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Quella di James Mcteigue, qui alla prima prova da regista dopo aver collaborato con alcuni dei principali esponenti del cinema fantastico, più che una trasposizione dell’apprezzatissimo fumetto di Alan Moore, è un vero e proprio adattamento cinematografico. L’intreccio risente senza dubbio degli eventi sociali e politici del nostro tempo e cerca di venire incontro ai gusti di un pubblico sempre più abituato alle tecnologie futuristiche. Così non ci si trova più nella Londra del 1997 come nelle tavole di Moore, ma in un futuro più o meno imprecisato in cui l’importanza politica dei media viene sottolineata in modo più marcato e dove è tangibile un certo modo di agire tipico del terrorismo islamico dei nostri giorni. Il film sembra rilanciare il tema dello scontro ideologico tra potere e resistenza violenta, propendendo apparentemente per quest’ultimo come sembra suggerire il suggestivo e bellissimo finale. V è un eroe sui generis, che uccide i membri degli alti vertici politici, che cita Goethe e sa a memoria le battute de "Il conte di Montecristo". Un moderno Fantasma dell’Opera che porta una maschera per coprire il proprio viso e va in cerca di vendetta per sé stesso, per qualcun altro o forse per tutti. In questo sta la bravura del regista australiano: mettere in scena un film dalle atmosfere dark, a suo modo visivamente molto spettacolare, ma capace di resistere alla tentazione di basare tutto su impossibili duelli e sbalorditivi effetti visivi. Una pellicola che alterna momenti di azione a scenette macchiettistiche, in cui i sanguinosi combattimenti aprono la porta a riflessioni politico-sociali. Natalie Portman riesce a reggere con bravura il peso di un personaggio che rispetto al fumetto viene ad assumere un ruolo più centrale, a discapito del suo rapporto con l’eroe, anche se la palma per la migliore interpretazione spetta di diritto a John Hurt, nei panni del sanguinario Adam Sutler.
Voto: 25/30 27:03:2006 |
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