
Passa per Torino il meglio della produzione indipendente americana, meglio
se targata Sundance. David Gordon Green, già vincitore, qui al festival, nel
2000 per il complesso e minimale
George Washington, compone un delicato ritratto di individui e delle
loro scelte. La storia di un primo, difficile amore, fa sospirare la sala,
versare qualche lacrimuccia, e riconoscere un talento di osservazione e
descrizione della fragilità dei sentimenti ammirevoli. Con ironia, Green
tratteggia la nascita e la crescita di emozioni destinate a sfumare, per
natura o per caso - l'impossibilità di qualcosa che non può essere, che
forse, nonostante i presupposti, non sarà mai. I personaggi di
All the Real Girls
preferiscono i silenzi alla parola, sguardi ed emozioni contratte, macchiate
da un umorismo discreto, e dallo splendido ocra della fotografia che tinge
di un colore autunnale la natura malinconica di un piccolo paese industriale
della Carolina del Nord. Non trova una soluzione pacificatoria, Green, per i
suoi ragazzi innamorati ed infelici. Il viaggio, ancora una volta, è più
importante della meta.
16.11.2003
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