Beatrice Antolini

Jamie Lidell

Rimini, Velvet, 24/01/2009

di Giada MURGIA

 

Seratina a dir poco uggiosa! Io e due amiche alla volta del Velvet un tantino inumidite. Stasera ci aspetta un bis-concerto: l’italiana Beatrice Antolini e l’inglese, ma ormai berlinese, Jamie Lidell.
Non conosco i protagonisti del palco di stasera, ho sentito l’ultimo lavoro di Lidell “Jim” che mi è piaciuto e mi ha incuriosita, e dell’Antolini conosco poco e niente. Insomma parto per il concerto aspettandomi parecchio da Jamie e con un punto interrogativo per quanto riguarda Beatrice. Vi racconto com’è andata...
Tra pioggia e pozzanghere, prendiamo i biglietti, caffettino al Velvet Vertigo e poi dirette all’interno del Velvet. Rumore di fondo il picchiettio della pioggia invece che il solito chiacchiericcio preconcerto, c’è un pubblico poco nutrito. Attendiamo...
I musicisti entrano in scena seguendo l’ordine di comparsa dei singoli strumenti in A New Room for a Quiet Life: percussionista, batterista, bassista, chitarrista, trombettista e poi lei, voce, tastiere e quant’altro... tutti ben distribuiti sul palco... cinque uomini per Beatrice.


A seguire Sugarize, brano piuttosto ritmato che ravviva l’atmosfera con delle stridule tastiere, per poi concludersi con delle dolci note di piano e la voce di Beatrice che si fa più soft, bisbigliante... Funky Show è il singolo del secondo e nuovo album di Beatrice “A Due” (ottobre 2008).
Presentato l’ultimo lavoro Beatrice & co. ci propongono qualche pezzo del disco d’esordio datato 2006 “Big Saloon”: Riule Ule suona un pò come un valzer distorto e trascinato, Topogò (dancing mouse) sembra proprio accompagnare la fuga di un topolino che tenta di schivare dei raggi laser.. corri topolino corriiii!!! Sul finale della canzone il batterista con degli occhialoni blu elettrico si affianca a Beatrice picchiando su uno pseudo-gong.
Ormai è sancito: LEI CI PIACE!
In chiusura Monster Munch e Hi Goodbye. Beatrice saluta, presenta uno per uno i musicisti e augura al Velvet una buona serata.
La sua musica è spesso definita fiabesca, onirica, da colonna sonora, e poi psych-pop, rock, jazz, blues, si parla di vaudeville, moog... insomma c’è qualche difficoltà di catalogazione probabilmente perché sono tante le idee della giovane songwriter, e ad esprimerlo proprio le multiformi melodie (da ritmi scanditi dalle percussioni, fino a suoni più cupi e a tratti tetri) e i differenti passaggi vocali (dalla vocina dispettosa ad una linea vocale più accattivante e sensuale, agli strilli...).
The aftershow: troviamo Beatrice nell’angolo deputato al merchandising e ci avviciniamo per complimentarci... essendo un’artista a me sconosciuta prima di allora le chiedo la scaletta dei pezzi e lei gentilmente prende il primo pezzo di cartone che le capita sotto mano e giù a scrivere. GRAZIE BEATRICE!!!

Il tempo di preparare il palco che, denudato dai numerosi strumenti della prima esibizione, si ritrova vestito da un piano verticale suonato dall’unico accompagnatore di Lidell, e del suo “personale tavolo dei rumori” apparecchiato con sintetizzatori, portatile e cavi su cavi...
Wait for me accompagna Jamie sul palco: giacca dorata sbriluccicante, pantalone scuro, occhiali da nerd e scarpa stringata bicolore anni 30 stile tip tap.
Batte a tempo le mani e gli spettatori non esitano a seguirlo.
Lidell arriva da un passato di sperimentazione, sia come solista che in coppia con Cristian Vogel nei Super Collider; queste influenze si percepiscono nell’ultimo album, ma mi aspetto comunque un concerto schiettamente soul/funk. Lidell esegue infatti brani come Out of my sistem, Little Bit of Feel Good, Figured Me Out... ma tra un pezzo e l’altro lo troviamo dietro al suo banco di lavoro sperimentale tra effetti, suoni, vocalizzi e rumoreggi vari ed eventuali, in gran parte sicuramente improvvisati e per tempi forse anche un tantino troppo lunghi. Ogni tanto aiuta il pubblico con dei personali handclap, che ritroviamo tra l’altro anche in più brani del disco (es. Where D’you Go). Praticamente il concerto è un NON STOP: le canzoni così come le conosciamo si susseguono intervallate appunto dagli “spazi di gioco” di Jamie... insomma sembra tutta un’unica traccia dove il protagonista oscilla un pò di qua e un pò di là: davanti al palco, più indietro a mostrarci qualche passo di danza, chino verso il piano che tiene il tempo battendovi con le mani e sul finale addirittura sdraiato per terra.
Le uniche interruzioni si hanno quando il nostro showman si rivolge al pubblico, come quando ci dice che questo a Rimini è l’ultimo di 10 concerti e ci ringrazia uno ad uno per esser là: Rimini thank you, everybody... en you, en you, en you, en you... col dito indice puntato. Ascolta e attende gli applausi, saluta e si lascia il palco alle spalle.
Riappare con Another Day prima traccia di "Jim" e secondo singolo, da cui il video dove Jamie distribuisce organi sensoriali mancanti, canzone giocherellona e solare.
Chiede un applauso per Beatrice Antolini & band e poi... e poi... e poi un altro pezzo e saluti finali.

è andata così dunque la serata degli artisti NON CLASSIFICABILI. Riguardo alle attese iniziali posso dire di essere rimasta piacevolmente colpita dalla protagonista femminile e di aver scoperto un Lidell diverso dal disco, nei cui live soul e funk si intrecciano per immergersi in un bagno di sperimentazione digitale.
Insomma serata musicalmente caleidoscopica e carica di energia creativa con un’intrigante Beatrice e un estroso Lidell, forse più comunicativo lui verso il pubblico.

voto a Beatrice Antolini: 26/30

 

voto a Jamie Lidell: 26/30
 

VOTO AL VELVET:  27/30

 

voto al pubblico (media): 25/30