YI YI
di Edward Yang
con Wu Nianzhen, Issey Ogata, Elaine Jin, Kelly Lee, Jonathan Chang e Adrian Lin



YI YI, titolo cinese che letteralmente significa "Uno-Uno", è la storia di una vita che si snoda attraverso le vicissitudini e le esperienze dei componenti di una famiglia. Lo stesso regista, Edward Yang, sostiene che avrebbe potuto dire le stesse cose narrando la storia di una sola persona, dalla nascita alla morte. Ed invece nel film ogni personaggio rappresenta un'età, uno stato d'animo, un momento della vita.
YI YI si apre con le scene apparentemente felici di un matrimonio, ma la drammaticità della pellicola emerge immediatamente nel momento in cui, quello stesso giorno, la madre dello sposo, colpita da un ictus, cade in coma. Il regista ha voluto fissare un inizio per le vicende dei suoi personaggi e lo ha materializzato in questo evento: infatti, ogni membro della famiglia, sollecitato a parlare di sé con l'anziana signora per stimolarne il risveglio, dovrà fare i conti con la propria vita, con il passato, con i cambiamenti, con la sofferenza con l'incomunicabilità. E nessuno di loro sarà in grado di raccontarsi. Eppure le loro vite scorrono sotto l'occhio calmo e errante del regista, che esamina ogni scoperta, ogni cambiamento, ogni ricordo, con un distacco che crea una sorta di patina opaca tra ciò che accade dentro e fuori di loro. La scelta di dare inizio al film con un matrimonio e di chiuderlo con un funerale è in linea con il desiderio di mettere in evidenza l'ambiguità della vita, che è il vero tema portante dell'opera, tanto che uno dei protagonisti, Yang Yang, un bambino di 8 anni alle prese con i primi dissapori dell'esistenza, passa il suo tempo a fotografare la parte posteriore delle teste delle persone, in modo da mostrargli ciò che loro non possono vedere, e cioè "l'altra metà della verità". La stessa doppiezza è resa anche attraverso il continuo alternarsi di momenti drammatici ed ironici, che arricchiscono di familiari contraddizioni i 173 minuti di pellicola.
Premiato a Cannes per la regia, Yang si serve di immagini ampie che vanno ad incorniciare i personaggi. Seguendo i loro sguardi rivolti al mondo attraverso le finestre, possiamo vederne i volti riflessi nei vetri che si confondono con le luci e i colori di una Taipei moderna e frenetica. Il paesaggio suburbano è descritto con un'accurata attenzione per la sua struttura, per i materiali di cui è composto, per le stazioni, i palazzi, gli ascensori, le strade.
Il titolo in inglese è stato tradotto come A ONE AND A TWO AND A… che è la frase con cui i musicisti Jazz introducono un'improvvisazione musicale. Ciò a significare che la vita, con tutti i suoi imprevisti, è varia, incontrollabile e coinvolgente come un motivo Jazz.

Voto: 25/30

Francesca MANFRONI
19 - 08 - 01


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