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zoommm track! di Mario Carbone con Marcello Grottesi, Paolo Matteucci e con Gianfranco Notargiacomo |
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Pillole di Satana, Pillole di Saggezza
Mario Carbone, fotografo, operatore di macchina e direttore della fotografia in alcuni film tra anni ’60 e ‘70, scelse, come Axel Rupp, di eliminare il voice over nei suoi lavori dedicati principalmente alla scena artistica romana di quel periodo. In ZOOMMM TRACK Pedina il “Collettivo/Laboratorio 70” (successivamente ribattezzato “Gruppo di via Brunetti”), cioè Marcello Grottesi, Paolo Matteucci e Gianfranco Notargiacomo, mentre assedia dadaisticamente la Roma sessantottina con outdoor performance gioiosamente eversive, anticipatrici, un decennio prima, della creatività Indiano-metropolitana. Oppure riprende gli stessi artisti in un teatro autogestito, mentre, vestiti da mimi, invocavano la “fine delle gallerie d’arte e della Critica” in nome di un’attività “collettiva e di classe”. La loro libertà creativa colorava di surreale purezza la piatta convenzionalità di una società ancora rattrappita dentro l’illusione di un consumismo condiviso, quasi “di Stato” e apparentemente infinito. Autogestione e autofinanziamento erano le parole d’ordine: l’esatto, radicale opposto di come funzionano oggi le cose nel mondo dell’arte. Chi entrerebbe in piazza San Pietro con mega-pillole anticoncezionali rosse fatte rotolare in direzione basilica, siglate con la scritta “La Pillola di Satana”? Basterebbe vedere, in sequenza, ZOOM e DIE HERDE DES HERRN per avere un quadro dello sbilanciamento culturale tra quell’età dell’oro e l’attuale Nulla. Termini desueti, sconosciuti, giurassici, come “autogestione”, suonano improvvisamente vitali, se messi a confronto con il grado zero semantico e l’afasia affabulativo-narrativa del sistema romano centrico odierno. “La rivoluzione è in atto!”, sussurravano i ragazzi del Collettivo, quando arrancavano per le vie della città con una ghigliottina trasportata fino a piazza del Popolo e annunciata dal rullo del tamburo. Provate, OGGI, a dipingere di rosso la fontana di piazza del Popolo. Provate a farlo nel 2011: in un lampo vi troverete pestati a morte, come Cucchi o Giuliani, dai celerini bardati come ridicoli robocop (o zebramen schierati dalla parte sbagliata).
09:09:2011 |
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