tff - torino film festival 31ma edizione
Torino, 22 / 30 novembre 2013
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recensioni |
> Blood Pressure di Sean Garrity > Blue ruin di Jeremy Saulnier > C.o.g. di Kyle Patrick Alvarez > Computer chess di Andrew Bujalski > CLUB SaNDWICH di Fernando Eimbcke > DRINKING BUDDIES di Joe Swanberg > EL LUGAR DE LAS FRESAS di MV Daneris > ENOUGH SAID di Nicole Holofcener > fuoriscena di MDonati/ALeone > il sud è niente di Fabio Mollo > la mafia uccide... di Pierfrancesco Diliberto > la sedia... di Carlo Mazzacurati
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ONLY LOVERS LEFT ALIVE di Jim Jarmush > PRINCE AVALANCHE di di Mariana Rondón > Sweetwater di Logan Miller > the husband di Bruce McDonald > wrong cops di Quentin Dupieux > Retrospettiva NEW HOLLYWOOD |
drinking
buddies
Festa Mobile |
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25/30 |
Un
birrificio artigianale, un’equipe di omaccioni che vi lavorano
ed una donna tuttofare (con il volto di Olivia Wilde), maschiaccio ed in
grado di bere più di tutti i suoi colleghi messi insieme. Questo il
background di Drinking Buddies,
commedia indie del regista Joe Swanberg. Protagonisti, due colleghi/amici -
Olivia Wilde ed il meno noto Jake Johnson - con una notevole complicità ed
una più o meno repressa attrazione reciproca (nonostante i rispettivi
partner), elemento che fa da canovaccio all' intera pellicola. Buona
l’intesa tra i due attori principali - Wilde è una vera e propria
catalizzatrice d’attenzione, che seduce ad ogni sguardo e sorriso - al
contrario, più (volutamente?) sottotono quella dei loro due compagni, Anna
"Tra le nuvole” Kendrick e
Ron Livingston. Intuibili scambi di coppia e prevedibile svolgimento delle
vicende, nel complesso regnano semplicità di tematiche e tranquillità. Il
regista non ha avuto il coraggio di correre qualche rischio (cosa che,
forse, avrebbe alzato il livello complessivo dell’opera), ma, tutto sommato,
riesce nell’intento di far trascorrere allo spettatore una gradevole ora e
mezza. |
di Jeremy Saulnier
Torino 31 |
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29/30 |
Film in concorso al 31°
Torino Film Festival, opera prima del direttore della fotografia Jeremy
Saulnier. Un lavoro interessante, intenso e ben strutturato. Seguiamo la
vendetta di Dwight Evans, una persona normale che dopo l’uccisione dei suoi
genitori ha scelto la strada e una vita di espedienti. |
IL SUD È NIENTE
Torinofilmlab |
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20/30 |
Il Meridione italiano, i suoi silenzi ed i
suoi segreti incarnati in una famiglia composta da un padre, (Vinicio
Marchioni), una figlia (Miriam Karlkvist, per la prima volta sullo schermo),
il fantasma di un fratello morto e le saltuarie apparizioni di una nonna
dall’aspetto bonario. |
la mafia uccide solo d'estate
Vincitore Premio del Pubblico |
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22/30 |
Arturo è nato nel 1972, frequenta la scuola media di quartiere, è un ragazzino curioso e sufficientemente timido con le ragazzine della sua età. è un bambino come gli altri, ma è nato a Palermo. La congiunzione avversativa è d'obbligo poiché Arturo fin dalla sua nascita, avvenuta nella stessa clinica dove nacque la figlia di Totò Riina, ha a che fare con la mafia. Tutti, dai suoi famigliari agli amichetti di scuola, nominano la mafia, ma nessuno sa spiegargli esattamente di che cosa si tratti. Crescendo Arturo si rende conto di come la sua città sia effettivamente governata dai boss e quanto l'omertà e la paura regnino in tutte le case, compresa la sua. La Mafia Uccide Solo d'Estate è la storia di un bambino (poi uomo) che si ritrova, in parte inconsapevolmente, in parte per scelta, a combattere una piaga che affligge la sua terra. Pif si racconta in un film che apparentemente può sembrare un film già visto, ma capace di smuovere qualcosa nell'anima come se fossimo messi al corrente per la prima volta degli omicidi di mafia.
