Si colloca come sezione autonoma e
parallela al Festival Internazionale del Film di Roma, quest’anno, "Alice
nella Città", progetto di promozione, divulgazione e sostegno del cinema,
curato da Gianluca Giannelli e Fabia Bettini e rivolto in particolar modo
alle giovani generazioni.
Quest’anno, inoltre, "Alice" cambia veste e si propone come festival
permanente, che coinvolgerà il pubblico e le scuole con attività e incontri
per 365 giorni, a partire proprio dalla data d’inizio del Festival del Film,
il 9 novembre prossimo.
Madrina dell’evento sarà l’attrice italo-francese Diane Fleri, mentre al
regista Giuseppe Piccioni è stato affidato il compito di organizzare
incontri con adulti e ragazzi.
Ma le novità non sono finite: per quest’edizione infatti
"Alice nella Città" prevede anche un Concorso Young Adult, una
competizione di 14 opere in prima visione internazionale o europea,
provenienti da 12 Paesi diversi e destinate al mondo giovanile.
Fuori concorso saranno proposte grandi anteprime e non mancheranno incontri
con attori e giovani registi.
L’evento di punta della rassegna rimane comunque il lancio, il 13 Novembre,
in collaborazione con il Festival Internazionale del Film, dell’attesissimo
ultimo capitolo della saga di TWILIGHT (che proprio “Alice” ha avuto il
merito di portare in Italia all’attenzione del grande pubblico e dei media):
BREAKING DAWN – PARTE II, inserito all’interno di una vera e propria
giornata- evento dedicata ai fan.
Accanto a questo, un altro evento speciale: la presentazione della nuova
saga BEAUTIFUL CREATURES, storia di un ragazzo normale innamorato di una
strega e del terribile segreto che cambierà per sempre le loro vite, firmata
dal regista candidato al Premio Oscar per la sceneggiatura de LA LEGGENDA
DEL RE PESCATORE di Terry Gilliam, Richard Lavagranese e tratta dalla
trilogia di Kami Garcia e Margaret Stohl (La Sedicesima Luna, La
Diciassettesima Luna, La Diciottesima Luna) pubblicata in Italia da
Mondadori.
I film verranno proiettati sia in alcune delle sale del Festival del Film
che all’interno della nuova location di “Casa Alice”, a due passi
dall’Auditorium.
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Primo lungometraggio per il cinema dello scrittore e
sceneggiatore Brad Bernstein, realizzato in collaborazione col Center for
Independent Documentary e sovvenzionato dal popolo del web, FAR OUT ISN’T
FAR ENOUGH racconta la strepitosa storia dell’artista visivo di origine
alsaziana Tomi Ungerer, illustratore ribelle e provocatorio, due volte
vincitore del Premio Hans Christian Andersen.
Le vicende di un artista spericolato e ribelle (noto soprattutto per i suoi
libri per bambini), che ha saputo raccontare per mezzo della sua matita le
contraddizioni dell’America nei tumultuosi anni ’60 e ’70 e che ancora oggi
esplora l’immaginario collettivo attraverso il suo poliedrico talento e la
sua pungente capacità critica.
Quello che colpisce del film, a prescindere dall’affascinante personalità di
Ungerer, è la capacità del regista di far lavorare la natura intermediale
dell’immagine cinematografica, facendo dialogare diversi regimi della
rappresentazione. Il film costituisce un buon esempio di dialogo
intermediale e si snoda su tre livelli: il livello della narrazione pura
(sostenuta dallo stesso Ungerer e dalle interviste a personaggi come Jules
Feiffer, Maurice Sendak, Michael Patrick Hearn), ma anche quello delle
animazioni e delle immagini di repertorio.
Icona di storici magazine illustrati quali Esquire, Life,
Harper’s Bazaar, The Village Voice e The New York Times,
Tomi Ungerer – come ebbe a dichiarare Mr. Sendak, autore del celebre “Il
paese delle creature selvagge” - ha influenzato tutti.
Vittima involontaria delle atrocità del mondo sin dalla più tenera età,
Ungerer ha sempre combattuto per superare paure e contraddizioni, proprie e
di chi gli stava intorno, senza mai stare a guardare passivamente, ma
facendosi testimone attivo e sostenitore attraverso la propria arte di
diritti e battaglie civili (notissime le sue illustrazioni satiriche a
sfondo politico-sociologico e gli sketch books contro il capitalismo
fagocitante, la segregazione dei neri e la guerra nel Vietnam).
“Ognuno di noi ha dentro di sé tanti personaggi. E a volte i più importanti
sono i demoni”, ammette l’artista di fronte alle telecamere di Bernstein.
Dopo essere stato per anni inserito in una lista nera degli scrittori e
bandito dalle librerie americane a causa dei suoi sexual books (in
particolare per “Fornicon”), nel 1997 Ungerer pubblica finalmente un nuovo
libro per bambini, “Flix”, con il quale riabilita la sua fama di scrittore
per l’infanzia, vincendo addirittura un Nobel.
Il film di Bernstein si fa dunque testimonianza di un’esistenza autentica,
poiché vissuta secondo un preciso imperativo categorico:
“Give destiny a destination” |