
Preceduto dal Can Can del gossip incentrato sulle vicende sentimentali
della coppia Cruise-Cruz, il remake del film APRI GLI OCCHI di Alejandro
Amenábar è la storia di un sogno che si trasforma in un incubo. David
Aames (Cruise), rampollo newyorchese giovane, ricco e single impenitente,
frequenta la bella Julie (Diaz) ma la considera solamente una "compagna
di scopate". Durante una sua festa di compleanno conosce la ballerina
Sofia (Cruz) e se ne innamora scatenando la gelosia di Julie. Dopo una
serata trascorsa con Sofia, David incontra Julie che lo convince a fare
un giro con la sua auto per fare il punto sul loro rapporto. A causa di
un crisi isterica della ragazza, che insistentemente dichiara il proprio
amore per David, l'auto finisce fuori strada: lei muore, lui sopravvive
ma resta orrendamente sfigurato in volto. Per David è l'inizio di una
lenta e inesorabile discesa agli inferi in cui è sempre più difficile
distinguere il reale dal sogno, verità e finzione, mentre a poco
a poco, tra flashback e false piste, la vicenda si trasforma in un convulso
gioco di specchi. Un fantascientifico finale-ribaltone - in stile THE
SIXTH SENSE - rimetterà tutte le cose a posto. La perdita dell'identità,
la difficoltà di vivere i sentimenti, la sessuofobia, la fragile inconsistenza
di una vita fatta di simulacri: il trip onirico attraverso le
paure contemporanee del film originale si riversa tale e quale in VANILLA
SKY. Ma anche qui, più che approfondire i singoli temi e sviscerarne le
implicazioni, il soggetto diventa un fecondo pretesto per dare mano libera
ai virtuosismi della tecnica cinematografica con lo scopo primario di
ricreare nello spettatore lo stesso senso di smarrimento che via via attanaglia
il protagonista (ottima la prova di Cruise, a suo agio anche nei panni
di David ridotto a storpio con la faccia disfatta). Da un rifacimento
letterale di un film per giunta recentissimo non ci si aspettava certo
originalità ma almeno una onesta professionalità nella confezione e tant'è.
Crowe sa rinnovare il già visto con una buona dose di mestiere, costruisce
immagini di una certa malsana suggestione frullando senza ritegno ossessioni
alla Lynch, tonalità color vaniglia di orizzonti in stile Monet, avvolgenti
sonorità pop (ci sono brani dei REM, Radiohead, Paul McCartney, Bob Dylan,
Peter Gabriel), svariate citazioni colte e kitsch metropolitano di una
disturbante New York pre-attentato. Chi non ha visto l'originale e accetta
le regole del gioco avrà di che divertirsi. Per quanto riguarda il cast
bisogna segnalare la bella prova della Diaz, conturbante e a tratti luciferina,
mentre la Cruz da l'idea di essere un po' spaesata pur nel ruolo identico
a quello da lei interpretato nel film di Amenábar.
Voto: 26/30
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