recensione di
DANIELA KAPPLER
Il film cinese che è piaciuto maggiormente
al pubblico di Udine, raggiungendo il terzo posto in classifica
dopo i due successi coreani "The Foul King" e "Joint Security Area",
è davvero un'opera preziosa all'interno della vasta produzione della
Repubblica Popolare Cinese. Frutto di uno degli studios cinematografici
più piccoli della Cina, ha però battuto tutti gli altri, come Pechino
e Shanghai, lasciando dietro di sé anche le megaproduzioni alla
Titanic, piene di effetti speciali come "Crash Landing". Una famiglia
composta da cinque fratelli e sorelle ed una madre anziana che abita
stipata in una minuscola casetta nei quartieri più poveri ma anche
più vivaci di Xi An, vive molti alti e bassi e pressioni centripete
e centrifughe man mano che ognuno si appresta a farsi una vita propria.
Il regista passa alla rassegna varie tematiche attualissime in Cina,
incentrate sulle trasformazioni socioculturali in atto oggi, dalla
difficoltà di avere tuttora una privacy per i neosposini, all'abbattimento
di antichi quartieri in nome della modernizzazione, dalla nostalgia
della vita più caotica ma più coesa ai sentimenti contradditori
per la comodità mischiata all'anonimato della vita cittadina. Simile
a "Shower" premiato a Udine l'anno precedente, il cambiamento a
cui sono soggetti i protagonisti ci tocca nell'animo, ma il passaggio
da una realtà e l'altra si srotola qui leggermente più "smoothly".
Certo, anche altri film presenti quest'anno, come "Dream House"
e "Sigh", parlano dei nuovi malesseri della moderna società cinese,
ciononostante la nuova borghesia qui illustrata non ha più un caposaldo
a cui ricorrere in caso di necessità. Invece, in "Steal Happiness",
il fratello maggiore Daming e l'albero, intorno a cui egli poi costruisce
la sua stanza matrimoniale, sono figure simbolo di riferimento per
tutti i membri della famiglia. L'abile e credibile cast di attori,
il montaggio semplice di eventi che scorrono davanti agli occhi
in sequenza cronologica e la scenografia sia interna che esterna
molto essenziale infondono a questo film una fluidità e un'armonia
particolare. Da vedere.
voto:
29/30
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