
New York, anno 2000. Un pubblicitario playboy, più attratto dalla vita
di relazione che non dal suo lavoro, viene scombussolato dall'arrivo di
una nuova direttrice artistica che gli soffia la promozione. Messo alla
prova dal genio femminile della collega, Nick Marshall si trova in crisi
creativa e solo un provvidenziale incidente domestico con l'elettricità
lo libera dall'impasse, donandogli una facoltà sensazionale: la capacità
di sentire i pensieri delle donne e ciò che esse vogliono. Nick non tarda
a sfruttare tutte le possibilità di questo dono, sia in campo amoroso
che professionale, mostrandosi un amante perfetto e soffiando le idee
sulla nuova campagna Nike, proprio al suo seducente art director. Ma una
serie di inconvenienti lo scuoterà dal suo temporaneo stato di grazia,
riportandolo alla realtà ed offrendogli la possibilità di redimere la
sua vita vissuta all'insegna della superficialità.
Un film la cui ambientazione sembra uscita direttamente dagli anni '80,
questo WHAT WOMEN WANT, col suo mondo di pubblicitari rampanti, case ed
uffici di lusso della New York più patinata, ove ogni bruttura è bandita,
anche nella brevissima incursione in China Town, nella parte finale, risolta
in chiave simbolica di discesa agli inferi e ritorno. La pellicola appartiene
al genere di commedia sentimentale classica, che flirta con il soprannaturale,
col fantastico, l'incursione del quale, nel quotidiano, è giustificato
in termini di percorso di espiazione, al termine del quale sta il finale
salvifico (la confessione, il pentimento, ma anche la buona azione). Ecco
perché il nostro Nick è investito di un potere che può esercitare solo
sulle donne: perché da sciovinista irriducibile egli possa finalmente
ritrovare l'unità con l'altra metà del cielo. Del resto questo "potere"
mostra subito il suo - divertentissimo - negativo, nello smacco psicologico
di sentire le cattiverie e le acide osservazioni delle donne sulla propria
persona, oltreché gli - scontati - apprezzamenti. Da macho che gioca a
travestirsi per capire come pubblicizzare accessori femminili, Nick si
trasforma infine in uomo più maturo e comprensivo. Soltanto allora perderà,
insieme ai poteri - grazie ad un fulmine che non solo cortocircuita l'impianto
elettrico stradale, ma chiude la struttura circolare del cammino iniziatico
- la dannazione di sentir dire amare verità sul suo conto.
Nella prima parte, Mel Gibson si prodiga in un convincente numero di varietà
con bombetta, degno di Gene Kelly. Convince in pieno nella parte di playboy
(ha il fisico del ruolo) e tiene alto il tono umoristico con una faccia
da bambino impunito. Mostra generoso i muscoli e forse non aveva bisogno
della tinta di capelli impietosamente rilevata dai riflettori. Il resto
del cast conta nomi di qualità per bravura, come Alan Alda, qui nella
parte di capo, Marisa Tomei amante bistrattata e Bette Midler psichiatra,
tutti personaggi secondari. La Nike ringrazia per la spudorata pubblicità
(senz'altro non gratuita).
Voto: 21/30
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