dong Lifan, Li Congxi, Li Mei, Hai Yitian
Cina 2003, 120'
Anteprima Europea

Killer Diller
di Tricia Brock
con William Lee Scott, Lucas Black, Fred Willard, W. Earl Brown, Niki J.
Crawford, Mary Kay Place
U.S.A. 2004, 93'
Anteprima Italiana
A Touch of Spice (Politiki Kouzina)
di Tassos Boulmetis
con George Corraface, Tamer Karadagli, Ieroklis Michailidis, Renia Louizidou,
Tassos Bantis, Stelios Mainas
Grecia 2003, 108'
Anteprima Italiana
Stage Beauty
di Richard Eyre
con Billy Crudup, Claire Danes, Rupert Everett, Tom Wilkinson, Ben Chaplin,
Richard Griffiths, Zoe Tapper
Gran Bretagna 2004, 99'
Anteprima Europea
2046 ::::
vai a
Speciale 2046
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di Wong Kar-Wai
con Zhang Ziyi, Faye Wong, Tony Chiu-Wai, Gong Li, Takuya Rimura, Carina Lau
Ka Ling, Chang Chen.
Hong Kong/Italia/Francia/Cina 2004, 130'
Si può dire con certezza che l’edizione del Tribeca tenutasi a Milano sia
stata un successo su quasi tutti i fronti.
A partire dalla decisione di rendere libero l’ingresso al pubblico alle
varie proiezioni (cosa che ha garantito una discreta affluenza), fino ad una
selezione di pellicole interessanti che hanno visto,a sorpresa, anche la
premiere di 2046, l’esperimento è riuscito abbastanza bene nonostante
alcuni problemi logistici e di organizzazione interna che comunque spero non
pregiudichino un eventuale seconda edizione milanese.
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Fra i film proposti, oltre alle più ovvie anteprime, i più
interessanti sono stati senza dubbio
Killer Diller di
Tricia Brock, Lipstick and Dinamite
di Ruth Leitman e The Beauty Academy
of Kabul di Liz Mermin.
Killer
Diller
di Tricia Brock
La storia di Holister (Earl Brown),ladro d’auto con la passione per la
chitarra che insieme a Vernon(Lucas Black),un colto pianista affetto da
autismo trasforma un gruppo musicale di detenuti in una band blues di
successo,è nonostante la poca originalità della trama,essenzialmente una
pellicola godibile.
La musica è parte integrante del racconto,ed è proprio la colonna sonora
blues curata da artisti del calibro di Keb Mo' e Tree Adams a fare la parte
del leone e a compensare la mancanza di freschezza di un plot di cui si è
abusato fin troppo nel corso degli ultimi anni.
La recitazione è nella norma per un film indipendente,anche se la
rappresentazione dell’autismo di Lucas Black(Cold Mountain) fa un po’
storcere il naso per il poco realismo e la sospetta somiglianza con il
protagonista dello Sling Blade di Billy Bob Thornton,in cui Black aveva
perfino una piccola parte.
Comunque,complice anche una splendida Niki Crawford nel cast,il film scorre
via senza particolari problemi e si lascia vedere per quello che
fondamentalmente è; una commedia musicale senza troppi fronzoli.
Voto: 18/30
Lipstick & Dynamite, Piss &
Vinegar: The First Ladies of Wrestling
di Ruth Leitman
Sulla scia del successo lasciata da Michael Moore e cloni come
Super Size Me, ecco arrivare
l’ennesimo figlio di una nuova ondata di documentari ironici che siamo
sicuri ci sommergerà durante questa stagione cinematografica. A dire il vero
però, Lipstick & Dynamite è
un film piuttosto riuscito e anche parecchio divertente nel suo stile
scanzonato e senza secondi fini di propaganda. Nei 75 minuti della
pellicola, la regista Ruth Leitman passa in rassegna l’america dei primi
anni ’40, in cui promoter di dubbio gusto adescano giovani e robuste
boscaiole o contadine per trascinarle su ring di Wrestling durante
lunghissime tournèe itineranti. Passa poi rapidamente ai giorni d’oggi,
affermando così implicitamente che in un certo settore dello show-business
le cose non sono poi così cambiate neanche nel giro di sessant’anni.
Grazie ad un riuscito mix di interviste, filmati di repertorio e perfino
spezzoni di vecchi B-movie, la pellicola riesce a tenere lo spettatore
incollato alla poltrona fino alla fine, complice anche la breve durata (75
minuti).
Voto: 20/30
THE BEAUTY ACADEMY OF KABUL
di Liz Mermin
Il secondo dei tre documentari presentati al Tribeca (l’altro è
Arna’s Children) è anche
probabilmente il migliore.
Per quanto infatti sia godibile
Lipstick & Dynamite, non regge proprio il confronto con questo film
fondamentalmente ottimista che segue l’esperienza di un gruppo di
volontarie, che dagli Stati Uniti (dopo la caduta del regime talebano)
decidono di tornare a Kabul (da cui erano dovute fuggire) per insegnare i
segreti della bellezza alle donne del posto. Questo delizioso documento,
della regista di On Hostile Ground,
ci mostra come si possa colpire al cuore dello spettatore senza dover far
necessariamente ricorso a colonne sonore strappalacrime o immagini ad
effetto.
Il ritorno a Kabul è per le volontarie un ritorno alla serenità e, allo
stesso tempo, un viaggio di speranza verso una crescita spirituale.
Le relazioni che si creano fra insegnanti e allieve sono ben catturati
dall’occhio della cinepresa, che però non esita a mostrare in background,
uomini armati al di fuori della scuola a protezione di una libertà arrivata
forse troppo rapidamente.
Probabilmente non arriverà mai nelle grandi sale italiane, e non raggiungerà
di certo gli incassi di un Michael Moore; ma in fondo questo è il duro
prezzo che bisogna preventivare quando si parte col presupposto di fare del
giornalismo serio.
Voto: 23/30
Nella media le restanti pellicole (forse un po’ troppo pretenzioso nel
finale il cinese THE GREEN HAT), anche se l’attrazione principale della
manifestazione sono state ovviamente le proiezioni di STAGE BEAUTY di
Richard Eyre (adattamento cinematografico della premiata opera di
Jeffrey Hatcher che narra di un attore affermato dotato di “stage beauty”,
vale a dire talento per i ruoli femminili ) valorizzata dalla presenza di un
De Niro che però a Milano verrà ricordato come “maleducato” per il
rifiuto dell’Ambrogino, e soprattutto l’Anteprima Europea del 2046 di
Wong Kar-Wai. Quest’ultima ha visto in sala lo stesso regista, accompagnato
dal fedele Tony Leung, che però si è solamente limitato a salutare il
pubblico presente e a seguire in silenzio la proiezione.
L’autore proveniente da Taiwan non è stato però avaro di parole durante il
pomeriggio.
Qualche ora prima della proiezione, infatti, Wong Kar-Wai è stato
protagonista di una interessante conferenza stampa e di un incontro con il
pubblico alla Fondazione Prada.
::: continua nello
Speciale 2046
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