KRAMPACK
di Cesc Gay
con Fernando Ramallo, Jordi Vilches e Marieta Orozco
recensione di
Claudia RUSSO
Due amici, due storie, due destini.
Due atteggiamenti diversi nei confronti della vita, due personalità distanti
per passioni ed interessi, due modi differenti di vivere la sessualità…
ma un unico grande problema: diventare grandi prendendo coscienza di sé,
della propria individualità, della propria unicità.
Erano sempre stati insieme Nico e Dani, sempre uniti e concordi in tutto…
- "Ci facciamo un krampack?" - propone Nico all'amico già disteso sul
letto.
- "Ok" - gli risponde Dani spegnendo la luce e chiudendo gli occhi per
non perdere la concentrazione.
E' vera amicizia la loro, è legame indissolubile, è vincolo quasi morboso
pensa Dani che vuol fare lo scrittore ed è sensibile e riflessivo…
- "Ma basta con i krampack! Voglio fare l'amore con una ragazza"
- spezza l'idillio Nico che invece è un meccanico, gioca a fare il play
boy e attacca bottone facilmente.
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Donne! Si… anzi ragazze… ragazzine come loro desiderose di esperienze,
brivido, passione…
E' così l'indissolubile coppia Nico-Dani diventa un quartetto. Eppure
qualcosa non va, qualcosa è stonato, qualcosa turba e sconvolge e agita
segretamente Dani…
Forse ancora non lo sa, e forse il suo amico Nico non lo saprà mai davvero,
ma quelle serate audaci, quel piacere al maschile che i due sperimentano
quasi per gioco cesserà prepotentemente di essere gioco per trasformarsi
in passione, ossessione, sofferenza a senso unico.
Anche le scene più "forti" e più esplicite (che certo sono valse al film
la censura under 14) non toccano, non sfiorano nemmeno la volgarità
tanto temuta dai benpensanti rivestite come sono d'innocente curiosità
all'inizio, di "dubbiosa" riflessione durante il periodo della "presa
di coscienza", di consapevole scelta negli ultimi giorni di un'estate
davvero indimenticabile (perché vissuta in due, perché sentita
individualmente).
Alle battute che fanno sorridere (come quando Nico, alla notizia della
partenza dei genitori dell'amico, vissuta da quest'ultimo come possibilità
di maggiore libertà, si preoccupa invece del "Che cosa mangeremo?"; o
come quando le dimensioni del pomo d'Adamo coincidono con il grado di
virilità…) si alternano quelle più drammaticamente sentite: -"Già lo sapevo.
E' una merda!" - grida Dani ormai conscio della sua omosessualità e della
conseguente incolmabile (almeno ad una lettura di superficie) distanza
che lo separa ora dall'amico del cuore.
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Sarà poi grazie al giovane scrittore dalle ampie vedute che anche
Dani, da tempo superate le iniziali inibizioni, assaporerà il piacere:
il suo piacere, quello a cui ha libero, sereno, consapevole diritto.
Ed è allora - e solo allora - che, nell'onesta legittimazione delle reciproche
diversità, i due sedicenni "cresciuti" potranno riavvicinarsi, ricongiungersi,
riapprezzarsi per ciò che realmente sono: due coetanei, due amici, due
uomini.
Un film profondo e coraggioso che, tra feste notturne e giochi in spiaggia,
non rinuncia mai ad una forte dose di spregiudicatezza e voglia di
rischiare tipicamente adolescenziale.
Un film sugli adolescenti quindi…
No. Un film sugli adolescenti che diventano grandi; un film sui grandi
che non hanno dimenticato la loro adolescenza…
IL VOTO DI KINEMATRIX: 28/30
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