22.mo Torino int. glbt film festival

 

19/26:04:2007

torino

di Riccardo FASSONE

Anger Rising
Kenneth Anger: visione e volontà

Elio Gelmini, autore di un interessante documentario-intervista intitolato "Anger Me", che smentisce, peraltro, l’idea che Kenneth Anger sia iroso e inavvicinabile, definisce il regista americano «una delle maggiori personalità del cinema underground degli anni 1960/70». Il che è certamente vero, soprattutto se per cinema underground si intende un sistema produttivo e creativo i cui scopi ultimi erano la destabilizzazione e, in alcuni casi, la distruzione dell’organismo di valori estetici e formali consegnato alla storia dal cinema mainstream. In questo senso, Kenneth Anger è un avanguardista e uno dei grandi esponenti del cinema underground; il rifiuto del dialogo, la moltiplicazione della visione, l’assalto frontale sonoro, l’utilizzo di giochi di prestigio visivi figli del cinema visionario di Melies restituiscono l’immagine di un artista schierato per il predominio del simbolo sul segno e dell’immagine sul senso. È innegabile, però, che le lenti attraverso le quali è possibile analizzare l’opera di Anger sono molteplici ed è altrettanto evidente che molte di esse si trovano al di fuori dei percorsi tradizionali dell’analisi del film e della storiografia cinematografica. Il cinema di Anger, radicato tanto nell’esoterismo quanto nella cultura pop, è un oggetto di difficile definizione e di abbagliante individualità, equidistante da esperienze artistiche e cinematografiche coeve, affine per certi versi alle visioni di Cocteau e Genet, ma, in definitiva, simile solo a se stesso.
Per cercare di riconoscere i tratti fondanti del cinema di Kenneth Anger può essere utile soffermarsi sulla condizione di discepolo di due maestri che ha caratterizzato l’esistenza del regista di Santa Monica. Introdotto all’ambiente intellettuale parigino da Jean Cocteau, Anger entra in contatto nel 1947 con Henry Langlois, direttore della Cinématèque Française, che gli propone di lavorare presso l’ente. Negli anni successivi Anger ha la possibilità di lavorare in moviola su decine di film di proprietà della cineteca, tra cui l’incompiuto ¡Que Viva Mexico! (1932) di Sergei M. Eisenstein, il cui montaggio finale porterà firma Kenneth Anger. In molte interviste Anger individua in Langlois il proprio mentore; durante l’esperienza alla Cinématèque Française il regista sviluppa una straordinaria familiarità con il montaggio, che metterà al servizio del proprio cinema nelle opere degli anni Sessanta e Settanta, sature di sovrimpressioni e di sequenze in cui il decoupage assume una imponente valenza simbolica. All’altro estremo del triangolo avente per vertice Kenneth Anger si trova Aleister Crowley, il più importante occultista della modernità, le cui teorie, che fondevano misticismo egizio e magia sessuale in una dottrina esoterica improntata al culto della volontà (thelema) e dell’individualità, Anger cita come motore spirituale del proprio cinema.
L’universo simbolico evocato da Crowley nei suoi testi è un costante riferimento estetico per Anger, che in Inauguration of the Pleasure Dome (1954) inscena una complessa cerimonia iniziatica officiata da divinità egizie e in Invocation of My Demon Brother (1969), la visione più notturna e violenta del regista, evoca elementi della cultura panico-dionisiaca a cui la dottrina crowleyana attinge in modo massiccio. Il cinema di Kenneth Anger, soprattutto quello legato a tematiche simboliche ed esoteriche (riassumibile nella trilogia Lucifer Rising (1972), Inauguration of the Pleasure Dome e Invocation of My Demon Brother) è dunque figlio di due pulsioni apparentemente antitetiche. Sul piano formale, il montaggio è la vera forza propulsiva delle visioni angeriane. La costruzione di analogie e ossimori tramite il montaggio, che Anger apprende in buona parte da Eisenstein, è il detonatore di vertiginose visioni simboliche e potenti associazioni visive. A proposito del montaggio eisensteiniano, Anger ha recentemente dichiarato: «Si tratta del fatto di riuscire mettere insieme cose che non hanno un senso particolare da sole, ma che, unite, assumono un terzo significato. Sono le basi della grammatica cinematografica, ma Eisenstein fu il primo a renderle esplicite».
