I KISS YOUR HANDS
Catalogo semiserio delle lettere mozartiane
Voci Recitanti: Sonia Bergamasco, Fabrizio Gifuni
Violoncello e musiche: Paolo Damiani
Pianoforte: Danilo Rea
Sax e clarinetto: Gianluigi Trovesi
Drammaturgia: Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco
Esiste un non-luogo, letteralmente un’ou-topia, dove vanno a
rifugiarsi i Talenti di ogni Epoca e di ogni Arte: esso è l’Immaginazione.
“Libertà è Immaginazione”, proclamano fieri Sonia Bergamasco e Fabrizio
Gifuni, veri Talenti periferici rispetto a quasi tutto, ma
centralissimi quando si tratta di indicare le strade possibili di un’Arte
Libera, coi suoi mille incroci tra cinema e lettura poetica, musica e
teatro.
Indicando lo sparuto/appassionatissimo pubblico del sabato sera, Gifuni fa
suo il lamento di Mozart, che si rammarica di un’analoga situazione in
occasione della prima di una sua opera.
è qui che si gioca tutto il
senso dello splendido spettacolo di Bergamasco & Gifuni: gli Altri non
possono inerpicarsi sino alle altezze del Genio (Mozart, certo, ma ogni
altro artista eletto è qui chiamato in causa, a cominciare dai due
attori e dai musicisti di altissima fama che li accompagnano) e in questa
zona morta fatta di assenza di dialogo si crea uno iato.
Lo schermo tra “Trazom”, che tutto sbeffeggia e i cui significati
ribalta, e cotesti Altri è anche un piano inclinato invisibile ma assai
consistente sul quale scivolano sia le parole del conformismo dell’epoca
(l’Arcivescovo di Salisburgo e un ambiente poco disposto ad aprirsi alle
novità artistiche), sia quelle dei critici nostri contemporanei atti a
censurare l’innovazione e la sperimentazione.
Sonia Bergamasco, sublime artista totale (diplomi in pianoforte e
recitazione, esperienze al Piccolo di Milano con Streheler, quindi con Bene
e Glauco Mauri, spesso coinvolta in progetti trasversali come cantante e/o
voce recitante, prestata al cinema per eresie come MUSIKANTEN
o gesti d’impegno puro, leggasi LA MEGLIO GIOVENTU’, dove suona proprio una
sonata di Mozart) e uno dei due-tre migliori attori italiani, Fabrizio
Gifuni (IL PARTIGIANO JOHNNY, LA LUCE NEGLI OCCHI-sconosciuto, bellissimo- i
citati film di Giordana e Battiato e FRATELLI DI SANGUE) lanciano alto il
loro grido: noi, come Mozart, portatori di Talento, siamo costretti a
trovare una lingua di mezzo per comunicare col mondo, nella speranza
che esso sia in ascolto, ma il nostro luogo ideale è, come si
diceva, Immaginazione, precluso a chi non vuol sentire.
A metà tra dileggio e intonazione alta, scurrilità sottilmente usate per
veicolare un’idea netta e chiara, le lettere mozartiane acquistano un
corpo inaspettato, costruito per frammenti accostati e definentisi in
edificio dotato di senso. L’eloquio degli attori, che si alternano e
sovrappongono musicalmente, incastrando le loro tonalità di
soprano e baritono, riporta in vita Amadeus anche grazie al contrappunto
straordinario di Danilo Rea, Gianluigi Trovesi e Paolo Damiani (anche
compositore), altri numeri uno dell’avanguardia artistica italiana,
il meglio che il panorama jazzistico –termine alquanto limitante- possa
offrire oggi.
Ognuno dei cinque artisti sul palco meriterebbe il proscenio per una serata
giocata in a-solo, noi li abbiamo tutti e cinque insieme!
Il mix è stupefacente: la partitura sonora, che incrocia temi mozartiani
rivisitati e strutture armoniche e melodiche non ostiche ai più (in alcuni
tratti vengono in mente gli Area di Demetrio Stratos, cui non è senza senso
accostare alcuni passaggi, i più arditi, del segmento riservato alla
Bergamasco, kurtweillianamente simile anche a Dagmar Krause o, perché no, a
Meredith Monk o Diamanda Galas), delinea paesaggi emotivi perfetti per lo
humour acido e sbeffeggiante di Mozart e per i momenti di delusione e
malinconia.
L’universo interiore del salisburghese vira verso territori inaccessibili
alla corte viennese, all’ambiente della città natale piccola e provinciale,
persino al duce Leopold, con una lucidità del proprio ruolo
terreno che colpisce e atterrisce, tanta era la consapevolezza del genio
austriaco di ciò che rappresentava il proprio talento, anche in prospettiva
futura, e allo stesso tempo di dover attraversare un destino tremendamente
iniquo, fatto di privazioni e umiliazioni.
I territori inaccessibili sono, appunto, quelli dell’Immaginazione.
Ironia e disperazione si mescolano tra loro, anche quando vengono letti
brani tratti da lettere/discorsi in prima persona del padre Leopold, tiranno
premuroso, ignaro co-costruttore della formazione del più grande musicista
di sempre (è in questo periodo che Mozart vive da adulto nel corpo di un
bambino e matura con crudele velocità).
Amadeus, che oggi sarebbe un emarginato o un incrocio tra Boulez e
Stravinsky, è artista anche nel creare un musicalissimo spartito per sole
parole, dove le pernacchie sono degli Scherzi o degli
abbellimenti timbrici o delle indicazioni per un’orchestrazione atipica.
