Le figure femminili nel

cinema di Abel Ferrara

 

di Stefano LOMBARDINI


INTRODUZIONE

Questo lavoro prende in esame l’opera di uno dei più eclettici e inclassificabili cineasti americani contemporanei, Abel Ferrara (New York, classe 1951). Regista assai prolifico, con sedici lungometraggi all’attivo (di cui ben nove girati nel solo decennio 1990-2000) più svariati lavori per la televisione, a partire dal suo esordio ‘ufficiale’ alla fine degli anni Settanta – il suo primo vero film è una pellicola hardcore firmata sotto pseudonimo nel 1976 – con l’autoprodotto The Driller Killer, si è imposto come uno dei talenti più versatili della sua generazione, capace di dirigere con la stessa maestria pellicole a budget irrisorio come Bad Lieutenant e The Addiction, produzioni hollywoodiane come Ultracorpi – L’invasione continua, episodi di telefilm come "Miami Vice" e numerosi videoclip, esplorando quasi tutti i generi cinematografici più popolari (porno, thriller, horror, gangster-movie, fantascienza, dramma, film di vampiri, film di mafia, film sul cinema, film religioso,…) ma rimanendo sempre fedele ai propri temi morali (l’esperienza del male e quella della fede, il conflitto tra predestinazione e libero arbitrio, la dannazione e la redenzione, il ruolo delle immagini e del cinema in questa indagine), soprattutto grazie all’irripetibile sodalizio artistico con l’amico-sceneggiatore Nicholas St. John, al suo fianco fino al capolavoro The Funeral del 1996.
Autore complesso e indipendente in modo quasi costituzionale, che pur avendone avuta la possibilità non si è mai lasciato assorbire dal sistema delle majors, presente da vent’anni nei maggiori festival europei ma senza averne mai vinto alcuno (il “Premio Speciale della Giuria” che ha ricevuto a Venezia nel 2005 per Mary è l’eccezione che conferma la regola), che ha alternato buoni successi di pubblico come King of New York a pellicole che hanno avuto anche problemi di distribuzione in sala come The Blackout, radicatissimo nella città natale dove sono ambientati la maggior parte dei suoi film ma anche apolide con la varietà di luoghi e set internazionali di New Rose Hotel e Mary, lontano sia dal cinema moderno (a maestri del quale come Pasolini e Bresson deve comunque molto) sia, più radicalmente, da quello postmoderno (pur citando sempre, e a ragione, Scorsese come la sua principale fonte d’ispirazione), vero e proprio ponte vivente tra film d’autore e film commerciale, film d’arte e film di genere, cinema europeo e cinema americano, sarebbe impensabile cercare di esaurire l’analisi della sua opera in un singolo saggio.
Nelle pagine che seguono, abbiamo perciò scelto di limitarci a considerare i suoi lungometraggi per il grande schermo nell’ottica di un tema specifico, cioè le figure femminili che popolano il suo cinema. Come proveremo a dimostrare, concentrarci su questo aspetto trasversale ci permetterà indirettamente non soltanto di descrivere forme e modalità della loro presenza nei film presi in esame, ma anche di indagare i loro rapporti con le tematiche più generali dell’opera di Ferrara, con i suoi mondi e il suo stile narrativo, il suo lavoro sui generi cinematografici fino – speriamo – ad illuminare alcune marche autoriali da cui traspaia la sua concezione etica, politica ed estetica del film-making.

Nella prima parte di questa tesi esaminiamo il cinema di Ferrara in una prospettiva storico-critica. Una nota biografica ricostruirà le coordinate essenziali della sua formazione e della sua carriera professionale, nonché, per brevi cenni, quella delle attrici principali che hanno lavorato con lui, partendo dai primi cortometraggi giovanili nella New York dei primi anni Settanta fino alla presentazione di Mary alla Mostra del Cinema di Venezia 2005. Successivamente, nel secondo capitolo, attraverseremo film per film i più rilevanti contributi della saggistica e della critica specializzata che li hanno accompagnati, soffermandoci in particolare sulle grandi riviste europee, e mettendo a fuoco per ogni pellicola il ruolo e il peso dei personaggi femminili che vi compaiono.
La seconda parte è invece dedicata ad approfondire le osservazioni maturate attraverso la panoramica critica sulle opere di Ferrara, mediante l’analisi filmica di tre dei suoi film più rilevanti in relazione al tema di questo lavoro (Ms. 45, The Addiction e The Funeral). La metodologia d’analisi prescelta segue quella proposta dalla corrente semiopragmatica della semiotica contemporanea del cinema e dell’audiovisivo sviluppata dallo studioso francese Roger Odin, per le ragioni e le modalità di applicazione della quale rimandiamo al capitolo tre. Seguendo alcune considerazioni di quest’ultimo, svilupperemo infine alcune riflessioni in merito all’emergere dell’autenticità sulla finzione nei lavori più esplicitamente metalinguistici di Ferrara (Snake Eyes, The Blackout e Mary), di nuovo focalizzandoci sulle interpretazioni delle protagoniste femminili (rispettivamente Madonna, Beatrice Dalle e Juliette Binoche) di questi film.
Chiude il lavoro una bibliografia critica ragionata su Abel Ferrara, la bibliografia selettiva della seconda parte analitica e la filmografia completa del regista.
 

 

INDICE
Introduzione

Parte prima – Critica e saggistica

1. Abel Ferrara e le sue attrici. Note biografiche


2. Le figure femminili nei film di Abel Ferrara. Profili critici
2.1 Nine lives of a wet pussy (1976)
2.2 The Driller Killer (1979)
2.3 Ms. 45 (L’angelo della vendetta, 1980)
2.4 Fear City (Paura su Manhattan, 1984)
2.5 China Girl (1987)
2.6 Cat Chaser (Oltre ogni rischio, 1988)
2.7 King of New York (1990)
2.8 Bad Lieutenant (Il cattivo tenente, 1992)
2.9 Body Snatchers (Ultracorpi – L’invasione continua, 1993)
2.10 Snake Eyes a.k.a. Dangerous Game (Occhi di serpente, 1993)
2.11 The Addiction (1994)
2.12 The Funeral (Fratelli, 1996)
2.13 The Blackout (1997)
2.14 New Rose Hotel (1998)
2.15 ’R Xmas (Il nostro Natale, 2000)
2.16 Mary (2005)

Parte seconda – Analisi filmiche

3. Nota metodologica. Della finzione di Roger Odin


4. Le figure femminili nella lettura finzionalizzante di:
4.1 Ms. 45
4.2 The Addiction
4.3 The Funeral

5. Figure femminili e lettura secondo l’autenticità in Snake Eyes, The Blackout e Mary

Conclusioni
Bibliografia critica su Abel Ferrara
Bibliografia analitica
Filmografia di Abel Ferrara