Sabato. Uno di quei giorni che sembrano fatti apposta per dormire fino
a tarda ora. Alle 10.00 iniziano le proiezioni col film francese THOMAS
EST AMOREAUX. Alle 10.00 la mia sveglia squilla e mi alzo controvoglia,
trascinandomi stancamente fino alla sala proiezioni. Naturalmente do per
perso il film francese, così mi reco in sala stampa a fare quattro chiacchiere
per ammazzare il tempo. Vengono finalmente le 12.00 portandosi dietro
il film: ADDIO YAMATO, classico del '78. La storia, per chi ricorda ancora
la vecchia serie televisiva e' quella che vede l'impero della cometa come
antagonista della corazzata e che venne ripresa e poi estesa per realizzare
la seconda serie della Yamato. Pur mostrando gli evidenti acciacchi del
tempo, riesce a risultare un film godibile con una discreta regia, splendida
colonna sonora sinfonica e una buona (per l'epoca) animazione. Riesco
a trascorrere un paio d'ore piacevolmente pur non essendo un amante dei
toni estremamente drammatici, ricorrenti nelle opere di Matsumoto.
Successivamente e' stato il momento di farsi un bel po' di risate con
DUCKMAN e i FAMILY GUY (trasmesso su italia uno con il titolo I GRIFFIN).
DUCKMAN e' un prodotto animato americano tratto dal fumetto di Everett
Peck e realizzato cercando di mantenerne lo stile. Come design, ricorda
vagamente la più celebre famiglia di paperi antropomorfi della Disney.
Guardando il primo episodio capisco immediatamente di trovarmi di fronte
all'ennesima serie umoristica statunitense. Come se non bastasse il protagonista
pare una versione ridicola di batman (cosa già fatta dalla disney con
la serie di DARWIN DUCK), ma colpo di scena, il tutto si rivela essere
nient'altro che un sogno. In realtà il protagonista e' un investigatore
privato, costantemente spiantato e con una famiglia assurda a carico:
una cognata maniaca del fitness, un figlio ciccione e poco sveglio, un
altro geniale con due teste in costante conflitto tra loro e sopra tutti,
troneggia l'obesa e scoreggiante nonna. Tratto in comune di tutti i familiari:
il costante disinteresse nei confronti del protagonista e supposto capofamiglia.
L'animazione è abbastanza fluida e il character design si adatta bene
all'impostazione caricaturale dell'opera. La serie risulta molto ben costruita.
Le storie interessanti, con alcuni tocchi di genialità ed un umorismo
composto ed efficace. Ammetto di essere rimasto piacevolmente stupito
dall'intelligenza di questo cartoon. FAMILY GUY invece non ha bisogno
di presentazioni. Viene trasmesso a giorni alterni su Italia 1. Ennesima
sit-com animata, racconta la vita quotidiana di una famiglia: I GRIFFIN.
Irriverente e satirica questa serie a parer mio deve troppo ai SIMPSON
di cui spesso sembra essere il fratello povero. Trovo anche eccessivo
l'utilizzo delle citazioni, tanto da far sembrare alcune trame poco più
che espedienti per infarcire con esse l'episodio. Al di là di queste personali
convinzioni ho comunque riso: sia al sorprendente DUCKMAN sia durante
I GRIFFIN arrivando più rilassato al seguente incontro con Luca Prasso
della P.D.I (Pacific Data Images). La P.D.I è una famosa società, fondata
nel 1980 da Carl Rosendahl, che si occupa di Computer Grafics ed effetti
digitali in generale. Resa celebre dalla collaborazione con la Dreamworks
alla realizzazione di lungometraggi in CG (ZETA LA FORMICA) la P.D.I ha
prodotto nell'arco della sua esistenza un gran numero di cortometraggi
che sono stati proiettati in buona parte durante il festival. Troppi e
troppo diversi tra loro perché possa mettermi a fare un elenco, ma ognuno
con una ricerca stilistica distinta. Attraverso queste proiezioni in ordine
cronologico si e' riusciti a ripercorrere l'evoluzione della CG praticamente
dalla sua nascita ad oggi rendendo evidenti i progressi avvenuti in questi
campo. Anteprima e making of anche dell'ultimo lungometraggio P.D.I: SHREK.
Una storia che vede come protagonista un grosso orco verde alle prese
con un "malvagio" re e una principessa da salvare. Il film (in uscita
a Maggio) ispirato alle favole della tradizione europea, sembra prendere
in giro queste ultime in ogni modo possibile e immaginabile, strappando
risate in sala e candidandosi come uno dei migliori prodotti d'animazione
dell'anno. Luca Prasso, supervisore alle animazioni digitali, spiega il
metodo usato per creare i personaggi e i vari problemi incontrati durante
lo sviluppo del film, come la scena in cui due fluidi non solubili si
dovevano mischiare tra loro fino a creare una grossa pozzanghera. Guardando
SHREK non si può non ammettere che la qualità della CG della P.D.I sia
migliorata notevolmente, pur tuttavia non riuscendo ancora a fornire una
valida rappresentazione degli esseri umani.
relazioni umane sembrano virtuali. Il percorso di Thomas, diventa allora
una sorta di ricerca interiore di concretezza di una sua affermazione
della realtà e del suo esistere al di fuori di una serie di monitor collegati
alla rete. Realtà che si può affermare solo grazie all'amore che sconvolge
la sua esistenza, il suo terrore per il mondo e i contatti umani. Film
sorprendente. Molto ben girato e studiato nei minimi dettagli. Assenza
di qualsiasi tipo di azione, la forza del film diventano i dialoghi e
l'interazione (a distanza) tra i vari personaggi. Le riprese in digitale
ben si sposano con l'utilizzo di effetti 3D, che normalmente identificano
il viaggiare attraverso la rete, ma che in un caso ci mostrano cio' che
ancora non esiste: un rapporto sessuale completamente virtuale (simile
alla scena analoga de IL TAGLIAERBE, ma realizzata decisamente meglio).
Con la speranza che il film faccia presto il suo debutto nelle sale italiane
(cosa che dovrebbe accadere presto visto che era gia' stato doppiato)
e raccolga il successo che merita abbandono il cinema dopo una giornata
di proiezioni. |