La naturalezza e la soggettività della
narrazione, resa attraverso gli occhi di un ragazzo, porta lo spettatore ad
immedesimarsi nel personaggio del giovane Arturo/Pif, il quale ci rende
partecipi dei propri sentimenti, delle proprie paure, della propria rabbia. |
CLUB
SaNDWICH
Vincitore Premio Miglior Film |
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30/30 |
Delicatezza, timido
pudore e forte emotività colpiscono subito lo spettatore, sin dalle prime
inquadrature. |
fuoriscena
TFF Doc |
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27/30 |
Un documentario che
ripercorre la vita all’interno dell’Accademia Teatro alla Scala, le amicizie
fra gli studenti, le ambizioni, le paure, i confronti. |
la sedia della felicità
Festa Mobile |
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20/30 |
Dino (Valerio Mastandrea) è un tatuatore alle prese con il divorzio, Bruna (Isabella Ragonese) è un'estetista sommersa dai debiti. I due lavorano a pochi metri di distanza l'uno dall'altra ma non si conosceranno fino a quando, grazie a una confessione sul letto di morte di Norma Pecche, madre di un famoso bandito, Bruna inizia una vera e propria “caccia al tesoro”. Infatti Norma confessa alla fidata estetista che nella sua vecchia casa c'è una sedia all'interno della quale è nascosto un tesoro. La disperata Bruna decide di conseguire da sola la caccia ma si vedrà costretta a chiedere aiuto a Dino e insieme iniziano un'avventura esilarante alla ricerca di un tesoro che non avrà le sembianze che i due protagonisti si aspettano. A distanza di tre anni da La Passione (Italia, 2010), Carlo Mazzacurati realizza una bella commedia dal gusto puramente veneto, che insiste sui pregiudizi della gente fra cui il regista è cresciuto e ha vissuto; dal razzismo più spiccio all'avarizia più spietata, che caratterizzano persino il prete Padre Weiner interpretato da Giuseppe Battiston. Le sequenze del film sono spesso attraversate da piccoli “sketch” interpretati da attori italiani a cui Carlo Mazzacurati ha sempre offerto uno spazio nei suoi film; Silvio Orlando, Antonio Albanese, Raul Cremona, Fabrizio Bentivoglio, per citarne solo alcuni. Degne di nota sono le interpretazioni dei due protagonisti Valerio Mastandrea e Isabella Ragonese, fra i quali si percepisce un'alchimia molto forte e d'effetto che rende il pubblico capace di affezionarsi a due personaggi molto goffi, imbranati e provinciali, ma profondamente reali. Guardando La sedia della felicità si ride tanto e ci si lascia alle spalle la pesantezza della vita di tutti i giorni, scopo che Mazzacurati ha annunciato in apertura al film e raggiunto con successo; la sala della prima era gremita di spettatori e perfino la troupe ha ricevuto una massiccia dose di applausi insieme agli attori protagonisti e al regista. |
wrong cops
After Hours |
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28/30 |
Notevole
esempio di ciò che si potrebbe definire “fiera dell(a)’ (dis)umanità”. Dove
poter trovare bassi istinti messi a nudo, situazioni paradossali che
strappano più di una risata e musica elettronica, che accompagna lo
spettatore durante il suo ingresso nella quotidianità quasi surreale di un
gruppo di poliziotti ben più che negligenti. Da non paragonare alla
goffaggine delle squadre di Scuola
di Polizia: i “wrong cops” sanno - il più delle volte - quello che
fanno. E quello che fanno è infrangere la legge, loro per primi, smerciando
droga, abusando del loro potere per prestazioni sessuali, ricattando
colleghi… Esseri umani scorretti, rozzi al limite del nauseabondo e capaci
di sfogare i loro più bassi istinti anche di fronte alla morte, con
risultati sorprendentemente divertenti. |
c.o.g
Torino 31 |
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18/30 |
David è in viaggio per l'ovest, verso i raccolti di frutta
