SULLA MIA PELLE

di Valerio Jalongo
(Italia, 2003, 35mm, 102')

di Alberto CASINI


Assieme a I CINGHIALI DI PORTICI di Diego Olivares, anche l’altro lungometraggio italiano in concorso alla ventunesima edizione del Torino Film Festival SULLA MIA PELLE di Valerio Jalongo, ci porta in una Campania fantasmizzata e terra di confine. Forte della sua esperienza come insegnante presso il carcere romano di Rebibbia, lo sguardo di Jalongo ci accompagna nella parabola esistenziale di Tony; detenuto in regime di semilibertà. Vicenda tutta racchiusa nelle parole del regista: «la condizione dei semiliberi è estremamente dura perché schizofrenica e ambigua. È un beneficio ma nello stesso tempo è ancora una pena [...] Si potrebbe dire che il loro mondo morale segue una geometria diversa dalla nostra: curvature e campi di forza, vuoti e pieni, non coincidono con quelli riconosciuti dalla società. Eppure in alcune occasioni uomini come Tony sanno essere molto più moralmente rigorosi degli onesti».
Un vivere sospeso, ma che comunque porta a prendere delle decisioni; sicuramente più consapevole dei gestori dello stabilimento, piccoli imprenditori impossibilitati a raggiungere un vero riscatto sociale: è il Sud, ma anche tutta l’ Italietta di oggi. Finale noir che trova la sua sublimazione nella splendida cornice della riviera campana; confine labile tra vita e morte, disperazione e salvezza.
Buona prova recitativa di Ivan Franek (BRUCIO NEL VENTO di Silvio Soldini); mentre Stefano Cassetti dopo ROBERTO SUCCO (2001) di Cédric Kahn, rischia di trovarsi ingabbiato, suo malgrado, nel personaggio di criminale-detenuto-psicopatico.
 

05.12.2003