think forward film festival

edizione 2013

 

Venezia, 6-7 dicembre 2013

 

 

think forward 2013

di Ludovica MANTOVAN

La terza edizione del Think Forward Film Festival si è svolta il 6 -7 Dicembre presso la Fondazione Querini Stampalia a Venezia. Il festival, con l’obiettivo di approfondire e divulgare il tema dei cambiamenti climatici e delle energie rinnovabili, si è aperto per il secondo anno a un concorso internazionale di cortometraggi. Da veneziana, non posso che essere entusiasta dell’iniziativa dell’International Center for Climate Change, in collaborazione con la Fondazione Eni Enrico Mattei e la Fondazione Giorgio Cini, che hanno permesso alla città di porsi al centro di un dibattito così attuale. Diciassette i cortometraggi in concorso, realizzati dopo il 1° Gennaio 2013 con una durata massima di 20 minuti. Direttori del Festival Alberto Crespi e Rocco Giurato, giuria composta da Luigi Vittorio Cogliati Dezza, Michele Emmer, Luigi Lo Cascio, Chiara Mio e Alba Rohrwacher.

Premesse ottime per questa terza edizione!
I corti presentati sono annunciati come sollecitazione delle coscienze e contenitore di soluzioni che, a partire dalla quotidianità e dalle piccole azioni, cambiano poco a poco, ma radicalmente, il nostro stile di vita. Al concorso hanno partecipato molti corti animati, lasciando intendere a chi ancora non ne è convinto, come il cosiddetto “cartone animato” sia ormai consolidato nel raccontare altro rispetto a quello che è disneyano.

The Song of Niyamgiri
è il corto vincitore del primo premio assoluto. Del regista Niki Nirvikalpa (India) è un’animazione basata su una canzone aborigena indiana che racconta il mito della creazione. Linee nere e macchie d’acquarello accompagnano il ripetersi della voce antica e profonda che cantando evoca immagini ancestrali. Le immagini animate sono d’accompagnamento, visioni personali e stilizzazioni che ricordano le pitture rupestri.
Menzione speciale a Young Ice, di Derek Hallquist (USA), che si aggiudica anche il premio del pubblico. Il regista parla in prima persona e ci accompagna nel suo viaggio in Alaska che compie su sollecitazione del suo suocero: un chimico astrofisico che studia il ghiaccio giovane e il fenomeno dello scioglimento dei ghiacci che sta provocando un cambiamento climatico a livello globale. Due questioni fondamentali stimolano la riflessione: gli avvertimenti lanciati da studiosi e scienziati risultano esagerati per le persone che pensano si faccia del terrorismo - non vogliamo ascoltare, oppure sentiamo e rispondiamo con  ignavia. La seconda cosa che risalta è quanta collaborazione arrivi da parte delle popolazioni locali, che si rendono parte attiva grazie alla loro partecipazione e alle conoscenze profonde legate alla terra abitata.
Menzione speciale e premio delle scuole per Outlaws in air city, di Bernd Hezel e Ephraim Broschkowski (Germania), un’animazione in stile cartoon prodotta da Climate Media Factory, un laboratorio tedesco che si occupa dello sviluppo di comunicazione scientifica intuitiva e d’intrattenimento (e che al festival ha presentato anche The value of soil, infografica sulla terra fertile e sulla poca attenzione che si fa nello sfruttamento esagerato e irreversibile del terreno). Outlaws in air city mira a collegare inquinamento atmosferico e cambiamento climatico raccontando in modo simpatico e spensierato come azioni piccole influenzino “il grande” e il local agisca sul global. Sensibilizzare è la parola chiave di questo festival, che lascia la convinzione che ci sia qualcosa di molto sbagliato nell’ andamento del mondo e sia impellente il bisogno di cambiare le nostre abitudini. Tuttavia, quanto questi cortometraggi riescano a essere incisivi, è una cosa che personalmente non ho ben chiara.

Tecnicamente e concettualmente mi è sembrato che gli autori trattassero un argomento di cui comprendevano l’ampiezza, ma non riuscivano a scendere in profondità. Il limite comune di tutte le opere in concorso mi è sembrato una certa superficialità concettuale. Molti dei corti inoltre erano prodotti senza una grande attenzione estetica o ricerca stilistica, segno evidente che c’è da lavorare molto, e che, anche grazie ad occasioni come quelle che offre il TFF Festival, si deve operare per migliorare le future produzioni.
26/30

SITO UFFICIALE

 

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