KINEMATRIX Il tuo film non mostra esplicite
scene di sesso o violenza, semmai potrebbe rappresentare l’elegia di un’età
di passaggio. Gli adulti secondo lei dovrebbero suggerire agli adolescenti
di andarlo a vedere come una versione moderna del Mago di Oz?
HARMONY KORINE Si, è esattamente questo: un rito di passaggio. Probabilmente
non suggerirei di vedere il film a bambini troppo piccoli, ma appena
acquisita un minimo di consapevolezza, sarebbe perfetto.
Anche Selena Gomez potrebbe essere paragonata a Dorothy nel Mago di Oz,
dopotutto scappando di casa si ‘dirige oltre l’arcobaleno’…
Certo, è proprio così!
Spring Breakers lancia un
diverso messaggio femminista: se c’è violenza appartiene al mondo maschile.
Le donne invece, con i loro bikini, sono portatrici di un messaggio positivo
e sono le uniche a riuscire a tornare alla loro vita di prima quando il
sogno si trasforma in incubo. Si può parlare di una sorta di nuovo
femminismo?
Non volevo esattamente trasmettere un messaggio femminista. Non si
tratta di una questione politica, è più un film legato ai personaggi
specifici. A loro di essere ragazze è capitato e basta. Sono ragazze che
fanno cose che probabilmente non avete mai visto fare prima, siete più
abituati a vedere uno stereotipo maschile in queste vesti.
Dal film sembrerebbe che Selena, Vanessa, Rachel e Ashley si siano
divertite molto a girare. Pensa che l’abbiano vissuta come una sorta di
pausa dai loro ruoli pubblici di ‘icone dei teenager’?
Si. Penso che fossero tutte ad un bivio nella loro vita. Volevano provare
qualcosa di diverso, di più estremo e mettersi alla prova. Allo stesso tempo
fare qualcosa di più grafico, qualcosa più ‘hardcore’ e interessante. Penso
che la vita possa essere noiosa per tutti facendo sempre le stesse cose.
In fondo è come se stessero interpretando la ‘versione cattiva’ dei loro
ruoli precedenti…
Esattamente...
E chi è riuscita di più ad uscire da questo ruolo?
L’ hanno fatto tutte, hanno lasciato tutte il loro mondo precedente alle
spalle.
Anche se tratta una storia diversa rispetto ai film precedenti, mantiene
comunque il suo stile da regista. Per esempio l’uso quasi ossessivo dello
slow motion è un’ipotesi alla quale aveva pensato prima o le è venuta in
fase di lavorazione?
È qualcosa su cui lavoravo da un po’. Volevo dare un’interpretazione del
film nella sua ‘fisicità’.
È stato un modo per rendere questa violenza ‘onirica’, qualcosa di
virtuale?
Certamente, l’utilizzo di microscene e clip danno la dimensione di un
videogame e contribuiscono a una sorta di mash-up cinematografico.
L’uso della musica come contribuisce a tutto ciò?
Vale lo stesso discorso delle immagini. La colonna sonora vuole dare la
giusta ‘fisicità’ al film.
Come in Mr Lonely lei sembra
avere una particolare attenzione per le star che hanno avuto delle vicende
travagliate come Marilyn, Chaplin e in questo film, Britney Spears. C’è un
parallelismo tra queste persone che vivono recluse e costantemente ricercate
dai fan e gli ultimi della società? Come interpreti questi personaggi?
Sì, certo, c’è una connessione tra icone cinematografiche e persone ai
margini, ma non ci ho mai pensato approfonditamente.
In una delle scene più belle del film, James Franco intona un inno al
pianoforte, una canzone di Britney Spears, ‘Everytime’. Britney può essere
considerata la rappresentante di una generazione che deve affrontare, come
le sue attrici, il passaggio da un’infanzia in cui sono percepite come delle
‘Barbie’ a un’età in cui sono delle giovani sexy e provocanti?
Mmm…non la pensavo proprio in questo modo, credo più che mi piacesse
quella canzone in quel contesto. Britney è un’icona culturale e rappresenta
bene quel tipo di mondo.
Che tipo di pubblico vorrebbe raggiungere?
Tutti. Spero però in maniera particolare che lo vedano le giovani
generazioni, perché in genere non andrebbero al cinema per questo tipo di
film. Comunque è una buona occasione per mostrare nuove idee, e spero che
raggiunga tutti.
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