L’applicazione di un montaggio largamente improntato alla creazione di immagini implicite a racconti cinematografici simbolici e, per larga parte, surreali, fortemente influenzati dall’esoterismo contemporaneo, contribuisce nel cinema di Anger alla creazione di un insieme di visioni disparate eppure coerenti, che restituiscono la dirompente radicalità del messaggio crowleyano e si pongono come la più fedele rilettura, avvenuta alla luce della grammatica del cinema d’avanguardia, degli scritti dell’occultista inglese.
Nel 1959 l’editrice parigina J.J. Pauvert pubblica per la prima volta "Hollywood Babylon", il primo libro di Kenneth Anger (l’opera avrà un seguito, "Hollywood Babylon 2", del 1984). I due volumi rimangono una testimonianza importante del rapporto di un artista d’avanguardia con la struttura produttiva di Hollywood, rifiutata da Anger nella sua vocazione industriale, ma malinconicamente ammirata per la sua capacità di crescere e impiegare talenti straordinari. Pur interessato a tematiche esoteriche e occulte, Kenneth Anger non fu dunque un eremita né si sottrasse in alcun modo alla vita sociale della Hollywood degli anni Sessanta e Settanta. Per questo non sorprende il fatto che le opere di Anger abbiano attinto al milieu culturale dell’epoca e che, d’altra parte, ne abbiano influenzato l’evoluzione. Nel 1954 Anger realizza la propria prima grandiosa visione esoterica, vicina per certi versi al giovanile Fireworks, ma straordinariamente più barocca. Si tratta di Inauguration of the Pleasure Dome, un lavoro di trentotto minuti, rimontato in versione definitiva nel 1966, che mette in scena un rituale iniziatico di natura sessuale. Anger stesso ha dichiarato che il film nasce in realtà da un party il cui tema era l’antico Egitto. Travestiti da divinità egizie, sfilano così davanti alla macchina da presa personaggi come il regista Curtis Harrington, la musa di Henry Miller Anaïs Nin e la pittrice Marjorie Cameron. Anger attinge dunque a piene mani dal proprio ambiente sociale per realizzare le proprie opere. Col passare degli anni, la collaborazione con altri artisti diventa per Anger una consuetudine. Si pensi a Invocation of My Demon Brother, per il quale il regista chiama Mick Jagger dei Rolling Stones a comporre le musiche, o al caso ancora più singolare di Lucifer Rising, per il quale Jimmy Page, chitarrista dei Led Zeppelin, aveva composto uno score, poi rifiutato da Anger, che scelse al suo posto Bobby Beausoleil, membro della family di Charles Manson in carcere per l’omicidio di Sharon Tate. L’equazione tra Anger e la cultura popolare appare reversibile; oltre ai già citati libri, che hanno fornito materiale di ricerca per gli studiosi della storia di Hollywood, il regista ha influenzato con film come Scorpio Rising (1964) e Kustom Kar Kommandos (1965) la cultura gay, traghettandola verso la rivoluzione estetica del primi anni Settanta. Anger rifiuta il modello di omosessuale effeminato vigente all’epoca per proporne una rilettura virile e tendenzialmente predatoriale. Il gruppo di motocilclisti omosessuali di Scorpio Rising, ad esempio, veste giubbotti di pelle e indossa distintivi, in chiaro riferimento alla nascente cultura S/M e alla dialettica dominante/dominato che ne è alla base.

 

Torino, 26:04:2007