Anger Rising
Kenneth
Anger: visione e volontà
Elio Gelmini, autore di un interessante documentario-intervista intitolato
"Anger Me", che smentisce, peraltro, l’idea che Kenneth Anger sia iroso e
inavvicinabile, definisce il regista americano «una delle maggiori
personalità del cinema underground degli anni 1960/70». Il che è certamente
vero, soprattutto se per cinema underground si intende un sistema produttivo
e creativo i cui scopi ultimi erano la destabilizzazione e, in alcuni casi,
la distruzione dell’organismo di valori estetici e formali consegnato alla
storia dal cinema mainstream. In questo senso, Kenneth Anger è un
avanguardista e uno dei grandi esponenti del cinema underground; il rifiuto
del dialogo, la moltiplicazione della visione, l’assalto frontale sonoro,
l’utilizzo di giochi di prestigio visivi figli del cinema visionario di
Melies restituiscono l’immagine di un artista schierato per il predominio
del simbolo sul segno e dell’immagine sul senso. È innegabile, però, che le
lenti attraverso le quali è possibile analizzare l’opera di Anger sono
molteplici ed è altrettanto evidente che molte di esse si trovano al di
fuori dei percorsi tradizionali dell’analisi del film e della storiografia
cinematografica. Il cinema di Anger, radicato tanto nell’esoterismo quanto
nella cultura pop, è un oggetto di difficile definizione e di abbagliante
individualità, equidistante da esperienze artistiche e cinematografiche
coeve, affine per certi versi alle visioni di Cocteau e Genet, ma, in
definitiva, simile solo a se stesso.
Per cercare di riconoscere i tratti fondanti del cinema di Kenneth Anger può
essere utile soffermarsi sulla condizione di discepolo di due maestri che ha
caratterizzato l’esistenza del regista di Santa Monica. Introdotto
all’ambiente intellettuale parigino da Jean Cocteau, Anger entra in contatto
nel 1947 con Henry Langlois, direttore della Cinématèque Française, che gli
propone di lavorare presso l’ente. Negli anni successivi Anger ha la
possibilità di lavorare in moviola su decine di film di proprietà della
cineteca, tra cui l’incompiuto ¡Que
Viva Mexico! (1932) di Sergei M. Eisenstein, il cui montaggio finale
porterà firma Kenneth Anger. In molte interviste Anger individua in Langlois
il proprio mentore; durante l’esperienza alla Cinématèque Française il
regista sviluppa una straordinaria familiarità con il montaggio, che metterà
al servizio del proprio cinema nelle opere degli anni Sessanta e Settanta,
sature di sovrimpressioni e di sequenze in cui il decoupage assume una
imponente valenza simbolica. All’altro estremo del triangolo avente per
vertice Kenneth Anger si trova Aleister Crowley, il più importante
occultista della modernità, le cui teorie, che fondevano misticismo egizio e
magia sessuale in una dottrina esoterica improntata al culto della volontà (thelema)
e dell’individualità, Anger cita come motore spirituale del proprio cinema.
L’universo simbolico evocato da Crowley nei suoi testi è un costante
riferimento estetico per Anger, che in
Inauguration of the Pleasure Dome
(1954) inscena una complessa cerimonia iniziatica officiata da divinità
egizie e in Invocation of My Demon
Brother (1969), la visione più notturna e violenta del regista, evoca
elementi della cultura panico-dionisiaca a cui la dottrina crowleyana
attinge in modo massiccio. Il cinema di Kenneth Anger, soprattutto quello
legato a tematiche simboliche ed esoteriche (riassumibile nella trilogia
Lucifer Rising (1972), Inauguration
of the Pleasure Dome e Invocation
of My Demon Brother) è dunque figlio di due pulsioni apparentemente
antitetiche. Sul piano formale, il montaggio è la vera forza propulsiva
delle visioni angeriane. La costruzione di analogie e ossimori tramite il
montaggio, che Anger apprende in buona parte da Eisenstein, è il detonatore
di vertiginose visioni simboliche e potenti associazioni visive. A proposito
del montaggio eisensteiniano, Anger ha recentemente dichiarato: «Si tratta
del fatto di riuscire mettere insieme cose che non hanno un senso
particolare da sole, ma che, unite, assumono un terzo significato. Sono le
basi della grammatica cinematografica, ma Eisenstein fu il primo a renderle
esplicite».
