intervista a John WATERS

di FASSONE/FERRARI

Abbiamo incontrato John Waters in occasione della retrospettiva dedicatagli dal Gay&Lesbian Film Festival di Torino, un momento di riflessione sull’eccezionalità della figura di Waters nel panorama del cinema americano ed un’ottima occasione per presentare A DIRTY SHAME, nuovo lavoro del ribelle di Baltimore ancora inedito in Europa. Un cinema che si trastulla con la fine line che divide provocazione e nichilismo e che applica l’estetica del bruttissimo ad una carnalità che sembra voler mostrare pieghe metafisiche (in questo senso Divine che sentenzia la morte degli “avversari” in PINK FLAMINGOS è davvero una divinità). Ma quello di John Waters è anche uno sguardo che ha saputo infiltrarsi anche nelle pieghe dell’establishment, gorgogliando sotto la superficie di film “per famiglie” (HAIRSPRAY) ed esplodendo nella significativa falloforia finale di questo nuovo, ipertrofico, A DIRTY SHAME, compendio delirante dei più bizzarri feticismi e punto di fusione dell’ossessione sessuale americana, sospesa tra sexploitation e fanatismi religiosi, tra la tradizione a stelle e strisce del blow job e la sessofobia neoconservatrice.

KINEMATRIX Ci sembra che il suo cinema sia in bilico tra un approccio visivo nichilista ed aggressivo ed una coscienza sociale e politica molto radicata...
 

JOHN WATERS Cerco di non essere troppo ovvio per quanto riguarda la politica. Se riesci a far ridere qualcuno su un tema per il quale non ha mai riso, a quel punto puoi cercare di cambiare il suo punto di vista. Quando il pubblico ride, le armature, le armi cadono. Possono essere contro di te fino a quando non ridono, dopo ti ascoltano. Prendo in giro solo le cose che mi piacciono; da questo punto di vista, il mio approccio non è mai malizioso, anche quando è estremo. Non credo di esprimere odio. Credo che l’odio possa essere divertente per cinque minuti, non novanta. Non mi piace essere ovvio riguardo alle cose che tratto. Questo nuovo film è polemico; attira gli spettatori perchè pensano che sia una normale commedia, ma alla fine fa in modo che la prossima volta che incontreranno qualcuno che lecca la sporcizia per terra, saranno più gentili con lui. Ho visto un tipo che lo faceva davvero in un sex club. Si masturbava mentre leccava il pavimento e io mi sono detto: “Grazie a Dio non ho questa perversione!” Ho anche visto un tale, un camionista, che faceva leccare le gomme del camion al suo partner!

KMX Dal punto di vista visivo e tematico, A DIRTY SHAME ha molto in comune coi suoi vecchi lavori. Alcune sequenze sembrano voler essere un tributo ai suoi primi film o ai film che l’hanno ispirata...


JW I film di sexploitation sono quelli con cui sono cresciuto e che amo. Ecco perchè nel mio film, quando un personaggio ha un flashback, invece di rivedere scene della propria vita, vede sequenze di sexploitation. Quei film ora sembrano innocenti e divertenti, ma quando uscirono erano praticamente dei porno. In A DIRTY SHAME cerco di riflettere su quanto si potesse mostrare allora e quanto si può mostrare ora, le cose che si potevano dire allora e quelle che si possono dire oggi. Quello che si considerava sesso “normale”, ora è “non protetto”, quindi un atteggiamento responsabile è fare sesso “pervertito”; tutti i feticismi sono sani e responsabili. Ecco perchè le prostitute li praticano: perchè è sicuro e legale! Non ti possono arrestare per aver chiesto dei soldi a qualcuno che voleva leccare il pavimento o per essere un adult-baby (si riferisce alla pratica sessuale di travestirsi da neonati NdA). Tra l’altro, abbiamo comprato i vestiti da adult-baby da un sito che li vendeva a 200$; è troppo per me! Ho tirato una riga sull’essere un adult-baby...

KMX Quindi niente adult-baby e niente leccate al pavimento?


JW Leccare il pavimento... Non ci ho mai pensato ma, sai, sono nell’autunno dei miei anni... Comunque preferirei leccare il pavimento che essere un adult-baby. Sembrano così stupidi! Se sei un leccatore di pavimenti, almeno puoi vestirti come ti pare. Quando ne ho visto uno vero, aveva addosso solo un paio di mutande sporche...

KMX C’è qualche evento particolare che l’ha ispirata per la realizzazione di questo film?


JW Andavo spesso in un club di New York chiamato "Hellfire". C’erano anche personaggi famosi ed era aperto a gay e etero indistintamente. Questo genere di cose accadevano continuamente lì. C’è anche un libro chiamato “The Erotic Minorities” che ho letto quando ero al liceo, quindi ero già informato su questo tipo di cose. Sai, tutto è stato fatto ormai e io ho sempre pensato: “Quanto sarebbe bello se qualcuno inventasse un nuovo atto sessuale!”. La moglie di Walter Matthau, Carol, ha scritto un libro, “Among The Porcupines”, in cui racconta che quando era giovane, dopo aver fatto il suo primo pompino, si convinse di avere inventato il sesso orale! Da questo nasce l’idea di inventare un nuovo atto sessuale.

KMX Dice di aver realizzato questo film per prendere in giro i sexploitation movies; aveva intenzione di mettere in ridicolo anche aspetti della vita sociale?