Bellissimi i passaggi (tutti introdotti dalla precisa indicazione delle
date, all’incirca comprese tra il 1775 e il 1791, se ricordiamo
correttamente) della burla a Schikaneder durante lo “Zauberflote” e della
sintetica, illuminante spiegazione psico-emotiva di come si
costruisce un passaggio musicale di sicuro effetto sul pubblico.
Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni, come Rea-Trovesi-Damiani, sono
assolutamente a proprio agio nell’esporre un materiale così ricco e
variegato, anche perché conoscono le tribolazioni dell’artista di enorme
(spesso incompreso) talento e ci regalano una tale quantità di spunti e
riflessioni, che vorremmo poter possedere fisicamente “I kiss your
hands” (il titolo ribalta ironicamente l’atteggiamento anticonformistico e
protestatario di Mozart verso committenti, potenti etc).
Fabrizio e Sonia, con nostra somma gioia, c’informano gentilmente delle
registrazioni dello spettacolo, previste per l’autunno, dalle quali verrà
tratto un cd (e un dvd ?) nel 2008.
P.s. ascoltate con attenzione il bellissimo "Altrove
con il suo nome", composizione di Mauro Cardi per voce femminile e
elettronica, dove l'artista milanese mostra l'attenta assimilazione della
lezione beniana sull'uso della voce.
SONIA BERGAMASCO
Sonia Bergamasco è nata a Milano e lì si è diplomata in pianoforte, al
Conservatorio Giuseppe Verdi, e in recitazione, alla Scuola del Piccolo
Teatro. Sul palcoscenico ha recitato diretta da registi come Giorgio
Strehler, Massimo Castri, Glauco Mari e Carmelo Bene. Nel 1994 ha debuttato
sul grande schermo con il cortometraggio di Silvio Soldini "D'Estate", poi
ha lavorato con Andrea Porporati in
"Quello che posso permettermi"
e nel 1999 ha interpretato per Paolo Rosa un ruolo nel film
Il mnemonista.
La notorietàè arrivata per la Bergamasco nel 2000, grazie al film di
Giuseppe Bertolucci L'amore
probabilmente, in cui ha recitato nei panni della giovane attrice
delusa e tradita accanto al marito Fabrizio Gifuni. La pellicola, in
concorso nella sezione Cinema del Presente al Festival di Venezia del 2001,
le ha permesso di rivelarsi come uno dei maggiori talenti della nuova
generazione del cinema italiano. Nel 2001 ha interpretato
Voci, il film di Franco
Giraldi liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Dacia Maraini.
Appassionata di musica, Sonia Bergamasco ha partecipato a numerosi concerti
in qualità di voce narrante ed ha insegnato come maestro assistente
all'Accademia Chigiana di Siena.
Filmografia
Musikanten (attrice) di
Franco Battiato, 2005
Amorfù (attrice) di Emanuela
Piovano, 2002
La Meglio
Gioventù (attrice) di Marco
Tullio Giordana, 2002
Voci (attrice) di Franco
Giraldi, 2001
L'amore
probabilmente (attrice) di
Giuseppe Bertolucci, 2000
Come si fa un
Martini (attrice) di Kiko
Stella, 2000
Il mnemonista (attrice) di
Paolo Rosa, 1999
FABRIZIO GIFUNI
Romano e diplomato nel 1992 all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico,
Fabrizio Gifuni è uno dei volti nuovi del cinema italiano. Ha lavorato per
parecchio tempo in teatro, con Castri, Sepe e Terzopoulos, poi nel 1996 il
debutto sul grande schermo con La
bruttina stagionata di Anna Di Francisca, accanto a Carla Signoris.
Grazie a questo primo ruolo, Gifuni si è messo immediatamente in luce per la
sua interpretazione vivace e colorita di Nichy, viziato figlio di papà. Dopo
questo buon esordio ha interpretato, sempre con grande misura, film molto
diversi tra loro per stile e genere, passando per
Vite in sospeso (1998) di
Marco Turco e La carbonara (1999) di Luigi Magni, fino ad arrivare a Qui non
è il paradiso (2000) di Gianluca Maria Tavarelli e soprattutto a
Il partigiano Johnny (2000)
di Guido Chiesa, che ha rivelato appieno tutto il suo talento. Sempre nel
2000, Fabrizio Gifuni ha recitato, accanto alla moglie Sonia Bergamasco, in
L'amore probabilmente,
diretto da Giuseppe Bertolucci.
Nel 2001, dopo una breve ma significativa apparizione in
Hannibal di Ridley Scott, ha
preso parte a L'inverno di
Nina Di Majo insieme a Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi e ha
interpretato il ruolo intenso e drammatico dell'assassino nel film di Andrea
Porporati Sole negli occhi,
accanto a Valerio Mastandrea e Delia Boccardo.
Filmografia
la Ragazza del lago (2007)
Fratelli di sangue (2006)
l'Ultima frontiera (2006) (miniserie TV)
Musikanten (2006)
De Gasperi, l'uomo della speranza (2005) (TV)
Le Cinque giornate di Milano (2004) (TV)
Movimenti (2004)
la Meglio gioventù (2003)
la Luce negli occhi (2001)
L'Amore
probabilmente, (2001)
Hannibal (2001)
Qui non è il paradiso (2000)
il Partigiano Johnny (2000)
Fate un bel sorriso (2000)
la Carbonara (2000)
un Amore (1999)
Così ridevano (1998)
Vite in sospeso (1998)
la Bruttina stagionata (1996)
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