L’applicazione di un montaggio largamente improntato alla creazione di
immagini implicite a racconti cinematografici simbolici e, per larga parte,
surreali, fortemente influenzati dall’esoterismo contemporaneo, contribuisce
nel cinema di Anger alla creazione di un insieme di visioni disparate eppure
coerenti, che restituiscono la dirompente radicalità del messaggio
crowleyano e si pongono come la più fedele rilettura, avvenuta alla luce
della grammatica del cinema d’avanguardia, degli scritti dell’occultista
inglese.
Nel 1959 l’editrice parigina J.J. Pauvert pubblica per la prima volta
"Hollywood Babylon", il primo libro di Kenneth Anger (l’opera avrà un
seguito, "Hollywood Babylon 2", del 1984). I due volumi rimangono una
testimonianza importante del rapporto di un artista d’avanguardia con la
struttura produttiva di Hollywood, rifiutata da Anger nella sua vocazione
industriale, ma malinconicamente ammirata per la sua capacità di crescere e
impiegare talenti straordinari. Pur interessato a tematiche esoteriche e
occulte, Kenneth Anger non fu dunque un eremita né si sottrasse in alcun
modo alla vita sociale della Hollywood degli anni Sessanta e Settanta. Per
questo non sorprende il fatto che le opere di Anger abbiano attinto al
milieu culturale dell’epoca e che, d’altra parte, ne abbiano influenzato
l’evoluzione. Nel 1954 Anger realizza la propria prima grandiosa visione
esoterica, vicina per certi versi al giovanile
Fireworks,
ma straordinariamente più barocca. Si tratta di
Inauguration of the Pleasure Dome,
un lavoro di trentotto minuti, rimontato in versione definitiva nel 1966,
che mette in scena un rituale iniziatico di natura sessuale. Anger stesso ha
dichiarato che il film nasce in realtà da un party il cui tema era l’antico
Egitto. Travestiti da divinità egizie, sfilano così davanti alla macchina da
presa personaggi come il regista Curtis Harrington, la musa di Henry Miller
Anaïs Nin e la pittrice Marjorie Cameron. Anger attinge dunque a piene mani
dal proprio ambiente sociale per realizzare le proprie opere. Col passare
degli anni, la collaborazione con altri artisti diventa per Anger una
consuetudine. Si pensi a Invocation
of My Demon Brother, per il quale il regista chiama Mick Jagger dei
Rolling Stones a comporre le musiche, o al caso ancora più singolare di
Lucifer Rising, per il quale
Jimmy Page, chitarrista dei Led Zeppelin, aveva composto uno score, poi
rifiutato da Anger, che scelse al suo posto Bobby Beausoleil, membro della
family di Charles Manson in carcere per l’omicidio di Sharon Tate.
L’equazione tra Anger e la cultura popolare appare reversibile; oltre ai già
citati libri, che hanno fornito materiale di ricerca per gli studiosi della
storia di Hollywood, il regista ha influenzato con film come
Scorpio Rising (1964) e
Kustom Kar Kommandos (1965)
la cultura gay, traghettandola verso la rivoluzione estetica del primi anni
Settanta. Anger rifiuta il modello di omosessuale effeminato vigente
all’epoca per proporne una rilettura virile e tendenzialmente predatoriale.
Il gruppo di motocilclisti omosessuali di
Scorpio Rising, ad esempio, veste giubbotti di pelle e indossa
distintivi, in chiaro riferimento alla nascente cultura S/M e alla
dialettica dominante/dominato che ne è alla base.
Torino, 26:04:2007 |