WHAT WOMEN WANT
di Nancy Meyers
con Mel Gibson, Helen Hunt, Marisa Tomei, Lauren Holly e Alan Alda



New York, anno 2000. Un pubblicitario playboy, più attratto dalla vita di relazione che non dal suo lavoro, viene scombussolato dall'arrivo di una nuova direttrice artistica che gli soffia la promozione. Messo alla prova dal genio femminile della collega, Nick Marshall si trova in crisi creativa e solo un provvidenziale incidente domestico con l'elettricità lo libera dall'impasse, donandogli una facoltà sensazionale: la capacità di sentire i pensieri delle donne e ciò che esse vogliono. Nick non tarda a sfruttare tutte le possibilità di questo dono, sia in campo amoroso che professionale, mostrandosi un amante perfetto e soffiando le idee sulla nuova campagna Nike, proprio al suo seducente art director. Ma una serie di inconvenienti lo scuoterà dal suo temporaneo stato di grazia, riportandolo alla realtà ed offrendogli la possibilità di redimere la sua vita vissuta all'insegna della superficialità.
Un film la cui ambientazione sembra uscita direttamente dagli anni '80, questo WHAT WOMEN WANT, col suo mondo di pubblicitari rampanti, case ed uffici di lusso della New York più patinata, ove ogni bruttura è bandita, anche nella brevissima incursione in China Town, nella parte finale, risolta in chiave simbolica di discesa agli inferi e ritorno. La pellicola appartiene al genere di commedia sentimentale classica, che flirta con il soprannaturale, col fantastico, l'incursione del quale, nel quotidiano, è giustificato in termini di percorso di espiazione, al termine del quale sta il finale salvifico (la confessione, il pentimento, ma anche la buona azione). Ecco perché il nostro Nick è investito di un potere che può esercitare solo sulle donne: perché da sciovinista irriducibile egli possa finalmente ritrovare l'unità con l'altra metà del cielo. Del resto questo "potere" mostra subito il suo - divertentissimo - negativo, nello smacco psicologico di sentire le cattiverie e le acide osservazioni delle donne sulla propria persona, oltreché gli - scontati - apprezzamenti. Da macho che gioca a travestirsi per capire come pubblicizzare accessori femminili, Nick si trasforma infine in uomo più maturo e comprensivo. Soltanto allora perderà, insieme ai poteri - grazie ad un fulmine che non solo cortocircuita l'impianto elettrico stradale, ma chiude la struttura circolare del cammino iniziatico - la dannazione di sentir dire amare verità sul suo conto.
Nella prima parte, Mel Gibson si prodiga in un convincente numero di varietà con bombetta, degno di Gene Kelly. Convince in pieno nella parte di playboy (ha il fisico del ruolo) e tiene alto il tono umoristico con una faccia da bambino impunito. Mostra generoso i muscoli e forse non aveva bisogno della tinta di capelli impietosamente rilevata dai riflettori. Il resto del cast conta nomi di qualità per bravura, come Alan Alda, qui nella parte di capo, Marisa Tomei amante bistrattata e Bette Midler psichiatra, tutti personaggi secondari. La Nike ringrazia per la spudorata pubblicità (senz'altro non gratuita).

Voto: 21/30

Roberto RICCO'
23 - 08 - 01


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