KINEMATRIX INCONTRA JOE DANTE tratto da una video-intervista realizzata a Locarno nell'agosto 1999 da Gabriele Francioni
Dante
è cresciuto (cresciuto ?) a pane e guerra fredda, in un qualsiasi
New Jersey del mondo e non ha mai imparato a non preoccuparsi o amare
la bomba. Carri armati per strada/esercitazioni a scuola: tutto puzzava
di fiction, fake/falso, fin dentro i "secret cinemas" con gli alieni da
"nuclealizzare" come i russi a Cuba. Questa è l’intervista ad un autore sovversivo. KINEMATRIX: Roger Corman ha detto: "il cinema commerciale, in superficie, veicolava l’eccitazione dei film d’azione, western, dei gangster movie o di fantascienza/horror, ma, nel sottotesto, aveva temi, per me, interessanti. È la stessa cosa per lei, Mr. Dante? JOE
DANTE: "Beh, sono d’accordo… Roger veniva dall’esperienza
di THE INTRUDER, una pellicola con un messaggio molto esplicito (antirazzismo
pre-blaxploitation, n.d.r.) che la gente non accettò e decise,
di conseguenza, di non produrre più opere per cui dover rimettere
del denaro. Riteneva un atteggiamento molto più sovversivo e interessante
convincere produttori e attori a lavorare con una sceneggiatura "carina"
e, solo dopo, cambiare la storia in un modo del tutto inaspettato!"
KMX: Filmakers on the Fringe, una rivista on-line, l'ha definita un regista "deviante"… JD: "Forse lo sono nella mia vita privata! Non so che dire… anch’io sono stato un critico cinematografico e spesso dicevo quello che volevo, senza che questo corrispondesse alla verità… Sono certamente un autore fuori dal "mainstream". Non mi sento un "grande regista hollywoodiano", ma semplicemente qualcuno abbastanza fortunato da poter fare film anche grazie a un solo grande successo commerciale negli anni Ottanta. Qualcuno mi considera un regista "commerciale", ma io non ho mai pensato di esserlo!" KMX: E infatti anche GREMLINS non è affatto un tipico prodotto hollywoodiano… JD:
"Esatto! Non è un film "normale", ma per qualche scherzo della
natura o del periodo in cui è uscito ha toccato le corde giuste
ottenendo un grandissimo successo… ma, alla fine, rimane un film stupido,
anche se preferisco fare film considerati tali piuttosto che girare storie
convenzionali. Il trucco stava nel fare in modo che il mio lavoro non
ne risultasse influenzato, perché fare cinema commerciale non mi
dice niente!"
KMX: Però ha fatto GREMLINS 2… JD: "Beh, ma quello è stato un insuccesso, anche perché ho fatto letteralmente tutto quello che volevo. Loro non se ne sono accorti, ma con quel film ho detto due cose: innanzitutto su cosa sarebbero stati per me gli anni ’90 (il film è del ’90, n.d.r.), con quella storia degli edifici intelligenti alla Ted Turner e che non funzionano mai, della speculazione edilizia da parte di questi grandi capitalisti… sai cosa voglio dire, e poi ho parlato proprio della non necessità di fare i sequel dei film, perché già GREMLINS era… il seguito di molti film degli anni ’50!" KMX: Pensa che, in generale, gli effetti speciali possano durare nel tempo? Se si guarda oggi un film come GLI UCCELLI di Hitchcock non può più fare paura. E se capitasse la stessa cosa, fra vent’anni, con il suo L'ULULATO? JD:
"Non me ne fregherebbe niente. Sarei felice se potesse sopravvivere,
ma sarebbe un miracolo… Le tecniche usate allora sono sorpassate e sono
state "colplessizzate" con la computer animation, che non è divertente,
ciò non fa paura, ma non ci si può fare niente. Voglio dire:
se guardi THE HAUNTING scoprirai i limiti della computer animation come
arte".
