joule

di Zapruder

con Cristiana Capelli, Maria Sole Ugolini, Fabrizio Fabbri

Spell: The Hypnotist Dog

di Zapruder

con Werner Hirsch, Chimera

e con Monaldo Moretti, Nadia Ranocchi

Spell: Suite

di Zapruder

documentario

  di Stefania Maya ROTA

 

27/30

 

I Zapruder sono i vincitori del Premio Persol per il 3D istituito per la Mostra del Cinema di Venezia da soli tre anni.
Motivazione del premio: La pionieristica riscoperta e applicazione delle tecniche stereoscopiche, unita a una ricerca coerente e radicale, rendono l’uso del 3D in Zapruder scelta linguistica necessaria mai accessoria, fino a incidere sulla dimensione temporale dell’immagine. L’approccio indipendente e artigianale di Zapruder, combinato con la ricerca e l’uso creativo del 3-D, danno luogo a progetti di cinema espanso in cui lo spettatore è invitato ad immergersi in perturbanti abissi tattili, visivi e sonori.
Questi tre ragazzi che vivono e producono nell'entroterra romagnola, si sono distinti da anni nel campo del cinema e soprattutto dell'arte per il loro stile e la loro ricerca collaborando anche con compagnie teatrali del calibro di Societas Raffaello Sanzio e vincendo premi e menzioni in giro per l'europa.

I Zapruder esplorano da anni i territori della steroscopia ma anche, come lo definiscono loro, del cinema da camera, un cinema espanso che abbandona i normali formati di proiezione per essere visto in ambienti appositamente progettati che creano un coinvolgimento totale dei sensi dello spettatore.
A Venezia propongono il progetto Spell, composto da The Hypnotist Dog e Suite e Joule, tutti realizzati appunto con la tecnica della stereoscopia.
I loro progetti stupiscono per l'attenzione ai dettagli, per la pulizia, per un richiamo ad un atmosfera retrò.
La visione tridimensionale aggiunge significato in alcune scene mentre in altre l'uso ne appare ingiustificato, quasi un di più per continuare sulla linea stilistica.
Dimenticati gli effetti speciali del cinema stereoscopico holliwoodiano dove il 3D viene usato per stupire con effetti speciali che sembrano in ogni momento volerci venire addosso, ci si inoltra nell'atmosfera zaprudiana, non intendendo nell'immediato ma decisi a lasciarsi trasportare.

Spell, parola dai molteplici significati, è un progetto che parla della dualità che in accadimenti improbabili diventa unitaria dando luogo a risultati ancora più improbabili.

The Hypnotist Dog ne fa parte. è la storia di un cane e del suo padrone. Il cane si chiama Oscar. Oscar non è un cane come gli altri. La narrazione è curata e non concede mai spazio a tempi morti. Ma non convince l'uso del 3D per quello che potrebbe essere semplicemente un video. Come già detto sopra però questa mancanza di profondità e di uso del 3D dove apparentemente non è necessario sacrificando il dettaglio della fotografia ottima a scapito della perdita del particolare che il 3D comporta, alza comunque un velo di attenzione. Una sorta di decontestualizzazione.

Suite  fa sempre parte di Spell. Due ragazzi giocano a ping pong. E la cadenza della pallina compone una musica ritmica cadenzata e precisa che quasi ipnotizza. Dietro al tavolo si apre una parete dove vediamo accadere altre cose ancora. In un gioco di vasi comunicanti. Senza sapere la sinossi lo spettatore rimane spiazzato da questo scenario. Anche qui la cura degli elementi, il montaggio la fotografia è a livelli molto alti. Qua l'uso della steroscopia pare più giustificata dalla profondità di campo delle due stanze.

JOULE è l’unità di misura del lavoro, dell’energia, del calore. Si susseguono corpi di sportivi che ripetono il loro allenamento come un loop. E da ogni loro gesto, muscolo teso, si legge la preghiera,l' esercizio di devozione ed abbandono. La pratica quotidiana sembra manifestarsi in forma di culto, liturgia, espressione di economie e tensioni in bilico tra politico e sacro.

JOULE fa parte di un altro progetto, chiamato "Chiavi in mano" che indaga la certa e contradditoria relazione fra lavoro, dono e sacrificio. Il pesce è l’effige del progetto, esempio eccellente di essere vivente che può mangiare i suoi congeneri a condizione che siano più piccoli.
 

09:09:2011