we can't go home again

di Nicholas Ray

ConN Nicholas Ray, Tom Farrell

e con Jill Gannon, Jane Heymann

  di Stefania Maya ROTA

 

27/30

 

Cosa succede se un professore di cinema si chiude con i suoi studenti in una casa fuori dal campus decidendo di girarci un film?
E se quel professore non è altri che Nicholas Ray, il regista di Gioventù bruciata, colui che fu il padre spirituale della New American Cinema degli anni sessanta?

Ne nasce un rocambolesco tessuto di ore e ore di girato, cucito postumo dalla Nicholas Ray foundation e dalla moglie e regista Susan Ray. Episodi di vita vissuta assieme, dove gli studenti ci vengono presentati attraverso storie, mostrandoci quella ribellione giovanile tipica dei suoi film. Dialoghi che paiono usciti da un libro di Bukowski, il capitano della nave Ray, con la benda sull'occhio, che cerca di guidare il vascello attraverso le correnti dei rapporti di gruppo e delle emozioni individuali finendo per perdervisi egli stesso.
Poco o nulla emerge dell'insegnamento cinematografico ma priorità viene data ai movimenti interiori degli studenti, a mostrarci uno spaccato di America attraverso i tormenti dei giovani. La fiction si mischia alla verità. Racconti che le spettatore non riesce mai a capire se reali o inventati anche grazie all'interpretazione davvero intensa di ogni studente. L'impianto stilistico è davvero interessante, dentro un frame nero, con dietro un immagine della casa dove convivevano, compaiono i filmati. A volte a schermo intero a volte come un componimento ad immagini dove le varie inquadrature sottolineano la sensazione di ciò che ci viene mostrato. Finiamo per amare tutti gli studenti di Ray, cosi stravaganti da sembrare davvero delle caricature di tutta l'angoscia e dubbi del loro spaccato sociale. A volte la narrazione si trasforma in pura videoarte dando vita a quadri dai toni acidi e musiche ossessive, tipiche della psichedelia anni sessanta.

In sala a presentare il film, la moglie, commossa di questa prima internazionale. Alla mostra del cinema di Venezia Susan Ray ha presentato anche Don't Expect Too Much (USA, 70'), che racconta i febbrili giorni di preparazione del film.

Anche James Franco (presente alla mostra con Sal in Orizzonti) ha omaggiato il regista con la sua installazione Rebel, evento collaterale della Biennale Arte (all'isola Certosa fino al 27 novembre 2011)

 

09:09:2011