di Andrea Canella

BURT BACHARACH

Forlì, Piazza Saffi, 08 Luglio 2006

Burt Bacharach, classe '28, è un mito vivente. Negli anni sessanta, in accoppiata col paroliere Hal David, ha scritto molti classici della musica popolare. Le sue canzoni sono la quintessenza dell'eleganza quasi spontanea della middleclass. L'americano si presenta sul palco forlivese elegante come sempre e, prima di appoggiare le sue dita sul pianoforte, preso un microfono omaggia lo strumento affermando che tutte le sue canzoni sono nate da un'unica "persona", il pianoforte appunto. Questa modestia più o meno calcolata, riesce comunque a trasmette un senso di umiltà ad un pubblico che pare abbastanza impaziente di ascoltare le gemme del suo repertorio. Lo spettacolo, come accennato da Bacharach stesso, sarà diviso in due parti: la prima dedicata ad un mega-medley dei suoi grandi classici, mentre la seconda sarà incentrata sulle composizioni del suo ultimo e recente solo-album, "At This Time" prodotto da Dr.Dre (!?). Partiamo dalla seconda sezione: Bacharach è un genio come compositore ma come performer lascia alquanto a desiderare, la sua voce dalla tonalità grave non si sposa alla perfezione con le melodie strumentali e questo lo si noterà già dal primo ascolto, quando metterà da parte i coristi/cantanti (un uomo e due donne dalle splendide ugole) per cimentarsi lui stesso come interprete. L'ultimo disco, come B.B. affermerà, è uno sguardo perplesso al mondo che ci circonda, è un'accusa al presidente Bush che sta rovinando il nostro presente e minando il futuro dei nostri figli. Ovviamente, non si ha la sensazione di ascoltare dei futuri evergreen, ma va almeno apprezzato l'ideale che sta dietro a queste canzoni. Tornando indietro e quindi alla prima parte dello spettacolo, l'unica nota dolente si rivelerà la scelta del come proporre i classici. Bacharach ha un così vasto e valido repertorio che è giustificabile condividere la scelta del medley ma, purtroppo, avrei preferito una maggior selezione in versione integrale delle canzoni più che accontentarmi di sentirne molte (ma non tutte) solo in parte. La band che accompagna l'americano è strepitosa, la sezione fiati è sobria e perfetta così come quella ritmica; ma sono le voci dei tre cantanti a regalare emozioni su emozioni. L'ottima acustica, dell'impianto della piazza, non fa altro che accrescere la già eccelsa qualità della performance. A fine concerto, giusto per dover di cronaca, B.B. si toglierà la giacca mostrando una maglietta: ovviamente quella azzurra della nazionale italiana. Non ho accennato ai titoli delle canzoni, mi limito a citarne qualcuno: "This Guys In Love With You", "I'll Never Fall In Love Again", "What The World Needs Now Is Love", "Alfie", "I Say A Little Prayer", "Raindrops Keep Fallin' On My Head"..bastano questi a consacrare Bacharach un mito?

voto alL'ACUSTICA: 30/30

voto a Burt Bacharach: 27/30
 

voto al pubblico: 25/30