recensione di
GABRIELE FRANCIONI
Molto meno di
Kitano Takeshi, molto più di una beach-comedy, OKINAWA R-V
è film di fallimenti portati a termine con delicatezza da un eterogeneo
gruppo di perdenti: yakuza dal pensiero debole, poliziotti inetti
e fidanzate in crisi d'identità. Un giro di denaro che deve essere
restituito, non giunge mai a termine. Ogni cosa è lasciata per strada,
ogni appuntamento salta per pochi istanti, i progetti di rapine
e spionaggio restano a metà. Ci si trova tutti a Okinawa, spiaggia
e luogo della dimenticanza, dell'allontanamento dal caos
emotivo di Tokyo, dove anche Kitano mandava i suoi antieroi, e la
località si trasforma nello spazio ideale per lasciarsi e ritrovarsi,
perdersi e ricostruirsi attorno alle cose semplici. Il film di Gordon
Chan è in realtà una piccola delusione, perché la comicità non ha
il tono surreale di SONATINE e sono troppi i personaggi da seguire
lungo i percorsi di una storia troppo lineare.
voto:
26/30
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