BILLY ELLIOT
di Stephen Daldry
con Julie Walters, Gary Lewis e Jamie Bell


 


recensione di
Claudia RUSSO

Musica in apertura, quando la telecamera è fissa e la testa di un bambino saltella su e giù all'interno dell'inquadratura; musica durante tutta la vicenda, quando il giovane Billy prende di nascosto lezioni di danza mentre padre e fratello sono impegnati nello sciopero dei minatori inglesi sotto il governo Tatcher; musica per la scena finale, quando tutti gli sguardi convogliano sul fermo immagine del corpo scolpito e vibrante di un ballerino che ha spiccato il volo.
Un volo davvero rischioso quello di Billy Elliot! (Ma le sfide sportive, e soprattutto sociali, sembrano andar di moda. In GIRLFIGHT, il cui sottotitolo recita: una ragazza combatte per riscattare se stessa, la bellissima Michelle Rodriguez può a ragione esser considerata l'alter ego del Billy ballerino che rifiuta il pugilato per condensare la stessa aggressiva tenacia nella danza.).
Un volo oltre il pregiudizio e i luoghi comuni: - "I ragazzi fanno pallone, o pugilato, o lotta…"-; oltre le difficoltà economiche: - "Come ci siamo ridotti figliolo…" - grida disperato il padre (che è contemporaneamente un minatore ed un uomo) all'irruente figlio maggiore: - "Dobbiamo dare una possibilità a quel ragazzino…"
Un faticoso e coinvolgente processo di autoaffermazione e presa di coscienza che passa per un segreto allenamento e si nutre del commovente e vivo ricordo di una madre scomparsa, ma ancora, e sempre, prepotentemente presente. Azzeccata e naturalmente simpatica la nonna un po' picchiatella che va a spasso da sola all'alba, non riconosce la tomba della figlia, voleva far la ballerina… Non sa nulla; capisce tutto.



Lucida e amaramente spietata la rappresentazione dell'insegnante ballerina-fallita delusa da un marito disattento e da una vita priva di autentiche soddisfazioni che non fa sesso, per questo fa danza e trova, nel talento innato di Billy un nuovo, estremo, irripetibile motivo di passione e riscatto.
Non manca poi l'amico del cuore sensibile ed effeminato.
E' un ragazzino bellissimo: ha occhi audaci e premurosi, fiduciosi e preoccupati, innamorati ma consapevoli. La sua lotta all'ipocrisia, parallela a quella del giovane amico danzante, non sarà certo meno dura e difficile, ma apparirà alla fine ugualmente vincente.
Ma è certamente la musica (quella '80 per eccellenza) la vera protagonista di un film che sconfina nel musical e fa della propria colonna sonora non solo un valido mezzo espressivo, ma una vera e propria chiave di lettura delle azioni e degli stati d'animo (indimenticabile la frenetica scena della cattura del fratello da parte delle guardie o la rabbiosa danza di Billy che percorre la stradine del suo paese a passi di violento tip-tap).



Costanza, ostinazione, sacrificio… poi l'audizione col suo carico d' ansia e paura, incertezza e voglia di emergere.
- "Cosa provi quando balli?" - domanda un membro della commissione esaminatrice.
Imbarazzato silenzio. Sguardo nel vuoto.
Finalmente, prima di andar via, la rapida risposta di Billy: "Quando danzo…sono invisibile, sono energia".
Rendiamoci invisibili.
Nutriamoci di energia.


IL VOTO DI KINEMATRIX: 29/30