2002: OSCAR A "ARTIFICIAL INTELLIGENCE"
di Gabriele FRANCIONI


1] ALTERNANZA AL POTERE: Il nostro personale EFFETTO SPECIALE, a dire il vero assai modesto se messo a confronto con ciò che stanotte è stato più o meno celebrato e glorificato, ci porta in un futuro assai vicino e ci permette d'intuire i vincitori quasi sicuri della prossima edizione degli ACADEMY AWARDS.
Da qualche anno, a Hollywood, assistiamo ad una spartizione equa dei premi tra i due studios più potenti degli ultimi dieci-quindici anni: la MIRAMAX dei fratelli Weinstein, "appendice" della storica casa madre WALT DISNEY [solo nel 1994, con PULP FICTION, se ne parlava in termini di produzione "indipendente"…..] e la DREAMWORKS del gran burattinaio Spielberg. Columbia Tristar, Metro Goldwin-Meyer e Warner Brothers non hanno retto l'impatto dei due nuovi colossi, capaci di creare scenari inconsueti nel momento in cui hanno cominciato a mettere lo scontro sul piano di investimenti miliardari per il lancio pubblicitario delle pellicole nei mesi precedenti l'Oscar [memorabile, al proposito, il tour de force di Roberto Benigni in terra californiana due anni fa, sempre per i fratelli Weinstein].
Nel 1999 stravinsero, appunto, SHAKESPEARE IN LOVE e LA VITA E' BELLA/MIRAMAX; nel 2000 AMERICAN BEAUTY/DREAMWORKS e, ieri, ha colto un successo di misura IL GLADIATORE/MIRAMAX. Più che naturale, quindi, aspettarsi il programmatissimo trionfo, per il 2002, di un film che ha tutte le caratteristiche dell'evento epocale, vuoi per l'ingrato compito di avvicinarsi a ciò che Kubrick aveva concepito come il vero manifesto dell' entrata nel terzo millennio, dove HAL e i suoi simili governano un mondo invaso dalle acque e privo di umani [passo in avanti rispetto alle ipotesi contenute in "2001"], vuoi per il ritorno di Spielberg alla fantascienza pre-Jurassic Park, vuoi, infine, per l'annunciata contiguità al PINOCCHIO di Collodi e la presenza di Haley Joel Osment nel cast. Prevedibile la diffusione di gadgets del bambino-robot. Oscar probabili: Film, Regia, Scenografia, Effetti Speciali, Montaggio, Fotografia e Attore protagonista [Osment, appunto].

2] CINEMA COSIDDETTO INDIPENDENTE: E' sicuramente un segnale assai positivo che LA TIGRE E IL DRAGONE e TRAFFIC rappresentino, in un modo peraltro assai labile, la nuova frontiera di un cinema indipendente impegnato a contrastare lo strapotere delle Majors. Ma, proprio quello che abbiamo appena detto, ci fa pensare che, negli Stati Uniti e, forse, un po' dappertutto, la condizione di "indipendenza" non sia intesa come qualcosa da abbracciare per sempre, anche al di là di steccati ideologici o estetici, per garantire un prodotto medio costantemente alto nel tempo, bensì come la fase adolescenziale di un processo irrefrenabile verso la normalizzazione "adulta" di sistemi produttivi basati COMUNQUE sulla logica della crescita continua dei profitti, che, ove invece stabilizzati su livelli medio-alti, permetterebbero il fiorire di un cinema dei nuovi talenti ora sparso, disorganizzato, sfiduciato. E non pensiamo che il Sundance Film Institute, da sempre citato a mo' di oasi incontaminata, sia poi così lontano da Hollywood nel suo desiderio di farsi, come da nuova definizione, "istituzione" al di là e oltre il "festival", luogo della creatività instabile e non canonizzata per eccellenza.
Dobbiamo aspettarci, semmai, che aumenti il numero delle nuove majors ex-indipendenti e, almeno, ciò possa portare ad uno scontro più ampio e diversificato.

3] LONTANO ORIENTE PIU' VICINO: qualcuno, durante i commenti
televisivi notturni drogati dal sonno e, quindi, ampiamente perdonabili, ha avuto il coraggio di parlare di "cinema del lontano oriente" in crisi, ormai declinante e privo del "furore" creativo delle più recenti "new wave". Intendiamoci, anche noi possiamo aver rilevato una tendenza ad accogliere un po' ovunque [festival europei in primis] film orientali "a prescindere", senza selezioni troppo rigorose, ma il livello medio -come abbiamo potuto verificare a Berlino- è comunque alto e anche le cadute di tono sono ricche di stimoli e contengono al loro interno gli "anticorpi" creativi per superare i limiti obbligati di produzioni povere, spesso relative a opere prime. Figuriamoci se si può parlare, quindi, di crisi o di "stallo" nel caso di un film potente come LA TIGRE E IL DRAGONE , che, anzi, rappresenta proprio quell' auspicato equilibrio tra innovazione e "convenzione" precedente l'omologazione definitiva ai canoni hollywoodiani. Certi riconoscimenti non avrebbe potuto ottenerli, in altri tempi, un film come STORIE DI FANTASMI CINESI o, ai nostri giorni, lo stesso splendido IN THE MOOD FOR LOVE, meritevole peraltro di un paio di nomination mai arrivate, per cui i quattro oscar al film di Ang Lee vanno considerati come l'auspicabile primo grande successo "in terra nemica" [dopo i premi dei festival europei] di una cinematografia ricca d'idee, capace come nessun' altra in questi anni di coniugare introspezione e leggerezza della narrazione, dramma e azione.

4] IL TEMA DELLA "LIBERAZIONE": i tre film più premiati, GLADIATOR, TRAFFIC e LA TIGRE E IL DRAGONE, rivelano curiosamente una matrice comune, che nessuno ha messo in evidenza.
Domina il tema della liberazione e dell'affrancamento dai vincoli indotti da forme di dipendenza diversificata: dalle droghe, dalla schiavitù, dalle convenzioni sociali.
E' singolare come una nazione e un popolo quotidianamente costretti a confrontarsi con le disparità sociali costruite attorno a gerarchie bloccate e vincolanti, preferiscano non sporcarsi le mani sul piano del sociale e reale e si accontentino di "evocare" le modalità che potrebbero portare a migliori condizioni.
La delega raccolta dal mondo del cinema è troppo impegnativa e dubitiamo che TRAFFIC aiuti a meditare a fondo sullo sfascio morale prodotto da un sistema che aiuta la diffusione delle droghe pesanti o che le comunità "marginali" presenti negli States sappiano trarre motivo di rivalsa sociale nella lettura cifrata di GLADIATOR. Più ampio il respiro leggero del messaggio di CROUCHING TIGER, in bilico tra potenza rivelatrice del sentimento e separazione dall'abbraccio soffocante di un regime familiare fatto di regole private e convenzioni pubbliche, fino alla verifica di ipotesi alternative di relazione tra i sessi.

5] I PERDENTI, PIU' CHE ALTRO: la pochezza di MALENA; il nulla di CHOCOLAT; l'oscarofagia di un attore straordinariamente sopravvalutato, come TOM HANKS; la sete di gloria personale di RIDLEY SCOTT, apparso seccatissimo all'annuncio dell'oscar per la regia a Soderbergh; il povero MORRICONE, ormai pronto per un prossimo, tardivo premio alla carriera.

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