BERGAMO FILM MEETING
il FLEISCHER STUDIO
gli inventori di BETTY BOOP, i FLINSTONES e POPEYE


servizio di
Martina MUNGAI

Max, Dave, Joe, Lou e Charles Fleischer sono i figli di un sarto austriaco fuggito in USA nel 1887 per cause di antisemitismo. Inventori e artisti, in particolare Max e Dave, i Fleischer fonderanno a New York nel 1921 l'"Out of the Inkwell Studio", in omaggio al calamaio, "inkwell" in inglese, simbolo delle loro prime produzioni: dal calamaio emergevano infatti i personaggi, e nel calamaio si rituffavano alla fine del cartoon. I Fleischer possono vantarsi di aver preceduto tutti i più famosi studios d'animazione, dalla Disney, alla Hanna & Barbera, alla Warner Bros., di essere stati gli unici antagonisti veramente competitivi di Disney negli anni Venti, e di aver avuto un ruolo pionieristico nell'ideazione di innovazioni che sarebbero state fondamentali nello sviluppo del cinema d'animazione.
La prima delle loro invenzioni è il cosiddetto Rotoscopio, brevettato da Max nel 1917: un apparecchio che, grazie alla retroproiezione di immagini filmate dal vero, consente di ottenere una copia conforme dell'immagine su carta o cel, seguendone i contorni con un pennino a inchiostro. Fu proprio Dave a fare da modello per il personaggio che, animato con questa tecnica, diverrà Ko-Ko il clown. Il rotoscopio fu utilizzato dallo stesso Disney, anni dopo, nella lavorazione di BIANCANEVE E I SETTE NANI. Furono però i Fleischer, e non Disney con BIANCANEVE, a realizzare il primo lungometraggio d'animazione, EINSTEIN'S THEORY OF RELATIVITY, cartoon didattico del 1923.
Un'altra novità introdotta dallo Studio fu il ruolo dell'inbetweener (intercalatore), cioè dell'animatore che realizza i disegni intermedi dell'animazione, permettendo di velocizzare di molto il lavoro; furono poi loro gli inventori del model sheet, una sorta di dizionario grafico in cui i personaggi erano disegnati da ogni angolazione e con diverse espressioni, così da dare all'animatore la possibilità di copiarlo nel modo migliore; e ancora loro idearono un sistema per conferire tridimensionalità agli sfondi, anch'esso insostituibile punto di partenza per la successiva invenzione disneyana della multiplane camera. L'ingegnoso processo consisteva nel fotografare cel bidimensionali posti davanti a sfondi tridimensionali montati su una piattaforma girevole.
Sembra anche che sia stato Max Fleischer in collaborazione con Lee de Forest nel '26, e non, di nuovo, Disney con STEAMBOAT WILLIE del '28, a portare a termine il primo cartone sonoro, MY OLD KENTUCKY HOME, sincronizzato con un sistema chiamato Phonofilm.
I Fleischer furono anche iniziatori del pre-synch, ossia dell'animazione che segue una preesistente colonna sonora, altro espediente largamente sfruttato in seguito da Disney.



Se ciò non bastasse, aggiungo che all'inizio degli anni Quaranta i Fleischer crearono gli Stone Age Cartoons, che non ebbero fortuna ma ispirarono i FLINSTONES di Hanna & Barbera negli anni Sessanta.
Betty Boop, l'indiscussa star dello Studio, appare per la prima volta nel 1930 in DIZZY DISHES, animata da Grim Natwick, che lavorerà poi in BIANCANEVE. Betty nasce ispirandosi alla cantante Helen Kane, allora famosa per il suo ritornello "Boop Oop a Doop". Betty, ragazzina sexy dalla spensieratezza spregiudicata, avrà un immediato successo e rappresenterà una rivoluzione nel mondo del cartoon dell''epoca, popolato fino ad allora da personaggi senza nessuna connotazione sessuale né allusiva. Proprio la sua sensualità fu, però, anche il motivo del declino di Betty quando, dopo la promulgazione del Codice Hays nel 1934, le regole censorie si fecero più rigide.
Popeye, l'altro personaggio di punta dello Studio, tratto da un fumetto di Elzie Segar, fa la sua entrata sullo schermo nel 1933 in POPEYE THE SAILOR, dove compare al fianco di Betty Boop.
Dallo studio uscirono anche le avventure di Superman, fatte di una tecnica raffinata e da disegni e luci di straordinaria complessità e fluidità.
Dalla seconda metà degli anni Trenta le fortune dello Studio cominciarono a declinare, e i Fleischer furono costretti a indebitarsi con le banche e con la Paramount, con cui avevano un contratto poi sciolto nel 1942. Dopodiché lo Studio, logorato anche da dissapori interni fra Max e Dave, sopravvisse per qualche altro anno fino all'inevitabile fine.
I cartoon presentati al Bergamo Film Meeting ci offrono l'evidenze di come le innovazioni dei Fleischer non furono solo tecniche ma anche linguistiche. In un'epoca in cui i canoni del cinema d'animazione non avevano ancora trovato una definizione, i cartoon della Inkwell tematizzano il loro statuto di linguaggio nel suo "farsi", con cartoni che spesso usano sia animazione che riprese dal vero: l'animatore disegna il personaggio sul foglio, o il personaggio esce dal calamaio e si mette a girare per la stanza combinando guai, prende la penna e dipinge i suoi propri scenari, si imbarca in avventure prodigiose per poi ridisciogliersi in una piccola pozza di inchiostro. Ecco quindi le origini della trovata, tanto usata ad esempio nei cartoni Warnerdella mano umana che interagisce col personaggio d'animazione. Il mondo parodistico, circense, esplosivo, rocambolesco del cartoon irrompe senza regole nella vita reale: il clown Ko-Ko lotta con una mosca fastidiosa, la sedia elettrica diventa una macchina di bellezza, Betty assume i volti di vari presidenti degli States, Popeye prende vita da una foto sul giornale, i cannibali rubano la testa di Max Fleischer, il cane Fitz tira una leva che aziona la distruzione del mondo mentre i passanti fuggono impazziti per le strade. Possiamo dirlo: il "dialogo" tra universo umano e universo fantastico del cartoon non è stata una novità introdotta da ROGER RABBIT, né da MARY POPPINS!

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