KMX: Ma lei ha fatto grandi cose con la computer animation in SMALL SOLDIERS! JD:" Sì, è vero, perché ho cercato di usarla per fare paura, mentre quando vedi il modo in cui l’hanno usata in THE HAUNTING, invece che lasciare spazio all’immaginazione, si ha una specie di gigantesca farsa computerizzata che non ti impaurisce!" KMX: E allora, le piace il cinema "gore"? Gente come Brian Yuzna o Peter Jackson? JD:
"SOCIETY (di Yuzna, n.d.r.) è un grande film. Voglio dire,
è un film intelligente, con un’idea importante… ci sono però
cose come DIE SLOWLY o CANNIBAL FAIR AXE che non hanno senso. Forse
è un periodo che è finito".
KMX: In alcuni di questi film c’e una "cultura visiva da cartoni animati", ma c’è al contempo molta cattiveria, umore nero. Le era un cartoonist (lo era anche Fellini) e leggevi Mad Magazine. Ha ereditato questa cultura? JD: "Vedi, io non sono proprio come Federico Fellini!!! Per me quasi ogni film è un cartone animato, almeno io li vivo così… disegno le scene in questo modo. E poi mi piace l’idea di un mescolamento di divertimento e violenza… l’innocenza della risata e una violenza incontrollata subito dopo… tutto è più interessante!" KMX: Anche SMALL SOLDIERS è un po’ così… JD: "Sì, ma in America vedono solo la parte umoristica, non capiscono quello che voglio dire veramente, non prendono seriamente un film del genere… così, così io posso dire quello che voglio!" KMX: …il sottotesto di cui parlava Corman. Pensa che il pubblico dei ragazzini capisca? Pensa che loro siano… JD:
"Sì, i bambini sono molto più intelligenti di quanto
pensino gli adulti!!! Sono più intuitivi… e, comunque, non ho mai
fatto film incomprensibili e pericolosi per i bambini".
KMX: Cosa cambia dopo, voglio dire, quando cresciamo? JD:
"Qualche volta la "magia" scompare, altre volte no. Io, ad esempio,
non mi sento completamente cresciuto e… sai, a Hollywood c’è gente
molto più "arrestata" nello sviluppo e nella crescita di quanto
non lo sia io, e il bello è che io lavoro per loro!!! (che si riferisca
alla Dreamworks e a Spielberg, che ha prodotto GREMLINS, SMALL
SOLDIERS e altri suoi lavori?). Io ho fatto un film, LA SECONDA GUERRA
CIVILE AMERICANA, senza effetti e molto "idealistico". Mi piacerebbe girarne
altri così, ma non capita tutti i giorni questa possibilità.
Invece arrivano e ti dicono: "Vogliamo che tu faccia SMALL SOLDIERS perché
è come GREMLINS" …almeno così credono loro, e poi io non
facevo film da 5 anni e, vedi, ho pensato che fosse meglio accettare".
KMX: OK, facciamo un passo indietro. Prima ha parlato di cinema degli anni ’50 e di come i suoi film siano spesso un’insieme di citazioni di quella produzione. Perché? JD: "Il cinema in 3D, la prima fantascienza avevano, come dire, un impatto straordinario su noi ragazzini, che ascoltavamo i telegiornali e si parlava di bombardamenti sulle nostre città e poi andavamo nelle sale e vedevamo THEY CAME FROM OUTHER SPACE e, sai, ci sembrava tutto così vero… è come se noi di quel periodo volessimo sempre ricordare ai più giovani quelle emozioni intensissime e che oggi non ci dà… eeeeeh… INDIPENDENCE DAY… un film che, tra l’altro, oltre a non essere "scary", ha un pessimo contenuto politico". KMX: Si può dire che tutto il suo cinema sia un po’ come MOVIE ORGY, ovvero citare per ricordare e per creare nuovi significati alo stesso tempo… le pare che qualcuno faccia come lei? JD:
"Sicuramente si usa ancora la citazione, anzi… Hollywood ruba veri
e propri pezzi di film e li assembla con gli effetti speciali! Ero convinto
del progetto GODZILLA, poi… hai visto cosa hanno fatto! Sembrano delle
pubblicità, dei trailer tutti velocissimi… il mio cinema ha rispetto
del passato. Non è facile comunque fare un cinema originale, almeno
farlo sempre. Ecco, ad esempio, perchè è tremenda la perdita
di uno come Kubrick, che è sempre stato originalissimo". |