JW Ho realizzato questo film per divertirmi con i sexploitations, non per prenderli in giro. Questo film parodizza il concetto di politicamente corretto. I liberali dicono: “tolleranza per tutto”; io ho tolleranza per tutto? Tollero davvero gli adult-babies? Se avessi un figlio che mi dice: “Papà, sono un adult-baby” sarei assolutamente sconvolto. Per questo mi sono chiesto se la tolleranza poteva spingersi troppo in là. Ovviamente non voglio che si faccia del male a nessuno, ma è decisamente strano essere un adult-baby! Si dovrebbe andare dallo psichiatra! Mi è stato detto che Michael Jackson ha questo tipo di feticismo. Oltre a tutto il resto...

KMX Il “gran finale” di PINK FLAMINGOS (in cui Divine mangia un vero escremento di cane NdA) sembra un manifesto del suo cinema. Si ha l’impressione che in quel caso volesse allargare i confini di ciò che si poteva mostrare su uno schermo...
 

JW Volevo farlo in modo divertente... Nel 1971 era uscito GOLA PROFONDA e quindi era stato inventato il genere del “porno-chic”. Io pensai: “Cosa posso mettere in un film che non sia illegale?”. Volevamo fare qualcosa che nessuno aveva mai fatto e che nessuno avrebbe mai copiato. Nacque per scherzo, era una specie di trovata pubblicitaria e in effetti era sostanzialmente “TV verità”. La stessa cosa che sta facendo ora Johnny Knoxville con JACKASS. Volevamo dire alla gente: “Non siete sconvolti dal fatto di non riuscire più a sorprendervi di niente dopo il porno?”. Il 1971 era un periodo molto radicale; era prima dell’AIDS e la gente era davvero promiscua, c’erano sex bar ovunque. Il porno era diventato improvvisamente vecchio, quindi io pensai di trovare qualcosa di nuovo. E anche oggi nel porno, tutti si rifiutano di girare due tipi di film: quelli con i minori e quelli con la merda. Quindi anche nei porno shop non si vende PINK FLAMINGOS perchè sarebbe illegale.

KMX Quindi era tutta pubblicità?
 

JW Era uno scherzo, era una specie di MONDO CANE, uno shock-u-mentario. Una cosa che sapevo era che quando uscivi dal cinema, anche se non ti era piaciuto il film, avevi qualcosa da raccontare. E la gente era davvero spaventata da questa cosa. Alcuni pensavano che vivessi in una roulotte con Divine e che lei fosse mia moglie e che mangiassimo merda di cane. Lo pensavano perchè il film era girato malamente e sembrava un documentario. Quando andavamo in giro la gente ci offriva merda di cane e noi rispondevamo: “Oddio, no, per favore!”. Alcune persone che avevano davvero questa perversione vennero ad una stazione radio e ci dissero: “Noi lo facciamo davvero!”; erano arrabbiatissimi e io dovetti spiegare loro che non volevo offendere nessuno.

KMX L’abbiamo vista alla proiezione di un documentario su Pasolini e penso che ci sia un legame che vi unisce. In qualche modo entrambi avete la capacità di far convergere in modo molto naturale spirito e carne, divinità e... merda...
 

JW Amo Pasolini! La scena di A DIRTY SHAME in cui Johnny Knoxville levita viene da TEOREMA! Pasolini è stato una grande influenza per me. Quando disse: “Sono cattolico, sono omosessuale e sono comunista” rimasi senza fiato; che frase! Era tutto ciò che non si poteva essere da noi in America e dire una cosa del genere significava davvero mettersi nei guai. Era anche “omosessualmente scorretto”; non era inserito nel movimento gay perchè negli anni ’60 diceva cose tipo: “Sono più vicino alla polizia che ai dimostranti perchè i poliziotti sono proletari, gente che lavora.” Il suo approccio politico era molto interessante perchè non era mai corretto: nè a destra nè a sinistra. Era straordinariamente bello ed era un grande regista. Amava i ragazzi e sfortunatamente questa è stata la sua rovina, ma ne era conscio. Non credo che il suo omicidio avesse radici politiche; penso che fosse solo una nottata storta... succede quando ti piacciono i ragazzini... è parte del rischio...

KMX Ha detto che il pubblico che seguiva i suoi film nei primi anni ’70 era composto da “proto-punks”; che rapporto ha con il movimento punk e come ne accolse la nascita e l’esportazione negli Stati Uniti nei tardi anni ’70?


JW Ai miei film andavano hippies che non amavano gli altri hippies, gay che non amavano gli altri gay. Fui immediatamente attratto dal movimento punk; nei primissimi tempi i sex shops avevano la foto di divine con la cresta presa da FEMALE TROUBLE. Fu una delle prime icone del punk. Sicuramente avevamo fatto un film punk senza saperlo; FEMALE TROUBLE aveva il look del punk! E’ stato un movimento che ho amato molto e mi sento ancora più a casa in un locale punk che in un locale gay; sono più a mio agio perchè in punk sono quelli che causano più problemi ancora oggi. C’erano molti gay nel movimento punk, ma non si riconoscevano perchè non aderivano allo stereotipo del gay. Mi sentivo molto vicino ai punk e so per certo che amavano Divine fin dai primi tempi e che furono molto buoni con me. Volevano cambiare tutto e ce la fecero! Non ho ascoltato musica contemporanea tra i Beatles e il punk... un bel periodo...