world invasion

di John Liebesman

con Aaron Eckhart, Michelle Rodriguez

di Giorgio CARELLA

 

17/30

 

Chissà cosa succede agli sceneggiatori americani negli ultimi anni e alle case di produzione di Hollywood. Sembrano del tutto diventati incapaci, se non per puro caso, di reinterpretare l’immaginario del loro paese e della loro cultura. Ok, Gli Stati Uniti sono ancora in guerra, lo sono in Afghanistan, lo sono in Iraq, in qualche modo lo sono in Libia. Ma questo non basta a raccontare che in una base militare di Los Angeles, il sergente Michael Nantz interpretato da un Aaron Eckhart in procinto di congedarsi (in tutti i sensi) è costretto a guidare un gruppo di marine in avanscoperta sulla linea del fuoco alieno. Il sergente Nantz e i suoi uomini intraprendono una battaglia contro gli alieni, determinati ad impadronirsi delle riserve d'acqua del pianeta Terra, con lo spirito classico della peggiore propaganda americana.
In questo film ci troviamo un po’ di Indipendente day, un po’ di Signs, un po’ di Cloverfield, un po’ di Gunny, un po’ di Black Hawk down, il tutto mal mescolato, mal digerito e assolutamente ridicolo e banale.
Ma è strano quanto il film sia fuori tempo. Nei film sopracitati l’America era ancora la guida economica e militare del mondo, oggi lo sanno anche loro che non è più così; anche lo Zio Sam sa bene che il suo tempo di rimettere a posto il globo è finito. Ma allora perché far un film di cosi imbarazzante banalità sul soldato americano? Sul suo modo di stare in guerra, di vedere il mondo, sulla comprensione o incomprensione del suo ruolo? Forse la Sony e Liebesman sono stati in realtà assunti dal governo per fare un film facendo vedere quelli che dovrebbero essere i valori del soldato degli Stati Uniti e per fare in modo che un sacco di ragazzi e ragazze corrano ad arruolarsi? Indipendente day è un assoluto capolavoro al confronto di World Invasion dal punto di vista della trama e dell’intreccio delle relazioni fra i personaggi. Quello si che era in film globalista, interclassista, interrazziale. Mentre sono in sala lo ricordo con malinconia. E in più mi chiedo come possa un film cosi in realtà non offendere chi sta combattendo davvero, per cause giuste o sbagliate, per denaro o ideali, per caso o per fortuna ai quattro angoli del globo. C’era davvero bisogno di un budget da 100 milioni di dollari per raccontare questa storia? Una storia che pure in America oggi come oggi farebbe sorridere pure gli adolescenti di un popolo adolescente.
Ci fosse poi uno sguardo forte, una visione particolare dello scontro in guerra, macchè, del resto dopo i primi venti minuti di Salvate il soldato Ryan è diventato praticamente impossibile visualizzare la guerra in un altro modo. Motivi per vedere questo film? Nessuno francamente, neanche se siete appassionati di fantascienza, guerra, cultura americana o Michelle Rodriguez. Neanche se sciroccate per queste cose (come me) vale la pena anche solo scaricare questo film.
Quello che fa oltremodo riflettere inoltre è quanto le grandi produzioni americane si siano allontanate dalle pulsioni del pubblico, dalle necessità e dalle visioni del mondo, tutte le cose che non solo fanno la differenza fra un film intelligente e una stupidaggine, ma anche la differenza fra fare il soldi e buttarli nel cesso. Insomma... piano piano l’America non ha più ideali, non ha più un immaginario e inizia pure a non saperci fare con i soldi..
 

08:05:2011

Battle: Los Angeles

Regia John Liebesman
Stati Uniti 2011, 120'
Sony Pictures

DUI: 22/04/2011
Fantascienza