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Ahimé, anche il cinema coreano
recentemente così notevole ci porta talvolta cocenti delusioni. Questa
ultima demenza la si potrebbe fiutare già dal soggetto. Un giovane si
convince che un pezzo grosso dell’industria farmaceutica è in realtà
un alieno e lo rapisce per smascherarlo. Di qui un inarrestabile
fluire di imprevedibile diramazioni narrative, divagazioni,
sottotrame, inutilità, citazioni/oltraggi di
Star Wars e 2001,
crudeltà, allusioni politiche, satira sociale, e quant’altro. Senza
che si arrivi a niente, e senza che da tutto questo trionfo del
gratuito emerga una qualche minima godibilità. Folle fino alla noia e
oltre, il film soccombe nel tentativo votato al fallimento di
spettacolizzare ogni singola particella narrativa. Un terremoto
sensorial-registico, poi un altro, poi un altro, poi un altro ancora,
generalmente producono la fuga dalla sala dopo tre quarti d’ora, o
comunque la perdita di qualsiasi interesse. 21.11.2003
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