dell'Oregon dove spera di poter essere assunto per l'annuale raccolta delle
mele. Lo scopo del suo viaggio è la ricerca di sé lontano dalla famiglia,
dal college e dalla vita di tutti i giorni. Molte saranno le persone che
incontrerà e che gli faranno cambiare opinione sui rapporti umani, chi in
meglio, chi in peggio. Un viaggio pieno di speranza che porterà il
protagonista a comprendere meglio il suo essere. |
ENOUGH SAID
Festa Mobile |
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27/30 |
Una commedia indie tenera e romantica sull'amore maturo,
anzi, sui “secondi amori” maturi. Eva, massaggiatrice e madre di una figlia
che presto partirà per il College, e Albert (James Gandolfini), suo coetaneo
corpulento e divertente, sono due genitori divorziati, che si conoscono ad
una festa. Durante la medesima festa, Eva conoscerà Marianne, donna
raffinata ed elegante, ma ex moglie di Albert. Eva scoprirà la coincidenza
verso metà film, e da lì inizieranno i problemi. I fan de “I Soprano”,
abituati a vedere Gandolfini in vesti mafiose, rimarranno sorpresi dalle sue
doti recitative più delicate e romantiche, dalla sua presenza scenica
imponente ma introversa... L'attore regala davvero un'ultima interpretazione
positiva (Gandolfini è scomparso prematuramente lo scorso Giugno). Un
elemento poco esplorato, all'interno della pellicola, è il rapporto
madre-figlia: messo in secondo piano e poco sviscerato, lascia forse troppo
spazio al tragicomico dramma amoroso che coinvolge Eva e Albert. |
the husband
Festa Mobile |
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16/30 |
Henry, giovane padre del piccolo Charlie, si ritrova a
dover affrontare il giudizio spietato delle persone che lo circondano. Sua
moglie Alyssa, infatti, è in galera per aver avuto un rapporto con uno
studente quattordicenne: Colin. Henry decide di affrontare il suo “rivale” e
incomincia una serrata rincorsa alla reputazione perduta. |
ONLY LOVERS LEFT
ALIVE
Festa Mobile |
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30/30 |
Essere un vampiro, e sopravvivere nel Ventunesimo secolo.
Essere un vero vampiro, e sopravvivere nel Ventunesimo secolo. Nell’era di Twilight et similia, Jim Jarmusch ci restituisce il vampiro delle origini, il vampiro decadente, bellissimo, che ingolla centellinando razioni di sangue acquisito con difficoltà. E, sorso dopo sorso, regala agli spettatori umani espressioni estatiche ed appagate. Adam ed Eva (nomi profetici?) sono una coppia di vampiri, innamorati ed uniti sebbene vivano in luoghi diversi del globo (lui a Detroit, lei a Tangeri). Si ricongiungeranno proprio a Detroit, dove saranno colti alla sprovvista dalla visita della sorella (?!) combina guai di Eva, interpretata da Mia Wasikowska – piccolo neo nel panorama della pellicola. Tilda Swinton (Eva) incanta e seduce con la sua non-bellezza, con il suo fascino spiazzante e senza tempo. Il suo compagno di scena, Tom Hiddlston (Adam), incarna il vampiro decadente ed allo stesso tempo il rocker dannato: accoppiata decisamente letale e vincente. Entrambi amano la vita. Amano l’espressione del bello in ogni sua forma (con una predilezione per la musica, altra ufficiosa protagonista della pellicola). Gli umani, gli “zombie” (come li definiscono Eva e Adam), non amano la vita quanto i vampiri… Eppure dovrebbe essere l’opposto, dal momento che il destino concede ai mortali di assaporarla per un periodo di tempo determinato. La pellicola è un inno alla vita, succhiata nel suo midollo (come direbbe Henry David Thoureau) solo dai “non-vivi”, dai vampiri. Solo chi ama la vita resta in vita – ci piace pensare che siano questi i “lovers” del titolo. Un film magnetico e coinvolgente, consigliatissimo, di una raffinatezza decisamente rara. |
di Sean Garrity
Festa Mobile |
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26/30 |
Si parte dal nero. Una voce over accompagna lunghe riprese
