SCHERMI D'AMORE

Festival del cinema sentimentale e melò
NON CONOSCO TURURU di Florinda Bolkan


E' sabato sera: qui a Verona (cinema Filarmonico) stiamo assistendo alla proiezione dell'opera prima di Florinda Bolkan, affermata attrice brasiliana "trapiantata" in Italia da più di trent'anni, ma forse non ancora del tutto abituata, o meglio rassegnata, al Bel paese-way of life e alle sue "inimitabili" peculiarità. Le complesse vicende di quattro donne e della loro madre protagoniste di questi mélo tutto al femminile continuano ad intrecciarsi in un vortice di sentimenti e stati d'animo sempre più intricato e oscuro quando, proprio nel momento in cui tutti i nodi sembrano costretti a venire al pettine (come spiegherà la sconsolata, quanto sfortunata, autrice) la proiezione cessa "di botto".
Si accendono le luci… corre qualche voce… molti si alzano abbandonando la propria poltrona sonnacchiosi, parecchi fanno il loro ingresso in sala convinti che TURURU sia finito e ansiosi di godersi l'ultimo film in programma questa sera: CHE FINE HA FATTO BABY JANE? dello statunitense Robert Aldrich.
"Siamo davvero spiacenti…" esordisce Giancarlo Beltrame, responsabile artistico del Festival. "Non sappiamo come scusarci con il pubblico e con Florinda, ma manca la settima pizza, la settima pellicola, la settima e più importante sezione di un film, che io personalmente ho visto al Festival di S. Sebastian e ho apprezzato moltissimo, soprattutto in quest'ultima parte" prosegue sinceramente dispiaciuto e imbarazzato il signor Beltrame.
"Vi spiegherò a parole il seguito della storia, anche se mi addolora mlto che vi perdiate il funerale di Dado, a mio avviso molto bello e suggestivo" salva la situazione la coraggiosa Bolkan, cui a nulla sono valse le preghiere che ci aveva confessato aver rivolto a San Zeno, affinché il suo debutto fosse fortunato… Delusione.
Ma più di tutto amarezza e dispiacere per un "incidente di percorso" che sinceramente né la Bolkan, né gli zelanti organizzatori del Festival e responsabili della rassegna si meritavano. Quanto a noi, pubblico impotente, non ci resta che attendere che il film, che ci auguriamo trovi un buon circuito di distribuzione (cosa che, come ci ha confessato Florinda, non è poi così facile) esca nelle nostre sale e possa essere giudicato quindi nella sua interezza.

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