INTRODUZIONE
Il presente lavoro di ricerca intende analizzare il cinema di Terence Vance
Gilliam, regista di celebri pellicole quali
L’esercito delle dodici scimmie
e Brazil, all’interno dei
nuovi studi sui generi cinematografici, che hanno di recente portato ad una
totale revisione di questo ambito teorico.
Basandomi su una concezione di genere cinematografico non tanto come
categoria stabile, dai confini precisi e dotata di un’esistenza propria,
quanto piuttosto come incessante processo di definizione e ridefinizione, da
parte di svariati soggetti, all’interno di una continua dialettica di
generificazione (termine particolare adottato da Rick Altman nel corso dei
suoi studi sull’argomento), mi propongo di verificare se sia possibile
prendere in considerazione una particolare categoria di genere, chiamata
gilliamesque, strettamente legata alla persona e al lavoro di Terry
Gilliam. Un tale proposito deve partire dall’assunto che i generi
cinematografici siano frutto di pratiche discorsive, piuttosto che di
misteriose origini che affondano le proprie radici in altre forme di
comunicazione, e che tali definizioni siano legate alle ben precise finalità
di diversi attori che entrano in gioco all’interno di tale processo, fra i
quali la produzione, la critica ed il pubblico. Si tratta, quindi, di
considerare tale problematica da una prospettiva di stampo pragmatico.
Inoltre, è necessario basarsi su una concezione dell’autore cinematografico
differente rispetto a quella di senso comune, secondo la quale questa
figura, identificata con il regista, ha il pieno controllo dell’opera
filmica, la quale si costituisce come pura espressione dell’interiorità del
suo creatore. Questo ruolo va piuttosto relativizzato, in virtù delle
svariate delimitazioni di carattere economico e tecnologico cui la
produzione di film è sottoposta, oltre che del carattere collettivo della
pratica cinematografica. È allora consigliabile scindere tale figura in una
rete di professionalità che, in maggiore o minore misura, sono responsabili
del prodotto filmico, e che tentano di imprimere la traccia della propria
soggettività all’interno delle determinazioni del reale.
Una volta affinate le concezioni di genere ed autore cinematografico, sarà
possibile investigare questo presunto “genere autoriale”, per verificare se
esso sia dotato di determinate caratteristiche testuali e strutturali (in
linea con l’approccio semantico-sintattico sviluppato da Rick Altman) che lo
rendono riconoscibile. Tuttavia, per non rimanere legati ad una concezione
puramente testuale e sincronica, sarà poi necessario inserire tale analisi
in una prospettiva temporale, al fine di osservarne lo sviluppo diacronico,
e successivamente all’interno di un punto di vista pragmatico e discorsivo.
Quest’ultimo passaggio richiede di indagare le diverse definizioni che
produzione, pubblico e critica (intesi però non come soggetti unitari al
loro interno, quanto piuttosto sfaccettati ed eterogenei), in aggiunta allo
stesso autore dei film presi in considerazione, danno di tale genere
gilliamesque. Più precisamente, sarà necessario esaminare se questi attori
riconoscano effettivamente una tale categoria di genere, così da verificare
se essa ha un qualche peso all’interno della dinamica di generificazione.
La scelta è caduta sull’opera di Terry Gilliam, oltre che per interesse
personale (il quale deve essere necessariamente messo da parte al fine di
garantire quel minimo di oggettività necessaria a procedere in un lavoro di
questo tipo), in virtù della particolarità e della riconoscibilità che
distinguono le pellicole del regista americano.
Per procedere in tale impresa, è innanzitutto necessario inquadrare gli
ambiti teorici all’interno dei quali essa si situa. A tale incarico sono
dedicati i primi due capitoli: il Capitolo Primo fornirà uno sguardo
sull’attuale panorama della teoria dei generi cinematografici, pur prendendo
in considerazione la prospettiva classica da cui partono tali studi. Il
Capitolo Secondo servirà invece ad inserire in una prospettiva storica
il concetto di autore cinematografico, così da ripercorrere le differenti
declinazioni che esso ha assunto nel corso degli anni, fino ad arrivare ad
una rivalutazione di tale termine, che all’interno degli odierni studi
cinematografici è stato messo relativamente in ombra.
Il Capitolo Terzo provvederà ad approfondire l’oggetto di studio,
ovverosia le opere di Terry Gilliam, offrendo una rapida panoramica della
vita del regista e analizzando brevemente i film in questione.
Una volta dotata tale ricerca del necessario substrato teorico, sarà
possibile nel Capitolo Quarto passare all’analisi vera e propria dei
tratti semantici e sintattici che contraddistinguono le pellicole di
Gilliam, così da verificare se effettivamente questo genere gilliamesque sia
dotato di caratteri ricorrenti e distinguibili. Infine, il Capitolo
Quinto provvederà ad inserire tali dati in una prospettiva diacronica,
prendendo in considerazione l’evoluzione che questi tratti caratteristici
hanno subito nel corso del tempo, oltre che esaminando gli influssi che tale
presunta categoria di genere ha avuto sull’operato di altri autori
cinematografici, così da dimostrare che la sua azione non rimane
circoscritta ai soli film di Terry Gilliam. Inoltre, in esso l’analisi del
gilliamesque procederà anche da un punto di vista discorsivo e
pragmatico, attraverso la disamina delle definizioni che i sovracitati
soggetti danno delle pellicole del regista. Nel corso delle Conclusioni,
sarà tratto il bilancio di questa ricerca, così da verificare se sia
possibile riconoscere una categoria di genere, dotata di particolari
caratteristiche e riconosciuta in qualche misura dalle parti in gioco,
definibile come gilliamesque.