dall’alto di una città senza confini. Case tutte uguali che si ripetono
all’infinito, sotto un occhio vigile che tutto osserva. |
PRINCE AVALANCHE
Festa Mobile |
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26/30 |
Immaginate la natura selvaggia di INTO THE WILD, o le
montagne impervie di BROKEBACK MOUNTAIN. Bene, in PRINCE AVALANCHE ritroviamo Emile Hirsch, che ha come compagno d'avventura e di tenda Paul Rudd, fidanzato di sua sorella. Inutile dire che le vicende prenderanno una direzione ben diversa rispetto a quelle di INTO THE WILD o di BROKEBACK MOUNTAIN, ma il depistaggio valeva la pena. Terra “selvaggia”, isolamento, due uomini che vogliono/devono conoscersi, questo il background. Alvin (Paul Rudd) e Lance (Emile Hirsch) devono ridipingere la segnaletica orizzontale in un bosco texano, danneggiata a causa di un incendio. I due uomini, l'uno riflessivo e amante della natura, l'altro giovane ed esagitato, impareranno a convivere, a conoscersi in quel luogo dove le vere protagoniste sono la natura e l'isolamento. Tema portante quello dell'incapacità, da parte di entrambi, di stare al mondo, di relazionarsi con le persone, di costruire rapporti. I due uomini non devono solo riparare la strada, ma anche aggiustare il loro modo di stare al mondo. Emile Hirsch, nella natura selvaggia, ci stà bene sia a livello estetico sia a livello recitativo; Paul Rudd, dal canto suo, ci regala una delle sue prime interpretazioni drammatiche...una parte insolita, per lui, ma ben interpretata. La realizzazione del film non può ricevere critiche pesanti, tuttavia... Sembra sempre, durante lo svolgersi degli eventi, che qualcosa non torni. Che qualcosa di non detto dovrebbe essere esplicitato. Le apparizioni improvvise di personaggi insoliti sulla strada in ricostruzione (sono persone vere?) non aiutano a fare chiarezza. Curiosità: PRINCE AVALNCHE è il remake del film islandese Á ANNAN VEG, diretto da Hafsteinn Gunnar Sigurðsson e vincitore del Torino Film festival del 2011. Inoltre, David Gordon Green è stato premiato al Festival di Berlino per la Miglior Regia. |
pelo malo
Torino 31 |
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21/30 |
Junior ha nove anni e vive in un quartiere popolare di
Caracas; il suo più grande cruccio è la chioma riccia che tenta di lisciare
in tutti i modi in vista della foto dell'annuario scolastico. |
di Logan Miller
After Hours |
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27/30 |
Omaggio a Tarantino, con
una punta di fratelli Coen. Opera di Logan Miller - anche lui film maker in
coppia con il fratello - direi che i rimandi sono piuttosto espliciti. |
computer
chess
After Hours |
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17/30 |
Probabilmente, le
intenzioni di Andrew Bujalski erano quelle di creare un mockumentary
indefinito e allucinato, ma comunque coinvolgente. |
el lugar de las fresas
TFF Doc |
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29/30 |
Film-documentario che racconta la storia di bontà e amicizia
instauratasi fra Lina, contadina settantenne, Hassan, giovane immigrato
marocchino in cerca di lavoro al mercato di Porta Palazzo (dove Lina ha il
suo banco), e la stessa regista. |
New Hollywood |
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30/30 |
Un grande festival; non si
possono usare parole differenti per descrivere il 31° Torino Film Festival.
Quattordici film in concorso, ventiquattro prime nazionali, ampio spazio di
espressione per i registi emergenti. Ma ciò che più colpisce è la strepitosa
retrospettiva denominata “New Hollywood”; trentasei capolavori realizzati
fra il 1968 e il 1975 che la maggioranza del pubblico in sala non aveva mai
avuto la possibilità di ammirare su grande schermo. |
31.mo torino film festival Torino, 22 / 30 novembre 2013
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