river to river
IL COMMENTO
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Firenze: “River to River Festival”,
un po’ di India a Firenze
Tra i film in concorso ci sono stati sei lungometraggi, otto documentari e dieci cortometraggi in cui le storie rappresentate sono spesso intense, lontane dalla nostra realtà, ma anche vive e presenti, descrivendo un’India anche molto contemporanea. Il primo lungometraggio presentato è Dharm del regista Bhavna Talwar, ambientato a Varanasi, la città sacra situata sulle rive del Gange. Il regista, al suo primo lungometraggio, descrive I conflitti hindu-musulmani. Il film, di grande impatto visivo e di una fotografia incredibile, sottolinea l’importanza della religione in India. Dosar, il film girato in bianco e nero di Riturpano Ghosh tratta l’argomento dell’infedeltà coniugale in un tentativo di mostrare le diverse emozioni all’interno di una relazione amorosa. Il contesto è ambientato a Calcutta e, nel rumore del traffico e della gente, il dolore e l’amore si scontrano in un India contemporanea. Life in a metro di Anurag Basu, è ambientato a Mumbai, in una metropoli in fibrillazione che accoglie milioni di persone, che lavorano in continuazione. Diverse vicende si intrecciano in un caotico e complicato scenario dove tute le storie raccontate sono legate tra loro. Il festival descrive un India multicolore dove I sentimenti spaziano dall’amore, all’odio, al perdono, al dolore, alla felicità. Un’India complicata, ma allo stesso tempo libera e contemporanea, un Paese ancora legato alle tradizioni più profonde, ma allo stesso tempo bisognoso di una realtà nuova. I registi, sia uomini, che donne, si sono affermati in un mondo cinematografico indipendente, creando nello spettatore un interesse nuovo rivolto verso un’ India con numerose facce diverse. In Nayi Neralu di Girish Kasaravalli, il figlio defunto di una coppia sembrerà ricomparire dopo molti anni in un villaggio vicino. Il film è ambientato nel 1947, descrive l’amore e il dolore che si possono provare nel ripescare I sentimenti del passato. The great indian butterfly, di Sarthak DasGupta, parla di una ricerca della felicità che apparirebbe nelle sembianze di una bellissima farfalla Indiana. Una storia semplice che si sviluppa all’interno del complesso scenario di un’India in continua evoluzione. Diversi i cortometraggi, tra cui le tre animazioni Horn ok Please di Joel Simon, Myths about you di Nandita Jain e Thaf Darn Jesus di Gary Hardiwick. Poi troviamo Chinese Whispers di Raka Dutta, Saving Mum and Dad di Kartik Singh e Viva Sunita di Lolita Sarkar e Amitabh Sinha. Un simpatico cortometraggio, che ha attirato particolarmente l’attenzione del pubblico e della critica è stato Gandhi at the Bat, di Stephanie Argy e Alec Boehm, un mix di realtà e finzione, dove un Gandhi che gioca a baseball ha rallegrato i vari spettatori di tutte le età. Diversi i documentari, tra cui alcuni di denuncia attuale: 1000 Days and a dream di P. Baburaj e C. Saratchandran in cui il paesino di Plachimada nel Sud dell’India si trova a dover affrontare i problemi derivanti dall’arrivo della fabbrica della Coca Cola. Molti film, sia lungometraggi, sia documentari, sia cortometraggi, sono stati girati in bianco e nero. Alcuni in modo più semplice, usando effetti di “slow motion” o cambiamento di colore, dal bianco e nero al seppia. Altri girati in modo più complesso con una qualità piu profonda. Nei film, ritratti di persone, di vita vissuta e di tradizioni antiche, ma anche storie moderne, molto vicine alla nostra realtà. Tra gli ospiti del Festival, oltre a Joy Roy, sono stati presentati Chitra Palekar e Sarthak DasGupta, Ashish Avikunthak, Kartik Singh e altri.
La fine del Festival, il 13 dicembre, è stata segnata dalla cerimonia di consegna di una parte degli incassi a MSF e dall'annuncio dei vincitori del “River to River Digichannel Audience Award”. Il festival ha contato 1700 persone nei primi cinque giorni di proiezioni e sicuramente, dopo tutto questo successo, si riaffaccerà nella bellissima città di Firenze nel 2008. |
RIVER TO RIVER 2007
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