INDICE
Introduzione
1. I generi cinematografici
1.1 Riconsiderando il concetto di genere cinematografico
1.2 Le teorie classiche
1.2.1 Generi e miti: una
prospettiva ontologica e sincronica
1.2.2 La purezza dei generi e l'approccio semantico-sintattico
1.2.3 Un percorso univoco: dalla produzione al pubblico
1.3 Attributi e sostantivi: il genere come processo
1.3.1 Uno sguardo alle origini dei generi cinematografici
1.3.2 Attributi e sostantivi
1.3.3 Una dinamica incessante: il processo di generificazione
1.4 Usi e definizioni: il genere come categoria discorsiva
1.4.1 La produzione: strategie di mercato e riferimenti molteplici
1.4.2 La produzione: elementi distintivi e cicli di film
1.4.3 Critici, teorici ed istituzioni: il processo di rigenerificazione
1.4.4 I generi come pratiche discorsive
1.5 Il pubblico: piaceri di genere e comunità costellate
1.5.1 Gli usi del pubblico: il piacere di genere
1.5.2 Comunità costellate e comunicazione laterale
1.6 L'odierno panorama teorico e futuri sviluppi
2. Generi e autorialità
2.1 Nascita, morte e (potenziale) resurrezione dell’autore cinematografico
2.1.1 Una nozione diffusa
2.1.2 Il cinema come medium riproduttivo ed il contesto storico-culturale
2.2 L’affermazione dell’autore cinematografico
2.2.1 Il cinematografo e le professionalità delle origini
2.2.2 Le opere individuali e la ricerca di una figura autoriale
2.2.3 La prima avanguardia e l’Autore cinematografico
2.2.4 I Cahiers du cinéma e la politica degli autori
2.3 La revisione del concetto di autore
2.3.1 La dogmatizzazione dell’autore e il cinema localizzato
2.3.2 Michel Foucault: l’autore come funzione testuale
2.3.3 Roland Barthes e la morte dell’autore
2.3.4 La sopravvivenza dell’autore
2.4 L’autore plurale ed i generi autoriali
2.4.1 L’autore come problem solver
2.4.2 Autori e generi cinematografici
2.4.3 I “generi autoriali”
3. Terry Gilliam nella vita e sul set
3.1 Dall'infanzia fino ai Monty Python
3.1.1 I primi passi nel mondo dell'editoria
3.1.2 L'esilio inglese e i Monty Python
3.2 La conquista dell'indipendenza
3.2.1 Un primo tentativo solista: Jabberwocky
3.2.2 I banditi del tempo e la progressiva emancipazione dal gruppo
3.3 Le grandi battaglie
3.3.1 In lotta con la Universal per Brazil
3.3.2 Le disastrose avventure del Barone di Munchausen
3.4 Gli anni dell'affermazione
3.4.1 Il facile successo de La leggenda del re pescatore
3.4.2 La consacrazione con L'esercito delle dodici scimmie
3.5 Gli anni della crisi
3.5.1 L'insuccesso di Paura e delirio a Las Vegas
3.5.2 La terribile esperienza di The Man Who Killed Quixote
3.6 Un presente imperfetto
3.6.1 Affrontando i fratelli Grimm
3.6.2 Tideland e la (possibile) riscossa di Don Chisciotte
4. Il gilliamesque
4.1 Esiste un genere gilliamesque?
4.1.1 Analisi semantico-sintattica
4.1.2 Analisi diacronica e pragmatica
4.2 Tratti semantici
4.2.1 Il sogno, in bilico fra realtà e fantasia
4.2.2 La follia e il trattamento dei malati mentali
4.2.3 Il tempo antilineare
4.2.4 I mass media e la società dell’apparenza
4.2.5 La minaccia tecnologica e la risemantizzazione degli oggetti
4.2.6 L'immaginario medievale
4.2.7 Il Grottesco
4.2.8 Fiabe, miti e leggende
4.2.9 Gabbie e strumenti di tortura
4.2.10 Nani e bambini
4.2.11 Grandangoli, plongée, contreplongée e dutched shot
4.3 Tratti sintattici
4.3.1 Gilliam e il Sognatore
4.3.2 Il Sognatore in lotta con la società: I banditi del tempo e Brazil
4.3.3 L'Età della ragione e l'Epoca dell'Immaginazione: Le avventure del
barone di Munchausen e I fratelli Grimm
4.3.4 Il tempo autentico: La leggenda del re pescatore e L’esercito delle
dodici scimmie
4.3.5 Il grande simulacro ed il cuore del Sogno Americano: Paura e delirio a
Las Vegas
4.3.6 Gilliam è il Sognatore
5. Un approccio diacronico e pragmatico al genere gilliamesque
5.1 Il gilliamesque nel tempo
5.1.1 L'evoluzione di un genere
5.1.2 Le influenze del gilliamesque: Lost in La Mancha
5.2 Una questione di definizioni
5.2.1 Il gilliamesque nella produzione
5.2.2 Il gilliamesque nella critica
5.2.3 Il gilliamesque nel pubblico
5.2.4 L'autore ed il gilliamesque
Conclusioni
Filmografia
Bibliografia
Sitografia
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