mpg cultura
teatrino groggia
6
novembre 2013
 

di Federica Pardini

il filo delle donne venexiane

“Il pizzo verticale delle facciate veneziane è il più bel disegno che il tempo-alias-acqua abbia lasciato sulla terraferma, in qualsiasi parte del globo” Fondamenta degli Incurabili, Iosif Brodskij


Come l’architetto delle trine di pietra della Ca D’Oro, le donne della Scuola del Merletto di Burano costruiscono magie. E i loro prodigi ci vengono proposti nel menu alternativo “Nutrimenti” del Cantiere Groggia. Per il primo appuntamento, che si porterà a forma definitiva nell’estate del 2014, la produzione Arte-Mide, approfondendo le sue ricerche sulla realtà sociale della donna, intesse uno spettacolo tutto al femminile, dalle parole alla musica.
“A ogni merletto devono lavorare sette donne”, ed eccone in scena due, archetipi muliebri senza tempo, animae mundi. Enrica Minini e Chiarastella Seravalle si dividono l’attenzione dello spettatore in una partita dialettica: due monologhi intrecciati costituiscono il disegno della serata, che andrà a svilupparsi attraverso lenti movimenti con il cusinello, l’arma delle merlettaie. Un teatro parlato, flemmatico, ritmato dai quattro secoli di distanza tra le due storie, legato insieme però dall’antica arte del merletto. Il tessuto narrativo diviene così un filo da intrecciare con la trama di luci proiettate al centro della scena, un tappeto di merletti virtuale, trait d’union tra le due attrici e Rachele Colombo, che delicatamente riesce a inserirsi nella scena, forse troppo, statica con le sue note d’ispirazione tradizionale.
Dall’eleganza delle trine delle cuffiette al cusinello, alle imponenti sedie ricoperte da un candido lenzuolo, i pochi, ma efficaci, oggetti di scena denunciano un’indagine sull’essere donna nella sua universalità, una tela di Penelope sperimentale dove al centro dell’attenzione, per la prima volta, si trova ad essere la stessa Penelope. 

Un’ode, quasi primitiva, alle donne, a Venezia - donna per eccellenza - all’amore. Il Punto Burano, el più beo de tuti, non è forse il ricordo dell’alga piùbella del mar, il più antico pegno d’amore venexiano? 30/30

Ideazione Chiarastella Seravalle
Testo Angela Demattè
Regia Georges-Philippe Danan
Musica Rachele Colombo
Video Massimiliano Ciammaichella
Consulenza storica Doretta Davanzo Poli
Produzione Arte-Mide

SITO UFFICIALE

 

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