La terza edizione del Think
Forward Film Festival si è svolta il 6 -7 Dicembre presso la Fondazione
Querini Stampalia a Venezia.
Il festival, con
l’obiettivo di approfondire e divulgare il tema dei cambiamenti climatici e
delle energie rinnovabili, si è aperto per il secondo anno a un concorso
internazionale di cortometraggi.
Da veneziana, non posso che essere entusiasta dell’iniziativa dell’International Center for Climate Change, in collaborazione con la
Fondazione Eni Enrico Mattei e la Fondazione Giorgio Cini, che hanno
permesso alla città di porsi al centro di un dibattito così attuale. Diciassette i cortometraggi
in concorso, realizzati dopo il 1° Gennaio 2013 con una durata massima di 20
minuti. Direttori del Festival Alberto Crespi e Rocco Giurato, giuria
composta da Luigi Vittorio Cogliati Dezza, Michele Emmer, Luigi Lo Cascio,
Chiara Mio e Alba Rohrwacher.
Premesse ottime per questa
terza edizione!
I corti presentati sono
annunciati come sollecitazione delle coscienze e contenitore di soluzioni
che, a partire dalla quotidianità e dalle piccole azioni, cambiano poco a
poco, ma radicalmente, il nostro stile di vita. Al concorso hanno
partecipato molti corti animati, lasciando intendere a chi ancora non ne è
convinto, come il cosiddetto “cartone animato” sia ormai consolidato nel
raccontare altro rispetto a quello che è disneyano.
The Song of Niyamgiri
è il corto vincitore del primo premio assoluto. Del regista Niki Nirvikalpa
(India) è un’animazione basata su una canzone aborigena indiana che racconta
il mito della creazione. Linee nere e macchie d’acquarello accompagnano il
ripetersi della voce antica e profonda che cantando evoca immagini
ancestrali. Le immagini animate sono d’accompagnamento, visioni personali e
stilizzazioni che ricordano le pitture rupestri.
Menzione speciale a Young Ice, di Derek Hallquist (USA), che si aggiudica anche il premio
del pubblico. Il regista parla in prima persona e ci accompagna nel suo
viaggio in Alaska che compie su sollecitazione del suo suocero: un chimico
astrofisico che studia il ghiaccio giovane e il fenomeno dello scioglimento
dei ghiacci che sta provocando un cambiamento climatico a livello globale. Due questioni fondamentali
stimolano la riflessione: gli avvertimenti lanciati da studiosi e scienziati
risultano esagerati per le persone che pensano si faccia del terrorismo -
non vogliamo ascoltare, oppure sentiamo e rispondiamo con ignavia.
La seconda cosa che risalta è quanta collaborazione arrivi da parte delle
popolazioni locali, che si rendono parte attiva grazie alla loro
partecipazione e alle conoscenze profonde legate alla terra abitata.
Menzione speciale e premio
delle scuole per Outlaws in air city, di Bernd Hezel e Ephraim
Broschkowski (Germania), un’animazione in stile cartoon prodotta da Climate
Media Factory, un laboratorio tedesco che si occupa dello sviluppo di
comunicazione scientifica intuitiva e d’intrattenimento (e che al festival
ha presentato anche The value of soil, infografica sulla terra
fertile e sulla poca attenzione che si fa nello sfruttamento esagerato e
irreversibile del terreno). Outlaws in air city
mira a collegare
inquinamento atmosferico e cambiamento climatico raccontando in modo
simpatico e spensierato come azioni piccole influenzino “il grande” e il
local agisca sul global.
Sensibilizzare è la parola chiave di questo festival, che lascia la
convinzione che ci sia qualcosa di molto sbagliato nell’ andamento del mondo
e sia impellente il bisogno di cambiare le nostre abitudini. Tuttavia,
quanto questi cortometraggi riescano a essere incisivi, è una cosa che
personalmente non ho ben chiara.
Tecnicamente e
concettualmente mi è sembrato che gli autori trattassero un argomento di cui
comprendevano l’ampiezza, ma non riuscivano a scendere in profondità. Il
limite comune di tutte le opere in concorso mi è sembrato una certa
superficialità concettuale. Molti dei corti inoltre erano prodotti senza una
grande attenzione estetica o ricerca stilistica, segno evidente che c’è da
lavorare molto, e che, anche grazie ad occasioni come quelle che offre il
TFF Festival, si deve operare per migliorare le future produzioni.
26/30
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