8° FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLE DONNE
retrospettiva PRATIBHA PARMAR


servizio di
Elena SAN PIETRO

Pratibha Parmar nasce a Nairobi da una famiglia indiana, successivamente trasferitasi a Londra; ha studiato in Inghilterra, dove ha lavorato nei servizi sociali ed è stata editor nella casa editrice femminista Sheba Press, ha fatto volontariato in India accanto a Madre Teresa. Pratibha ha cominciato ad occuparsi di cinema verso la fine degli anni O80 guadagnando numerosi riconoscimenti in tutto il mondo. Le sue origini multietniche le hanno permesso di guardare il mondo con un occhio particolare: quello di una donna, di colore, che vive in una grande città come Londra, ma che conosce anche realtà differenti come l'India o l¹Africa. La giovane cineasta produce soprattutto documentari che sondano i problemi delle minoranze sia razziali che sessuali: dall'infibulazione in Africa (WARRIOR MARKS), alla condizione degli afroamericani (A PLACE OF RAGE) sino al femminismo delle nuove correnti musicali (THE RIGHTEOUS BABIES). Pratibha ha girato anche alcuni cortometraggi che esemplificano, attraverso la finzione, le tematiche scottanti di cui si occupa nei documentari.
Il Festival Cinema delle Donne, alla sua ottava edizione, cresce e si arricchisce di uno spazio per una retrospettiva personale, inaugurata quest¹anno da Pratibha Parmar.


I documentari

A PLACE OF RAGE

E' forse uno dei documentari più profondi ed impegnativi di Pratibha perché ha a che fare con delle donne-simbolo, di grande spessore umano ed intelletuale, artiste ed attiviste a favore dei diritti civili come Angela Davis, June Jordan e Alice Walker. Il documentario raccoglie soprattutto le loro testimonianze a distanza di tempo per capire che cosa è cambiato e cosa rimane da combattere dietro le pieghe di una società crudele ed ipocrita.
Volti di donne afroamericane, volti sereni e pensosi, sguardi saggi e forti di chi ha vissuto intensamene, occhi che hanno pianto per la violenza discriminante degli uomini, rughe che segnano il percorso di una vita.
Stupisce l¹eccezionale forza di questi personaggi che hanno dovuto sopportare due livelli di oppressione: essere donne all¹interno di una minoranza razziale. Le attiviste sottolineano il peso determinante che hanno avuto le donne nelle lotte per i diritti civili ed il Potere Nero, pur rimanendo parzialmente nell¹ombra rispetto agli uomini.
Il documentario mostra anche lo straordinario potere della poesia di Angela Davis, un canto di rabbia e dolore, ma anche di speranza e conforto per tutte le donne oppresse e maltrattate, l¹affermazione di una femminilità che parla necessariamente una lingua diversa rispetto al resto del mondo. Adesso le lotte, i movimenti, le ideologie sono echi di un passato lontano che è diventato materia di studi o è stato rimosso completamente da generazioni di cervelli omologati in un generale livellamento delle personalità: "Oggi non c'è più rispetto per la rabbia" dichiara Angela Davis. Forse abbiamo guadagnato più diritti civili, ma abbiamo perso la capacità di lottare, sognando un mondo migliore.


