
Piange Anahí Hoeneisen, responsabile della distribuzione all’estero di
Fuera de juego, ricordando il
collasso economico e morale del suo paese, l’Equador. Un paese che ha visto
negli ultimi anni un progressivo peggioramento inarrestabile delle
condizioni sociali, tale da spingere gran parte della popolazione attiva
all’estero, ed in Europa in special modo. La realtà equadoriana che passa
sugli schermi delle emittenti locali e sulle strade, accuratamente
testimoniata dal regista Víctor Manuel Arregui con inserti documentari,
lascia poco spazio alla speranza.
Per gli abitanti delle favelas di Quito, il futuro apre soltanto alla fuga o
alla disperazione, alla piccola delinquenza (votata ad una impietosa morte
sulla strada) e al sogno di una (improbabile) vittoria sui banchi del bingo.
Risparmiatori derubati dei crediti bancari, la dura repressione della
polizia, la fermezza di un governo militare prossimo al crollo (il film è
stato girato poco prima delle elezioni che hanno portato all’attuale
presidenza di Lucio Gutierrez), sono lo sfondo di una storia, una delle
tante possibili, di desiderio di una vita normale, di desideri
adolescenziali e di impossibilità.
Vincitore della sezione Cine en costrucción alla scorsa edizione del
Festival di San Sebastian-Donostia,
Fuera de Juego ha il dono di saper mostrare, senza concessioni al
pietismo del falso impegno, un paese mediaticamente citato, discusso,
analizzato.
Troppo, forse, per “meritare” di non essere dimenticato.
17.11.2003
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