
Un thrilling dalle sfumature orrifiche, tra i più attesi della stagione,che
non tarda a mettere in moto i più classici meccanismi della paura. Sei
giovani in vacanza si smarriscono nei boschi, e subito l’incubo ha inizio:
ritrovatisi con le auto fuori uso a causa di un banale incidente, verranno
inseguiti ed eliminati uno a uno da un gruppo di folli e deformi nativi del
luogo, che da anni mietono vittime nei dintorni.
Sono tanti i fattori che potrebbero avere spinto larga parte degli
appassionati del genere a riservare una calorosa accoglienza ad un prodotto
dalla trama tanto convenzionale e scontata: le nostalgiche somiglianze col
piccolo cult del sempre sopravvalutato Wes Craven LE COLLINE HANNO GLI
OCCHI, dal quale differisce quasi esclusivamente in virtù della rigogliosa
vegetazione che ha qui sostituito l’originale paesaggio desertico, il tasso
di truculenza leggermente superiore rispetto a quello di coevi prodotti
analoghi (del resto l’effettista Stan Winston è in quest’occasione, forse
non a caso, anche coproduttore), e, più prosaicamente, anche la presenza nel
cast della bella Eliza Dushku, uno degli idoli del momento dei teenagers
d’oltreoceano, che però non si cura affatto della recitazione e percorre
l’intera vicenda con una mutria sempre uguale dall’inizio alla fine; né è da
trascurare un eventuale interessamento da parte dei ricercatori della
metafora ad ogni costo, che non mancheranno magari di vedere nelle boscaglie
ridenti ma insidiose della Virginia occidentale dipinte nel film la società
statunitense stessa con le sue luci e le sue ombre. Niente di tutto ciò
basta purtroppo ad elevare più di tanto un’ operazione commerciale in piena
regola, nata probabilmente sulla scia dell’assai migliore LA CASA DEI 1000
CORPI e del discreto remake di NON APRITE QUELLA PORTA, e caratterizzata
dalla cronica carenza di idee e verosimiglianza tipica di molti altri
dozzinali stalk’n’slash; qua e là, però, emergono particolari (ottime
riprese aeree, sequenze ben fotografate e buoni momenti di suspense spesso
esaltati da un abile montaggio) che fanno pensare ad un regista non privo di
un certo talento: la speranza è che Rob Schmidt possa dimostrarlo altrove, e
possibilmente non nel seguito di WRONG TURN che già incombe minaccioso.
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Voto: 18/30
01.09.2004
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