BELLARIA/ANTEPRIMA 2000 Adriaticocinema, il grande contenitore di festival della riviera romagnola, chiude i battenti dopo due sole edizioni : troppo presto. "Anteprima" e "Mystfest", resuscitate per l'occasione, non hanno offerto quest'anno un panorama di opere interessante quanto quello dell'edizione precedente. Anche Bellaria , che poteva peraltro contare sulla direzione di uno sperimentatore e facitore di cultura del livello di Enrico Ghezzi , al di là del merito di avere riproposto all'interno di un convegno le problematiche relative all'innovazione introdotta dalle tecnologie digitali applicate al cinema , non è riuscita nell'intento di presentare pellicole italiane le quali,come invece "GARAGE OLIMPO" e "FUORI DAL MONDO" l'anno scorso, si denotassero quali casi unici nel nostro panorama . Non a caso sia l'uno che l'altro film (scelti con grande intuizione da uno tra i critici nostrani più attenti e acuti, MARIO SESTI ) sono rimasti per mesi al centro dei dibattiti sulle riviste specializzate e hanno concorso -spesso aggiudicandoseli - a numerosissimi concorsi . Inoltre, non si è pensato di dover riproporre un'iniziativa di straordinario valore,che aveva anch'essa caratterizzato l'edizione del '99: il concorso di critica cinematografica "a tema" - si trattava di cinema italiano e di rimedi per affrontare la crisi - che vide riuniti una ventina di ragazzi da tutta l'Italia in una specie di "stage-seminario" lungo tutto il festival , tra dibattiti e interviste con i vari Marco BECHIS , Mimmo CALOPRESTI , Giuseppe PICCIONI . Sarà perché anche chi scrive era tra i selezionati ( e l'indagine sul rapporto tra i giovani e il cinema italiano pubblicata sul numero di ottobre '99 su "CIAK" partì proprio da Bellaria , per poi estendersi alla Mostra del Cinema di Venezia dell'anno scorso e di quest'anno -cfr. "Speciale Venezia 2000 " su Kinematrix ) , ma l'idea ci parve subito degna di nota e meritevole di una prosecuzione. Cosa puntualmente non accaduta ( di chi la colpa ?) . Le proposte interessanti,comunque, in parte non sono mancate. Semmai sarebbe buona regola limitare,come abbiamo già avuto modo di sostenere, le sezioni della rassegna,anche per consentire agli "eventi" del festival di guadagnare il giusto spazio, di respirare il giusto "ossigeno" ( tanto per riprendere un'espressione cara a Marco Muller - vedi intervista ) . Quest' anno la retrospettiva su ROMANO SCAVOLINI avrebbe meritato la ribalta, anche in termini di adeguata "promozione" , mentre i cortometraggi , sempre di più , ma non sempre adeguati al livello artistico di "ANTEPRIMA" , andrebbero ridotti , a meno che non li si intenda "proteggere" e seguire anche dopo la fine della rassegna. La loro fine naturale è quella di un "tour" invernale e primaverile in giro per le altre rassegne italiche di settore , mentre Bellaria avrebbe i titoli per sponsorizzare una vita più lunga di (solo alcune tra) queste "opere". Il resto ( omaggio a Dario Argento , piccoli lavori di Riondino , Guadagnino e altri ) non è stato ben contestualizzato e le "sezioni" del festival risultavano particolarmente vaghe e improvvisate. Una forte retrospettiva e pochi,validissimi corti in concorso : questa è una buona ricetta per il futuro. Forse il limite di Ghezzi sta proprio nella sua generosità di talent - scout, spesso incapace di dire di no a quei giovani che gli chiedono un supporto di qualche tipo. Importante aver proposto "L'HUMANITE' " , testo per immagini di forza e crudezza uniche, co-vincitore durante la famosa edizione cronenberghiana di Cannes (1999) e "Memorie dal sottoduolo" di Ciprì e Maresco (2000) , che hanno scelto,da ormai due anni (vedasi anche LOCARNO 1999 ) , la strada esclusiva del corto e del video per esprimersi in libertà ,al di là dei vincoli imposti dalle produzioni canoniche ( e relativi problemi giudiziari…). Straordinario l'Ignazio Trevi , cantante analfabeta di borgata , protagonista del video : personaggio forse ancora più "forte" e drammatico dei consueti protagonisti di "Cinico tv" e dei lungometraggi prodotti dal duo di Palermo. Tornando a ROMANO SCAVOLINI, va detto che ,appunto , meritava una centralità assoluta nella rassegna. Difficile trovare cineasti altrettanto radicali ed emarginati nel nostro panorama (in confronto Silvano Agosti è una star del sistema…) , anche se l'epoca degli esordi e l'approccio da "cinema della rivoluzione" ne fanno un compagno di viaggio dei vari Ferreri e Bellocchio e Bertolucci (quello di "Partner",1968, per intenderci…). Ma è la materia filmica , incostante , sempre ripiegata su se stessa , con continui salti narrativi , arricchita di "segni" /simboli / parole in sovrimpressione - laddove mancano i dialoghi… - a farne un caso a parte e ad anticiparne , forse inevitabilmente , la morte commerciale. Ma la parabola artistica di S. è stata ben diversa , tra documentari in Vietnam , episodi "facili" come "Cuore", ( 1973 ) , e tutta una serie di materiali "da battaglia" e da chiaro schieramento politico, non a caso spesso girati in forma di reportages di guerra. Da riscoprire . Citiamo solo un paio di titoli maggiori : "A mosca cieca", 1966 ; "La prova generale ", 1968 , arricchiti dalle prove di attori inevitabilmente icone dell'epoca , quali Carlo Cecchi e Lou Castel. |