recensione di
SARA FRONDA
Un thriller hollywoodiano che però
hollywoodiano non è; un action movie con molta azione e poco pathos,
un mix di effetti speciali ed azioni improbabili e, a tratti, demenziali.
Dal Giappone di Setsuro Wakamatsu, WHITEOUT, film cult in terra
orientale, campione d'incassi della stagione cinematografica 2000.
Un gruppo di terroristi si impadronisce di una delle più importanti
dighe del Paese e prende come ostaggio un gruppo di malcapitati
tecnici, tranne per l'eroico Togashi (Yuji Oda) che, da innocente
addetto alla manutenzione, si trasforma nell'eroe nazionale. Insomma
un novello Rambo che salva tutto e tutti.
Interamente girato tra le nevi del freddo inverno orientale, WHITEOUT
mostra come anche le produzioni giapponesi si stiano avvicinando
gradualmente ad un genere da sempre monopolio del cinema americano,
anche se ancora caratterizzata da una struttura, sia tecnica che
narrativa, non del tutto convincente. Piacevole comunque la prima
parte che perde però di originalità nel secondo tempo, nonostante
tutto originale per l'impatto delle riprese meno per l'originalità
della trama.
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