Jean Giraud,
contorcendosi leggermente agitato nell'angolo del tavolo della sala
dell'Hotel Continentale, racconta in modo assai mite e poco mitico
alcuni squarci della propria storia creativa, forse poco "sfruttato" dal
pubblico folto ma leggermente meno partecipativo di quello di ieri
accorso per Dante.
Sembra che i duri e puri della cartoon-culture non gradiscano i
necessari riferimenti al cinema e alcuni si alzano prima del tempo.
A differenza dello splendido documentario di ieri pomeriggio, A LIFE IN
PICTURES, la mancanza di un supporto e di un riferimento visivi e
immediati (diapositive o altro) rende l'occasione un po' meno eclatante
di quanto avrebbe potuto essere, ma Moebius ha già parlato ieri ("masterclass")
nell' Aula Magna dell'Università triestina, dove poco prima Joe Dante si
era collegato in videoconferenza con Tim Lucas, autore di un
esaustivissimo libro-monografia su Mario Bava (presente il figlio
Lamberto), amato tanto dal regista di SCREWFLY SOLUTION quanto, ohibò!,
da Martin Scorsese.

Moebius/Jean Giraud ha riflettuto in particolar modo sugli inizi di
"Metal Hurlant", la precedente influenza della rivista "Galaxy", le
difficoltà di rapportarsi col mondo produttivo hollywoodiano (ha vissuto
per anni a Los Angeles) e alcuni aneddoti che ne hanno confermato la
natura mistico-esoterica, ma comunque meno di Jodorowsky.
Significativissimo il passaggio in cui, dopo aver ribadito come il
western americano lo abbia influenzato più di ogni altro genere, anche
in relazione alla serie "Blueberry", ha messo in fila i film americani
che ne hanno segnato l'estetica:
2001 , a space odissey ha dato inizio alla rivoluzione del genere
fantascientifico, che da quel momento racconterà ben altro da libere
fantasie e che si caricherà di messaggi, aspettative, afflati
messianici, e ALIEN ha definitivamente dato la svolta, questa
volta soprattutto estetica, al genere di riferimento, saldandolo sempre
di più all'avanguardia dei cartoon dell'epoca (Moebius vi lavorò insieme
a Giger).
Hotel Continentale,
17:11:2007
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