WRONG TURN

di Rob Schmidt

Con: Desmond Harrington, Eliza Dukshu, Jeremy Sisto, Lindy Booth, Kevin Zegers

di Flavio GIOLITTI


Un thrilling dalle sfumature orrifiche, tra i più attesi della stagione,che non tarda a mettere in moto i più classici meccanismi della paura. Sei giovani in vacanza si smarriscono nei boschi, e subito l’incubo ha inizio: ritrovatisi con le auto fuori uso a causa di un banale incidente, verranno inseguiti ed eliminati uno a uno da un gruppo di folli e deformi nativi del luogo, che da anni mietono vittime nei dintorni.
Sono tanti i fattori che potrebbero avere spinto larga parte degli appassionati del genere a riservare una calorosa accoglienza ad un prodotto dalla trama tanto convenzionale e scontata: le nostalgiche somiglianze col piccolo cult del sempre sopravvalutato Wes Craven LE COLLINE HANNO GLI OCCHI, dal quale differisce quasi esclusivamente in virtù della rigogliosa vegetazione che ha qui sostituito l’originale paesaggio desertico, il tasso di truculenza leggermente superiore rispetto a quello di coevi prodotti analoghi (del resto l’effettista Stan Winston è in quest’occasione, forse non a caso, anche coproduttore), e, più prosaicamente, anche la presenza nel cast della bella Eliza Dushku, uno degli idoli del momento dei teenagers d’oltreoceano, che però non si cura affatto della recitazione e percorre l’intera vicenda con una mutria sempre uguale dall’inizio alla fine; né è da trascurare un eventuale interessamento da parte dei ricercatori della metafora ad ogni costo, che non mancheranno magari di vedere nelle boscaglie ridenti ma insidiose della Virginia occidentale dipinte nel film la società statunitense stessa con le sue luci e le sue ombre. Niente di tutto ciò basta purtroppo ad elevare più di tanto un’ operazione commerciale in piena regola, nata probabilmente sulla scia dell’assai migliore LA CASA DEI 1000 CORPI e del discreto remake di NON APRITE QUELLA PORTA, e caratterizzata dalla cronica carenza di idee e verosimiglianza tipica di molti altri dozzinali stalk’n’slash; qua e là, però, emergono particolari (ottime riprese aeree, sequenze ben fotografate e buoni momenti di suspense spesso esaltati da un abile montaggio) che fanno pensare ad un regista non privo di un certo talento: la speranza è che Rob Schmidt possa dimostrarlo altrove, e possibilmente non nel seguito di WRONG TURN che già incombe minaccioso.

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Voto: 18/30

01.09.2004

 


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