recensione di
DANIELA KAPPLER
Francis Ng, alla sua quarta apparizione
sullo schermo del Teatro di Udine, sfrutta appieno il suo lato comico
nel ruolo del ricco e pedante patologo Keith Ko che si imbatte nel
cinico e caotico poliziotto underground Fred Cheung, interpretato
da Nick Cheung.
Benché sia scontato che nasca una complicità fra il poliziotto,
ricercato per un omicidio che non ha commesso, e il medico, che
lo aiuta a risolvere il caso e a fidanzarsi, nel complesso é un
film che intrattiene bene. Da un lato grazie all'interpretazione
degli attori principali, in quanto anche Nick Cheung convince nella
parte dell'adorabile ma irascibile Fred, almeno molto di più che
con i rasta e gli occhialini da sole nel film in costume "The Duel".
Nella parte della decisa e indipendente barista Ling si vede Stephanie
Che, la quale, pur avendo un ruolo minore nel film rispetto quelle
di altre attrici di Hong Kong come Wang Fei che si atteggia a snob
semi-muta in "Okinawa Rendez-vous" oppure Cecilia Cheung ormai supergettonata,
è decisamente più credibile. Infine, il veterano del cinema Ti Lung
ha messo in luce con finezza particolare una vecchia tematica: la
corruzione tra i comandi di polizia; non tanto per la problematica
in sé quanto più per la motivazione che ne sta all'origine: non
si tratta infatti di invidie personali o di debiti di gioco. Ciò
che spinge l'ispettore a compiere intrighi e omicidi alla maniera
delle triadi, è il pensiero della perdita del figlio. La relazione
fra adulto e bambino, violenza e innocenza, già al centro, o in
sottofondo, di molti altri film del festival, viene quindi ripresa
anche in questo film. La scenografia é ben studiata anche se in
alcuni punti sembra semplicemente seguire i movimenti degli attori,
d'altra parte ciò é un elemento che valorizza il genere d'azione
e che non a caso i cineasti di Hong Kong padroneggiano alla perfezione.
voto:
25/30
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