JODIE: AN ICON

Ovvero Jodie nell¹immaginario della società lesbica americana. Il documentario, girato in uno stile vivace che ricorda i video-clip musicali anche per la bellissima colonna sonora, è la voce di centinaia di donne americane che vedono nell¹attrice dichiaratamente lesbica un simbolo della loro libertà di essere e di amare. A parlare sono sopprattutto attrici comiche e tecnici cinematografici che, oltre ad avere una passione personale per Jodie (come dargli torto?!), vivono la realtà hollywoodiana dall¹interno, nei suoi aspetti pratici e spesso discriminanti. Allo stesso tempo la familiarità con il mondo dello spettacolo porta molte di loro ad un approccio spontaneo e sincero con il pubblico, contribuendo a creare un¹atmosfera generale di spensieratezza ed ironia. Lo straordinario percorso artistico di Jodie viene ricostruito attraverso l¹immaginario delle sue fan più sfegatate: da quando era l¹impertinente maschiaccio della Walt Disney, attraverso la svolta di TAXI DRIVER, fino alle ultime pellicole, dove la Foster è una donna forte e sensuale. Trovo molto interessante delineare la figura di una celebrità attraverso gli occhi di chi ha contribuito a costruirne la fama: i fan, gli spettatori, dalla musica, al cinema, persino in letteratura, sono parte integrante nella creazione di un personaggio. Ma è ancora più interessante vedere il punto di vista della comunità lesbica: le scene chiave di alcuni film vengono riproposte ed analizzate da una prospettiva decisamente diversa. Ecco allora che la carezza tra la Foster e Kelly McGillis in THE ACCUSED (Sotto Accusa) rappresenta un momento di commozione e di riconoscimento di un¹omossessualità latente per tutto il film, anche perché Jodie Foster ha avuto effettivamente una relazione con l¹eroina di TOP GUN. Le immagini mostrano anche un film poco conosciuto (chissà perché) in cui la Foster vive un¹esperienza omossessule con Natasha Kinski. Ma Jodie, a livello più generale, è considerata un¹icona anche per il movimento femminista: ne IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI, ad esempio, Clarisse è una straordinaria donna-poliziotto (una delle prime sullo schermo, un personaggio realistico e non caricaturale) che con la sua determinazione supera di gran lunga i colleghi uomini. Pe l'attrice non è stato facile dover uscitre allo scoperto, in una Hollywood che ha le sue leggi anche per quanto riguarda l¹immagine e la vita privata delle star; tuttavvia la Foster ha raggunto una posizione tale da poter fronteggiare le discriminazioni dello star-system: da una parte la fama mondiale ed il supporto dei suoi fan (con tanto di un cliccatissimo sito internet) dall'altra una casa di produzione tutta sua ed una barca di soldi.
Inizialmente Pratibha ha cercato di contattare l'attrice a proposito del documentario, ma Jodie si è trincerata dietro i suoi agenti e gli impegni di lavoro. Tuttavvia sembra che in seguito la Foster abbia richiesto una copia del documentario, per guardarselo nel salottino della sua mega-villa: "Sono sicura che le è piaciuto" afferma Pratibha, "se non le è piacuto è completamente pazza, perchè è un tributo d'amore da parte di tutti i suoi fan".


I Cortometraggi

WAVELENGTHS

Nei cortometraggi Pratibha approfondisce i temi dei suoi documentari, attraverso storie quotidiane e poetiche. In questo caso la protagonista della personale affronta due aspetti della sessualità ancora in parte sconosciuti e messi al bando dalla morale ufficiale: il sesso virtuale e l¹omossessualità al femminile. Due aspetti in realtà sempre più diffusi, che reclamano il rispetto ed il riconoscimento di una società non sempre dissposta ad accettarli. Due aspetti molto attuali che lottano per venire allo scoperto anche e soprattutto attraverso il cinema, basti pensare a film come THOMAS EST AMOREUX o a festival come il Cinema delle Donne.
Mona è stata abbandonata dalla sua partner, anche qui appare evidente il disperato bisogno d¹amore in una società d'individui sempre più soli, la difficoltà di costruire delle relazioni sentimentali, tanto più se omosessuali. Mona è restia ad entrare nel mondo del cybersex, non certo per moralismo, quanto per timidezza ed inesperienza, ma quando, un po' per gioco, s'immergerà nell'anonimato di internet, scoprirà un universo molto più libero ed affascinante rispetto alla realtà. Sullo sfondo locali gay ed internet bar. Immagini oniriche e realtà virtuali si mischiano e si confondono, ma ancora una volta l'atmosfera generale del corto è solare, giovane e spensierata Alla fine Mona riconoscerà la sua anima gemella cybernetica in una cameriera dell'internet bar, pura finzione, ma in fondo è proprio questo il bello del cinema.


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