recensione di
ANDREA DE CANDIDO
Una delle certezze
- o quasi - acquisite durante questo festival è quella per
cui laddove nel passato l'originalità del cinema orientale
(naturalmente con Hong Kong su tutti) era stimolo e modello per
la produzione di consumo, specie americana, che ne ereditava alcune
peculiarità, oggi pare che avvenga il contrario. O meglio:
se prima il far east cinema proponeva soluzioni cui fare appello
per rinfrescare un prodotto sempre e comunque "già visto",
adesso sono gli orientali ad avere la tendenza ad appiattire in
partenza i loro film di genere, forse nella speranza o con l'intento
di proporli direttamente a quel mercato che delle loro idee
viveva di rimbalzo.
Non è che LIBERA ME sia un brutto film, fatto male, privo
di stile, ma è che lo abbiamo già visto: è
esattamente identico a FUOCO ASSASSINO di Ron Howard, con
la sola variabile dei personaggi e della loro fisionomia. Quanti
"trhiller incendiari" (così nel catalogo) sono
già stati fatti? A memoria: quello citato, BLOWN AWAY con
Jeff Bridges, TRAPPOLA DI CRISTALLO, ecc. Se anche la cinematografia
sudcoreana - forse tra le migliori, con la Cina, di tutto il FEFF
- si adegua senza imporre una propria cifra, il segno è preoccupante.
voto:
25/30
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